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Con la ricetta dei pici senesi con le triglie la tradizione della bassa Toscana incontra il profumo del mare in un primo piatto delicato e adatto a tutte le occasioni. La leggerezza, caratteristica principale di questa prima portata, non pregiudica il sapore grintoso del pesce di fondale, creando un'armonia di sapori unica e irresistibile soprattutto se arricchita con l'accostamento ad un calice di vino bianco fresco.
Sapete come riconoscere una triglia veramente fresca e buona da mangiare per la vostra ricetta? La triglia fresca ha innanzitutto una pelle lucente con dei riflessi iridescenti, l’occhio vivace e le branchie rosse. La polpa deve essere soda ed elastica e deve avere un odore gradevole. Attenzione: se le carni sono dure ed il colore è cupo, significa che la triglia non è fresca!
La triglia è considerata da tempo una delle specie marine più pregiate. In antichità le venivano attribuite proprietà afrodisiache, sia per la carne rosata che per il profumo, il quale pare togliesse ogni inibizione. In svariate ricette la triglia è consumata dagli amatori cotta senza essere sventrata, cioè con tutte le interiora, e per questa ragione è considerata la “beccaccia di mare”. In realtà, esistono due tipi diversi di Triglia: la triglia di fango e la triglia di scoglio. Anche la triglia di fango può essere buona da mangiare, ma ciò dipende soprattutto dal cibo di cui essa stessa si è nutrita nell'arco della sua vita. La triglia di scoglio, quella che useremo per questa ricetta, è un pesce di dimensioni abbastanza ridotte caratterizzato da un corpo allungato e una bocca minuta, dalla cui estremità si diramano i barbigli, due appendici che la triglia utilizza per cercare il cibo di cui sostentarsi sui fondali. La triglia è un pesce non troppo grasso, nutriente e facilmente digeribile. Provala insieme ai pici in questo primo piatto tutto toscano!