SCHEDA PRODOTTO
Il trebbiano d’Abruzzo fa parte di quella che probabilmente è la più grande famiglia di vitigni conosciuta, talmente ricca di varietà che di ognuna viene specificato il territorio di provenienza. Secondo Plinio il Vecchio (De Naturalis Historia), l’antenato di questa famiglia si chiamava Trebulanum, ed era originario della Campania, precisamente dell’agro di Capua, nel Casertano; da qui si sarebbe diffuso in tante altre regioni, dall’Abruzzo alla Romagna, dalla Toscana al Lazio e alla Puglia. Il trebbiano d’Abruzzo, in particolare, viene anche chiamato bombino perché, con una notevole dose di fantasia, il grappolo di forma piramidale, con due ali laterali molto evidenti, somiglia in qualche modo a un ragazzino con le braccia aperte: da qui “bambino”, divenuto poi “bombino”.
Il trebbiano d’Abruzzo è coltivato nelle quattro province della regione (L’Aquila, Pescara, Teramo e Chieti) e da lui si ottiene, in purezza o in unione con il trebbiano toscano (con l’eventuale aggiunta fino al 15% di malvasia toscana, passerina e cococciola) l’omonimo vino bianco DOC. L’uva viene vinificata in bianco (separazione immediata delle bucce dal mosto); di norma la fermentazione si svolge in tini d’acciaio termocondizionati (più raramente in legno), con lieviti selezionati.
Vino consigliato:
Trebbiano d’Abruzzo DOC Vicale (CONAD), da uve delle colline di Chieti, ha colore paglierino e profumo fragrante di frutta (mela, susina) e fiori di campo; in bocca è secco, sapido, fresco e schietto, sottilmente fruttato.
Abbinamento: antipasti, paste asciutte, risotti con salse a base di pesce o di verdure, pesce e carni bianche fredde. Va anche bene coi salumi delicati (prosciutto crudo, pancetta piacentina) e i formaggi freschi (mozzarella di bufala, crescenza, robiola).
Servizio: 10-12° C