Nasce HPP Italia: la rivoluzione dell'alta pressione made in Parma
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Giovedì mattina, presso la sala Conte Biancamano del Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano, è stata presentata alla stampa HPP Italia, la prima realtà imprenditoriale italiana a offrire in modo specialistico e dedicato il servizio di trattamento degli alimenti con il metodo HPP - High Pressure Processing
Giovedì mattina, presso la sala Conte Biancamano del Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano, è stata presentata alla stampa HPP Italia, la prima realtà imprenditoriale italiana - con sede a Traversetolo nella Food Valley - a offrire in modo specialistico e dedicato il servizio di trattamento degli alimenti con il metodo HPP (High Pressure Processing).
Il trattamento, già ampiamente diffuso negli Stati Uniti, ha il vantaggio di fornire prodotti alimentari, sia solidi che liquidi, che mantengono inalterate le proprie caratteristiche organolettiche e le proprietà nutritive, oltre ad assicurare la massima garanzia in materia di sicurezza alimentare e una shelf life notevolmente più lunga. Un'interessante opportunità di business per un'azienda come HPP Italia vocata all'internazionalità, oltre che uno strumento efficace per risolvere i rigidi vincoli sanitari imposti da alcuni Paesi sull'esportazione di prodotti alimentari.
A presentare il progetto è stato il Ceo Giulio Gherri, nonchè ad del prosciuttificio San Michele – Terre Ducali: «Hpp Italia nasce in risposta all’esigenza specifica dell’azienda di famiglia di trovare un sistema di pastorizzazione a freddo e di sterilizzazione adatto al Prosciutto di Parma Dop, come per altri salumi a più breve stagionatura, per garantirci nuove opportunità di business legate all’internazionalizzazione. Dopo una serie di test - racconta Giulio Gherri - i nostri ricercatori sono giunti alla conclusione che il metodo migliore è quello rappresentato dalle alte pressioni idrostatiche. Di qui l’idea di creare uno spin-off aziendale dedicato all’offerta di questo servizio, di cui possano beneficiare altri imprenditori del mondo food & beverage».
Una decisione, quella dell'applicazione del metodo Hpp al settore food&beverage, che viene incontro alle più attuali esigenze del mercato: "Da alcuni anni - spiega Massimo Monti, CEO di Foods Import (azienda specializzata dal 1903 nella commercializzazione di baccalà e stoccafisso) e partner di G. Gherri nel progetto HPP Italia - abbiamo intrapreso la strada delle alte pressioni. Una scelta dettata da una duplice necessità: da un lato soddisfare le esigenze di un consumatore che chiede prodotti alimentari privi di conservanti, pratici, caratterizzati da un elevato contenuto di servizi e facili da utilizzare. Dall'altro, offrire al mercato un baccalà pronto da cucinare, già reidratato, con una scadenza sufficientemente lunga".
Fondamentale per il decollo del progetto Hpp Italia la collaborazione tecnologica con l'azienda staunitense Avure Technologies, leader mondiale nella tecnologia delle alte pressioni applicata ai settori food e meccanico. Nel plant di Traversetolo è stata installata, per un investimento superiore a 2 milioni di euro, una macchina top di gamma che permetterà a HPP Italia, grazie alla profonda conoscenza di Avure Tecnologies delle normative del mercato americano - di offrire ai propri clienti anche un servizio specializzato per l'esportazione Oltreoceano.
Nel corso della conferenza stampa Gianni Galaverna, docente dell'Università di Parma (Dipartimento di Scienze degli Alimenti), ha poi sottolineato alcuni possibili impieghi innovativi del metodo dell'alta pressione come il recupero o l'estrazione di componenti bioattive da fonti naturali, mentre il dr. Pierpaolo Rovere, tecnologo alimentare del Parco Agroalimentare di San Daniele, ha ricordato il ruolo determinante dato dalla critica scientifica italiana in materia di HPP. Se, infatti, già nel lontano 1899 fu lo statunitense Hite ad applicare questa tecnologia per la pastorizzazione del latte, è solo a partire dal 1992 che proprio in Italia con il trattamento HPP venne prodotto il primo campione di ragù sterilizzato, stabile a temperatura ambiente e con alte pressioni e furono mandati i primi prodotti HPP sulla Stazione Spaziale con la MIR per un test di gradimento. Risultati importanti che gettarono le basi per l'evoluzione e lo studio di una tecnologia, che ancora oggi ha un grande potenziale di espansione.
di Alessandra Cioccarelli
Giovedì mattina, presso la sala Conte Biancamano del Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano, è stata presentata alla stampa HPP Italia, la prima realtà imprenditoriale italiana - con sede a Traversetolo nella Food Valley - a offrire in modo specialistico e dedicato il servizio di trattamento degli alimenti con il metodo HPP (High Pressure Processing).
Il trattamento, già ampiamente diffuso negli Stati Uniti, ha il vantaggio di fornire prodotti alimentari, sia solidi che liquidi, che mantengono inalterate le proprie caratteristiche organolettiche e le proprietà nutritive, oltre ad assicurare la massima garanzia in materia di sicurezza alimentare e una shelf life notevolmente più lunga. Un'interessante opportunità di business per un'azienda come HPP Italia vocata all'internazionalità, oltre che uno strumento efficace per risolvere i rigidi vincoli sanitari imposti da alcuni Paesi sull'esportazione di prodotti alimentari.
A presentare il progetto è stato il Ceo Giulio Gherri, nonchè ad del prosciuttificio San Michele – Terre Ducali: «Hpp Italia nasce in risposta all’esigenza specifica dell’azienda di famiglia di trovare un sistema di pastorizzazione a freddo e di sterilizzazione adatto al Prosciutto di Parma Dop, come per altri salumi a più breve stagionatura, per garantirci nuove opportunità di business legate all’internazionalizzazione. Dopo una serie di test - racconta Giulio Gherri - i nostri ricercatori sono giunti alla conclusione che il metodo migliore è quello rappresentato dalle alte pressioni idrostatiche. Di qui l’idea di creare uno spin-off aziendale dedicato all’offerta di questo servizio, di cui possano beneficiare altri imprenditori del mondo food & beverage».
Una decisione, quella dell'applicazione del metodo Hpp al settore food&beverage, che viene incontro alle più attuali esigenze del mercato: "Da alcuni anni - spiega Massimo Monti, CEO di Foods Import (azienda specializzata dal 1903 nella commercializzazione di baccalà e stoccafisso) e partner di G. Gherri nel progetto HPP Italia - abbiamo intrapreso la strada delle alte pressioni. Una scelta dettata da una duplice necessità: da un lato soddisfare le esigenze di un consumatore che chiede prodotti alimentari privi di conservanti, pratici, caratterizzati da un elevato contenuto di servizi e facili da utilizzare. Dall'altro, offrire al mercato un baccalà pronto da cucinare, già reidratato, con una scadenza sufficientemente lunga".
Fondamentale per il decollo del progetto Hpp Italia la collaborazione tecnologica con l'azienda staunitense Avure Technologies, leader mondiale nella tecnologia delle alte pressioni applicata ai settori food e meccanico. Nel plant di Traversetolo è stata installata, per un investimento superiore a 2 milioni di euro, una macchina top di gamma che permetterà a HPP Italia, grazie alla profonda conoscenza di Avure Tecnologies delle normative del mercato americano - di offrire ai propri clienti anche un servizio specializzato per l'esportazione Oltreoceano.
Nel corso della conferenza stampa Gianni Galaverna, docente dell'Università di Parma (Dipartimento di Scienze degli Alimenti), ha poi sottolineato alcuni possibili impieghi innovativi del metodo dell'alta pressione come il recupero o l'estrazione di componenti bioattive da fonti naturali, mentre il dr. Pierpaolo Rovere, tecnologo alimentare del Parco Agroalimentare di San Daniele, ha ricordato il ruolo determinante dato dalla critica scientifica italiana in materia di HPP. Se, infatti, già nel lontano 1899 fu lo statunitense Hite ad applicare questa tecnologia per la pastorizzazione del latte, è solo a partire dal 1992 che proprio in Italia con il trattamento HPP venne prodotto il primo campione di ragù sterilizzato, stabile a temperatura ambiente e con alte pressioni e furono mandati i primi prodotti HPP sulla Stazione Spaziale con la MIR per un test di gradimento. Risultati importanti che gettarono le basi per l'evoluzione e lo studio di una tecnologia, che ancora oggi ha un grande potenziale di espansione.
di Alessandra Cioccarelli