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Giornata mondiale dell'alimentazione. Come la crisi sta cambiando la nostra mentalit�

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Si celebra oggi la giornata mondiale dell’alimentazione e Action Aid rilancia la campagna Operazione Fame per sensibilizzare sul divario nella distribuzione delle risorse a livello globale. Più consapevoli gli italiani che chiedono a Expo una riduzione degli sprechi dell’intera filiera

Si celebra oggi la giornata mondiale dell’alimentazione e Action Aid - organizzazione che si batte contro le cause della povertà e dell’esclusione sociale in 45 Paesi in tutto il mondo – rilancia la campagna Operazione Fame allo scopo di sensibilizzare il grande pubblico sul drammatico divario nella distribuzione delle risorse a livello globale.

Cresce la crisi e calano gli sprechi. Questa la fotografia dell’ultima indagine “Verso l'Expo: gli italiani e gli sprechi alimentari, a casa e nelle mense scolastiche", condotta da Ipsos per Action Aid su un campione di 1.001. A cambiare la mentalità del Paese la crisi che da 5 anni a questa parte ha influenzato profondamente i comportamenti di acquisto e consumo per oltre la metà degli italiani (51 per cento) e ancor più al Sud (59 per cento), dove gli effetti della situazione economica hanno moltiplicato le già difficili condizioni di milioni di cittadini.

Nonostante il 56 per cento degli italiani dichiari di comprare ancora molto più dello stretto indispensabile, le scelte a casa come di fronte agli scaffali iniziano a farsi più mirate e razionali, in virtù di una maggiore attenzione alla propria salute (73%), all’ambiente (14%) o ancora di una nuova sensibilità sull’impatto deleterio che consumi incontrollati possono comportare sul resto del mondo (29%). Risultato di queste mutate abitudini un significativo calo degli sprechi alimentari: oltre la metà degli italiani (54%), rispetto al 2012, ha ridotto gli alimenti che, senza essere mangiati, finiscono in pattumiera.

«Ci ha fatto molto piacere – dichiara Marco De Ponte, segretario generale di ActionAid Italia – constatare una nuova consapevolezza dei nostri concittadini rispetto al proprio ruolo nevralgico di consumatori finali in una filiera strategica come quella del cibo. È fondamentale che riconoscano il peso specifico individuale in quelle dinamiche che partono dal proprio territorio ma assumono una valenza globale. Confidiamo dunque anche nell'opportunità offerta da Expo 2015 per lasciare una grande eredità a questa classe emergente di cittadini attivi e consapevoli».

Elevate d’altronde le aspettative degli italiani in merito all’appuntamento con Expo 2015: riduzione degli sprechi dell’intera filiera, diminuzione del divario nella distribuzione planetaria delle risorse e riforma del sistema globale per la produzione agricola.

Qualcosa nella nostra forma mentis sta cambiando, forse in meglio. Speriamo che Expo 2015 raccolga la sfida e non si limiti a un mastodontico e sfavillante cooking show.

di Alessandra Cioccarelli

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