SCHEDA PRODOTTO
Il verdicchio è un vitigno a frutto bianco, coltivato quasi esclusivamente nelle Marche, specificatamente nella zona dei Castelli di Jesi in provincia di Ancona, e sui colli di Matelica in provincia di Macerata. Viene considerato autoctono marchigiano, dove le prime testimonianze della sua coltivazione risalgono al XVI secolo. Di recente però l’analisi del DNA ha messo in evidenza una sostanziale identità tra il verdicchio e il trebbiano di Soave del Veronese; si è pensato allora che quest’uva sia stata portata nelle Marche da coloni veneti, emigrati verso la fine del XV secolo per ripopolare le compagne dopo una epidemia di peste. Comunque sia, il verdicchio – che deve il nome alla colorazione dell’acino, tendente al verde anche a piena maturazione – è un vitigno eclettico, in grado di dare, secondo le condizioni pedoclimatiche, sia dei vini freschi, di pronta beva, sia dei bianchi strutturati e longevi, sia degli spumanti che dei passiti di notevole pregio. Nella zona classica, la più antica e vocata, dei Castelli di Jesi in provincia di Ancona, il verdicchio dà dei bianchi di buon corpo e fragranza, capaci di migliorare nel tempo. La vinificazione è in bianco con pigiatura soffice; il mosto fiore, dopo decantazione statica a freddo, può fermentare in acciaio, rimanendo poi ad affinarsi sui lieviti, oppure può svolgere la fermentazione in legno, con risultati interessanti.
Vino consigliato:
Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC Classico Barò (CONAD), da uve dei colli tra l’Esino e il Misa, ha colore paglierino-verdino; profumo intenso di fiori di ginestra, frutta bianca e scorza di agrumi; sapore secco, particolarmente sapido, armonico, con gradevole fondo di mandorla verde.
Abbinamento: antipasti, primi piatti di mare, pesci e crostacei, carni bianche fredde, salumi (coppa piacentina, lardo di Colonnata, prosciutto di Parma).
Servizio: 10-12° C