Allergie alimentari, le nuove linee guida europee
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La EAACI (European Academy of Allergy and Clinical Immunology) ha presentato, al Worl Allergy Congress di Milano, le linee guida per prevenire e curare reazioni allergiche e shock anafilattici, una realtà ancora poco conosciuta e studiata
La EAACI (European Academy of Allergy and Clinical Immunology), la principale autorità scientifica europea, ha presentato a Milano, al Worl Allergy Congress, le linee guida per prevenire e trattare reazioni allergiche e shock anafilattici, troppo spesso sottovalutati o persino ignorati.
Tradizionalmente considerate dei semplici fastidi (prurito, meteorismo, diarrea) le allergie alimentari, in continua crescita, sono state sottoposte a un’attenta classificazione e comprensione scientifica, per offrire raccomandazioni concrete non solo a medici e pazienti, ma anche alle scuole, agli enti regolatori e naturalmente all’industria alimentare.
Con queste le parole il professor Cezmi Akdis, presidente della EAACI commenta la preoccupante situazione vigente: “Le allergie alimentari stanno crescendo in modo netto. Con l’evoluzione degli stili di vita nel mondo si prevede un numero crescente di allergie nei Paesi avanzati così come in quelli in via di sviluppo e sono i bambini a soffrirne più di altri”.
Indispensabile risulta quindi un’adeguata prevenzione e un approccio multidisciplinare, che aiuti a diagnosticare e a gestire il problema delle allergie alimentari, al fine di migliorare la qualità di vita e la dieta quotidiana delle persone.
Test allergologici, educazione dei pazienti e degli operatori sanitari, rimborsi da parte dei sistemi sanitari pubblici e privati e collaborazione tra specialisti e medici di medicina generale sono le direttive dell’EAACI.
Per quanto riguarda l’industria alimentare è necessaria poi una grande responsabilità e prudenza. Buona parte degli alimenti, che possono scatenare reazioni allergiche, hanno infatti un alto valore nutrizionale, non sarebbe dunque pratico né auspicabile eliminarli da ogni preparazione alimentare. La soluzione più funzionale e di buon senso è quella di identificare i prodotti a rischio e produrli in ambienti isolati dagli altri impianti.
Nessuna improvvisazione e approssimazione quindi ma serietà e prevenzione per conoscere e curare le allergie alimentari. La cultura e il rispetto per il cibo che portiamo sulle nostre tavole è il primo passo per uno stile di vita sano e consapevole.
di Alessandra Cioccarelli
La EAACI (European Academy of Allergy and Clinical Immunology), la principale autorità scientifica europea, ha presentato a Milano, al Worl Allergy Congress, le linee guida per prevenire e trattare reazioni allergiche e shock anafilattici, troppo spesso sottovalutati o persino ignorati.
Tradizionalmente considerate dei semplici fastidi (prurito, meteorismo, diarrea) le allergie alimentari, in continua crescita, sono state sottoposte a un’attenta classificazione e comprensione scientifica, per offrire raccomandazioni concrete non solo a medici e pazienti, ma anche alle scuole, agli enti regolatori e naturalmente all’industria alimentare.
Con queste le parole il professor Cezmi Akdis, presidente della EAACI commenta la preoccupante situazione vigente: “Le allergie alimentari stanno crescendo in modo netto. Con l’evoluzione degli stili di vita nel mondo si prevede un numero crescente di allergie nei Paesi avanzati così come in quelli in via di sviluppo e sono i bambini a soffrirne più di altri”.
Indispensabile risulta quindi un’adeguata prevenzione e un approccio multidisciplinare, che aiuti a diagnosticare e a gestire il problema delle allergie alimentari, al fine di migliorare la qualità di vita e la dieta quotidiana delle persone.
Test allergologici, educazione dei pazienti e degli operatori sanitari, rimborsi da parte dei sistemi sanitari pubblici e privati e collaborazione tra specialisti e medici di medicina generale sono le direttive dell’EAACI.
Per quanto riguarda l’industria alimentare è necessaria poi una grande responsabilità e prudenza. Buona parte degli alimenti, che possono scatenare reazioni allergiche, hanno infatti un alto valore nutrizionale, non sarebbe dunque pratico né auspicabile eliminarli da ogni preparazione alimentare. La soluzione più funzionale e di buon senso è quella di identificare i prodotti a rischio e produrli in ambienti isolati dagli altri impianti.
Nessuna improvvisazione e approssimazione quindi ma serietà e prevenzione per conoscere e curare le allergie alimentari. La cultura e il rispetto per il cibo che portiamo sulle nostre tavole è il primo passo per uno stile di vita sano e consapevole.
di Alessandra Cioccarelli