Come si produce, come nasce e come si usa: vi sveliamo tutti i segreti della cachaça, il liquore brasiliano per eccellenza.
SCHEDA PRODOTTO
La cachaça è un distillato di origine brasiliana che si ottiene dal succo di canna da zucchero fermentato. Molto probabilmente l’avrete sentita nominare almeno una volta perché è l’ingrediente principale di uno dei cocktail più richiesti in tutto il mondo negli ’80 e ’90: la caipirinha.
Si tratta di uno dei distillati più bevuti al mondo, grazie anche al grosso consumo che i brasiliani fanno di questa bevanda. Potremmo definirla come la versione brasiliana del rum, aromatica e fruttata. Pur trattandosi tecnicamente di un rum, in quanto sia il rum agricolo che la cachaca sono distillati di succo di canna, la cachaça però non si può assimilare a tale categoria. Le differenze aromatiche tra cachaça e rum sono infatti molto evidenti: la nota dolce della cachaça è meno marcata e il sapore è generalmente più ruvido, meno strutturato e con una forte nota eterea.
La storia della cachaça nasce all’epoca del colonialismo portoghese. Studiando le caratteristiche climatiche del territorio e intuendone le potenzialità, i portoghesi importarono la canna da zucchero in Brasile e ne svilupparono una fiorente industria. La produzione della cachaça cominciò intorno al 1640 circa, quando la popolazione brasiliana apprese le nozioni sulla distillazione portate dagli emigranti europei.
Inizialmente questa tipica bevanda brasiliana veniva ottenuta lambiccando il fermentato prodotto con la schiuma che si formava durante la concentrazione del succo per la produzione dello zucchero e dalla melassa, ossia lo scarto produttivo al termine dell’operazione. Il nome cachaça deriva dal nome portoghese “cagaca”, ovvero la schiuma che si forma in superficie del succo di canna da zucchero in fermentazione.
La prima fase della produzione della cachaça è la raccolta della canna da zucchero, che viene effettuata due volte all’anno. Una volta estratto il succo viene fatto fermentare in recipienti mediante l’aggiunta di lieviti specifici. Il periodo di fermentazione varia dalle 36 alle 72 ore, a temperature controllate variabili dai 28 ai 32 gradi. Dopo essere stato fermentato, il mosto, detto “vinho”, viene sottoposto a distillazione, dalla quale si ottiene un prodotto di gradazione che varia dai 68 ai 70 gradi alcolici. Dopo questa fase la cachaça può essere fatta invecchiare in botti di legno per un periodo che va dai due ai dodici anni e avviene normalmente in legno di quercia bianca brasiliana o in altre essenze tropicali di legni duri.
La cachaça può essere bevuta pura ma nota eterea che la contraddistingue la porta ad essere preferita soprattutto all’interno di cocktail, come la caipirinha o le batidas, tipica bevanda brasiliana a base di cachaça e frullati di frutta esotica. La più conosciuta è la “Batida de coco” della Mangaroca, proposta già pronta ed imbottigliata a livello industriale.
Il cocktail che ha reso invece famosa questo liquore brasiliano in tutto il mondo è proprio la caipirinha. La ricetta della caipirinha prevede l’utilizzo infatti di cachaça insieme a zucchero di canna, lime e ghiaccio. È ideale da accompagnare alla carne grigliata: l’alcool e l’acidità del limone fungono da sgrassanti e renderanno ancor più piacevole il successivo boccone di carne.
Come il rum, la cachaca si sposa molto bene con la frutta fresca dolce e polposa e dalla versione originale sono nate molte varianti della capirinha, come la caipirinha alle fragole, caipirinha al maracuja, la capirinha al melone e la caipirinha alle ciliegie.