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In Costiera alla scoperta dell'oro giallo: il limone di Amalfi

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Era anche tra gli ingredienti della torta nuziale di Harry e Megan il limone d’Amalfi. Frutti come piccoli soli profumati, specialità IGP della Costiera Amalfitana dal profumo intenso e dalla polpa succosa. 

SCHEDA ITINERARIO

Era anche tra gli ingredienti della torta nuziale di Harry e Megan il limone d’Amalfi. Frutti come piccoli soli profumati, specialità IGP della Costiera Amalfitana dal profumo intenso e dalla polpa succosa. 

Una storia che si intreccia al suo territorio d’elezione, quel tratto splendido della costa che tocca comuni come Cetara, la città della colatura di alici, e poi Conca dei Marini, Furore, Maiori, Minori, Positano, Praiano, Ravello ecc…

Un frutto virtuoso

Un frutto, mille virtù: fin d’all’antichità il limone era utilizzato per prevenire e curare numerosi malanni. Per gli amalfitani, storico popolo di navigatori, era fondamentale poter disporre di una scorta di limoni sulle proprie navi per sconfiggere lo scorbuto.

E’ protagonista di centrotavola e panorami a picco sul mare, di liquori e dolci tipici del Napoletano. Profuma ambienti e prodotti di bellezza. 

Un viaggio, lì dove nasce questa Indicazione Geografica Protetta, è un viaggio goloso nelle tradizioni più antiche di un territorio antichissimo. Da scoprire con scarpe comode, e occhiali da sole.

Il Sentiero dei Limoni

Una passeggiata alla scoperta di questa tipicità locale e del paesaggio dove nasce è il Sentiero dei Limoni, itinerario che collega Maiori e Minori tra splendidi panorami, profumi e tradizioni. Il percorso, tra piante di agrumi secolari, passa anche per il pittoresco villaggio rurale di Torre. La strada è un continuo saliscendi: tra scalinate, terrazzamenti, belvedere, chiese, pergolati coperti di limoni, monumenti. Pausa d’obbligo al belvedere della mortella (che significa mirto, diffusissimo nella zona), dove la vista arriva a toccare anche Ravello, Amalfi e Atrani. In questo sentiero da sogno dalla lunga storia (un tempo era l’unica via di collegamento) si arriva, oggi come una volta a Minori, “casa” della pasta a mano artigianale.

Le origini del Limone di Amalfi

Anche lo sfusato amalfitano vanta una lunga storia, più del sentiero. Alcuni ritrovamenti a Pompei lasciano pensare che già in epoca romana la coltivazione dei limoni fosse presente nella zona di Amalfi.

Già nel XI secolo la Repubblica Amalfitana decretò che a bordo delle imbarcazioni dovessero esserci dei limoni, per la lotta allo scorbuto. La domanda aumentò tra il 1400 e il 1800: non solo dal resto della Campania, ma anche dall’estero.

Inizialmente veniva chiamato citro. Poi, durante il periodo arabo, dal XIII secolo cominciò ad essere chiamato  con una parola di origine araba appunto, ossia limunzello.

Proprio l’influenza araba spinse la Scuola Medica Salernitana a cominciare a eseguire esperimenti scientifici per le quali era richiesta l’introduzione dei limoni amalfitani.

Lo sfusato amalfitano oggi

La superficie dedicata alla coltivazione del limone in Costiera è attorno ai 700 ettari. Lo sfusato amalfitano, detto così per la forma affusolata che lo distingue, trasforma il panorama e i menu, e vale un viaggio, dove sarà protagonista in profumi, foto,assaggi.
La raccolta avviene più volte l’anno, ma è il periodo estivo quello che garantisce la produzione di maggior pregio, rendendo il limone di Amalfi un must have della tavola durante le vacanze in Costiera.

I terrazzamenti

La maggior parte di queste coltivazioni di limone avvengono su piccole estensioni di terreno chiamate piazze, sostenute da grossi muri di pietra a secco, a cui si accede tramite ripide scalinate. Una coltivazione che ha dato luogo ad architetture che hanno caratterizzato a sua volta il paesaggio speciale di questi luoghi: i terrazzamenti.

In cucina

Lo sfusato di Amalfi è un ottimo traino per il turismo locale, e per la cucina. Di questo frutto non si butta via niente: aromatizza piatti a base di pesce e insalate, sorbetti e limonate, dolci e anche primi piatti. Dalle frittelle di cecenielli alla torta al limone, dalle provolette cotte alla piastra in foglie di limone al coniglio alla conchese. Buonissimo anche con il pesce, il limone di Amalfi tagliato a fettine sottilissime può essere disposto su un bel filetto di salmone da cuocere in padella, oppure può essere il tocco finale in un primo piatto di pesce come nella ricetta delle candele napoletane con pesce spada e pomodori Pachino.

Ma l’utilizzo più noto è quello per la preparazione del limoncello. La sua buccia spessa e rugosa, ricca di olii essenziali, dona un aroma particolarmente intenso e ricco. 

Il sapore della Costiera Amalfitana.

 

 

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