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Statistiche e? miracoli della birra artigianale italiana

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La nostra birra artigianale sta diventando richiestissima anche in Paesi campioni come la Germania, il Belgio e gli Stati Uniti. E dire che tra le materie prime da noi si trova solo l'acqua. Come siamo diventati bravi dunque? Sfruttando la biodiversità


Da un po' di anni, quando viaggio all’estero alla ricerca di birre artigianali, sono tempestato di domande su quello che accade in Italia. Non intendo in politica e in economia! Mi chiedono di birre artigianali e birrifici!

L’Italia non è un paese tradizionalmente birrario. Ogni anno consumiamo una media di poco superiore ai 29 litri pro capite (la Germania è attorno ai 100) e siamo saldamente al decimo posto in Europa per quantitativo prodotto, come riportano le statistiche rilasciate da The Brewers of Europe. Eppure, scorrendo i vari report, scopriamo anche che siamo terzi per numero di birrifici, con una crescita esponenziale grazie alla continua apertura di nuovi produttori di artigianali.Oggi l’Italia può considerarsi uno dei paesi brassicoli, una nuova frontiera, stiamo innovando e incuriosendo Stati Uniti e Canada (soprattutto il Quebec) su tutti, e persino aree di grande e antica tradizione, come il Belgio, la Gran Bretagna e la Germania.

Gli ingredienti principali di una birra sono acqua, malto d’orzo, luppolo e lievito. Acqua a parte questi ingredienti, in Italia, sono piuttosto rari se non assenti e devono essere importati. E allora com’è stato possibile? È l’ennesimo miracolo all’italiana: come nel boom economico del Secondo Dopoguerra, i nostri birrai hanno saputo far crescere un comparto che non ci aveva ancora visto protagonisti. Hanno sì importato gli ingredienti principali, ma hanno anche capito che era necessario guardarsi attorno e usare prodotti alternativi, di coltivazione locale, che potessero dare un’identità, un carattere e dei sapori legati al loro territorio.  Quasi tutti i birrifici hanno approfittato della biodiversità e ne sono nate birre uniche, con frutta, cereali, erbe, spezie e persino verdure. Anche quando la ricetta si basa su uno stile di birra tradizionale, sia d’ispirazione tedesca piuttosto che belga o anglosassone, i nostri birrai ricercano qualcosa di particolare, legata ai loro gusti personali ed esula dai canoni originari di quella birra.

In molti casi ne derivano birre artigianali piacevoli (a volte il risultato è da censurare, ma è un altro discorso, che affronterò in altre occasioni), interessanti, ben bilanciate e con sapori nuovi in una birra, ma conosciuti dai consumatori.
 
di Andrea Camaschella
 

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