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Rito, costume, paradosso: il cammino del pane in scena allo Spazio Oberdan

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Si è tenuta ieri allo Spazio Oberdan di Milano l'inaugurazione di Rito, costume, paradosso, la grande collettiva che, tramite una ricca ed eterogenea raccolta di opere contemporanee, esplora la dimensione spirituale e culturale del pane, dalle origini ai giorni nostri

È stata inaugurata ieri, allo Spazio Oberdan di Milano, la mostra Rito, costume e paradosso, la grande collettiva che, attraverso una ricca ed eterogenea raccolta di opere contemporanee, intende indagare la dimensione spirituale e culturale del pane, dalle origini ai giorni nostri.

L'esposizione, promossa dalla Provincia di Milano/ Assessorato alla cultura, rientra nell'ambito di un ambiziosa e rilevante iniziativa: Rito, costume, paradosso è, infatti, il secondo appuntamento del progetto pluriennale e multidisciplinare Non di solo Pane, ideato da Susanna Vallebona con SBLU spazioalbello, un'associazione che ha come principale finalità la diffusione della cultura visiva e la ricerca e costruzione di un'etica della bellezza.

Ad accompagnare il nutrito pubblico di giornalisti alla scoperta dei molteplici e spesso ermetici linguaggi del panorama artistico odierno, era presente la guida esperta e appassionata di Susanna che ha spiegato ai presenti l'obiettivo primario della collettiva: «È stato scelto il pane, come simbolo della mostra, perchè è un tema accessibile per tutte le persone che non frequentato di norma le gallerie d'arte. Il nostro intento era, infatti, quello di avvicinare proprio la gente comune al poco conosciuto universo dell'arte contemporanea».

Triplice la natura dell'esposizione che, come dichiarato fin dal titolo, esplora, secondo un andamento cronologico e un'indagine antropologica, tre grandi tappe del "cammino del pane": rito, costume e paradosso. La prima sezione della mostra è, infatti, dedicata alle origini della storia umana, alla grande era dei miti e della ritualità, dove Gea, della Terra, era il simbolo per eccellenza di fecondità e rigenerazione: trovano spazio qui, tra le altre, la pagnotta "preistorica" di Lello Cremonesi con le tipiche figure rupestri e la morbida forma di terracotta di Pasquale Ninì Santoro, che evoca dolci seni di madri nutrici e Offertorio, suggestiva opera di Silvia Cibaldi. Opere come il Canto del pane di Gabriella Benedini o Semina di Camilla Rossi raccontano invece il rivoluzionario passaggio dal nomadismo a una vita stanziale, la nascita di una tavola conviviale, la dimensione comunitaria e sociale del pranzo. Di grande attualità e provocazione, l'ultima parte dell'esposizione, incentrata sui molteplici e tragici paradossi della nostra società, che vede contrapporsi realtà sempre più avide e opulente a luoghi dove la denutrizione regna incontrastata, che ha trasformato l'uomo in uno spietato predatore: a parlare con forza di questi temi sono Gli umani di Josè Molina e Riso Avaro di Pino Lia.

Il pane, il cibo più quotidiano, tanto povero quanto essenziale, diventa in Rito, costume e paradosso l'importante pretesto per raccontare e ricordare la dimensione simbolica e culturale del cibo e, recuperare con essa, il fondamento della nostra civiltà. Il tutto attraverso la pluralità e ricchezza di spunti che il contemporaneo offre ai modi della narrazione.

Rito, Costume, Paradosso. Il cammino del pane
Dal 27/11/2013 al 26/01/2014
Spazio Oberdan - Viale V. Veneto, 2 Milano

di Alessandra Cioccarelli

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