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Trebbiano di Romagna DOC

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Il più noto dei trebbiani italiani è quello romagnolo, coltivato nelle province di Bologna, Forlì, Cesena, Rimini e Ravenna. Il Trebbiano di Romagna accompagna antipasti magri, paste asciutte o risotti con salse a base di pesce o di verdure, piatti di pesce, salumi delicati, formaggi freschi (robiola, crescenza). Di rigore l’abbinamento con piadina, squacquerone e rucola.
 

SCHEDA PRODOTTO


Quella dei trebbiani è la più grande famiglia di vitigni conosciuta. Di ogni varietà viene sempre specificata la zona geografica, o qualche volta la caratteristica principale, per indicarla meglio. Ad esempio: trebbiano giallo della zona dei Castelli Romani, trebbiano toscano, trebbiano di Soave, trebbiano romagnolo. Sono vitigni antichissimi, sicuramente italiani, anche se non si sa con esattezza dove siano nati. Plinio il Vecchio, nella sua Naturalis Historia, parla di un trebulanum dell’agro di Capua; Andrea Bacci, medico botanico di Papa Sisto V, dice invece che il trebbiano sarebbe originario dell’omonima località presso Luni, in Etruria. Comunque sia, il trebbiano non si trova solo in Italia; nella regione della Charente, in Francia, viene chiamato ugni blanc o saint emilion des Charentes, e da lui deriva il vino base del Cognac.
Il più noto dei trebbiani italiani è quello romagnolo, coltivato nelle province di Bologna, Forlì, Cesena, Rimini e Ravenna. In particolare quello dei colli di Forlì, nella Romagna orientale, dà un bianco fresco, di facile e piacevole beva.

Vino consigliato:
Trebbiano di Romagna DOC Scjucaren (Conad) ha colore paglierino tenue; profumo delicato di fiori di campo con ricordi di frutta bianca; sapore secco, fresco e pulito, lievemente fruttato.
Abbinamento: antipasti magri, paste asciutte o risotti con salse a base di pesce o di verdure, piatti di pesce, salumi delicati (prosciutto di Parma), formaggi freschi (robiola, crescenza). Di rigore l’abbinamento con piadina, squacquerone e rucola.
Servizio: 10-12° C
 

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