SCHEDA PRODOTTO
L’Orvieto è uno dei vini bianchi italiani più noti. Prende il nome dalla splendida città umbra fondata dagli Etruschi sull’alta rupe di Tufo che domina la valle del Paglia. Chiamata in origine Volsinii Veteres, e Urbs Vetus dopo la conquista romana nel III secolo a.C., Orvieto ha una tradizione vinicola millenaria, come testimoniano le cantine etrusche scavate nel masso tufaceo, dove la fermentazione si svolgeva a bassa temperatura e lasciava nel vino un certo residuo zuccherino naturale che lo rendeva più gradevole. Probabilmente era abboccato (lievemente dolce) l’Orvieto che il Pinturicchio aveva voluto per contratto (“et vinum quantum libuerit” tanto vino quanto fosse riuscito a berne) quando dipingeva gli affreschi del coro nel Duomo di Orvieto. E forse era un po’ dolce anche l’Orvieto con cui brindarono i Mille di Garibaldi di passaggio nel porto di Talamone prima di arrivare a Marsala. Ma di certo era secco l’Orvieto bevuto da Enrico Fermi e dai “ragazzi di via Panisperna” per festeggiare la prima reazione nucleare.
Anche oggi la DOC Orvieto prevede varie tipologie a gusto secco, o più o meno dolce, ma il vino secco è prevalente. I vitigni base sono il grechetto e il procanico (trebbiano toscano), cui si aggiungono il drupeggio (canaiolo bianco), il verdello e la malvasia toscana. Di particolare pregio sono i vigneti della zona Classica (la più antica), in provincia di Terni, con epicentro a Orvieto.
Vino consigliato:
Orvieto DOP (Denominazione d’Origine Protetta: equivale alla DOC) Classico Tiniere (CONAD), da uve vinificate in bianco a temperatura controllata, ha colore oro chiaro, profumo fragrante di fiori di campo e di muschio; sapore secco, pieno, morbido, con lieve fondo di mandorla amara.
Abbinamento: antipasti, primi piatti, pesce, carni bianche, salumi delicati (coppa piacentina, prosciutto di Parma, lardo di Colonnata), formaggi freschi (mozzarella di bufala, ricotta, crescenza).
Servizio: 10-12° C