Occhio alla spesa. Come scegliere un buon succo di frutta
Preparare un succo o un frullato da frutta fresca nella stagione estiva diventa semplice e sarebbe il modo migliore per incamerare tutti i principi attivi e salutari disponibili in natura. Il perché ci siano tantissimi prodotti in bottiglia è chiaro: disponibilità immediata e in qualunque luogo.
Questa comodità però ha un prezzo da pagare: la materia prima deve essere conservata in qualche modo e quindi perde parte di quelle proprietà benefiche naturali.
A seconda della lavorazione dei “succhi di frutta” si hanno risultati molto diversi fra loro. Si può partire dal lavorare la frutta fresca, o anche da quella fresca congelata, dalla frutta sotto forma di purea ma anche sotto forma di concentrato. Per conservare la frutta in purea o concentrato occorre eliminare più acqua possibile utilizzando anche il calore, che con la frutta non va molto d'accordo.
La legge va in aiuto del consumatore definendo con termini precisi il tipo di prodotto a seconda della materia prima di partenza, il consumatore, però, deve leggere le etichette.
Se l'etichetta riporta succo di frutta, significa che deve esserci il puro e semplice succo senza alcuna aggiunta. In questa categoria vanno forte i succhi di mele. Ed è chiaro che sia la migliore. A scendere troviamo il succo di frutta da purea a cui si aggiungono acqua e zuccheri, ma anche nessun tipo di zucchero, in questo caso si può scrivere senza zuccheri aggiunti. In questa fascia si inseriscono i nettari (anche succo e polpa) che diversamente da ciò che può far intendere la parola, sono un gradino più basso rispetto al puro succo di frutta. La maggior parte dei prodotti in commercio si lega a questo tipo di lavorazione. Più la vita del prodotto è lunga più si devono aggiungere acidificanti e antiossidanti. Per il succo da concentrato il discorso non cambia.
Esistono poi prodotti con aggiunta di vitamine, sali minerali e altro con benefici mai dimostrati. Il futuro della categoria ha in serbo una bella promessa da una tecnica nuova, la “pascalizzazione”, che utilizza, diversamente dalla classica pastorizzazione, solo forti pressioni per eliminare batteri e sanificare il prodotto. Sembra che per i succhi di frutta e di verdura questa tecnica permetta, oltre a mantenere colori e aromi, di conservare le proprietà benefiche delle vitamine e degli antiossidanti.
Nell'acquisto dei “succhi di frutta”:
- preferire i succhi di frutta naturali al 100 per cento
- per i nettari scegliere quelli con zuccheri naturali dell'uva
- bene la frutta italiana e alte percentuali di frutta se non vi sono antiossidanti e acidificanti
- cercare i prodotti trattati con la pascalizzazione o con quelli che riportano l'indicazione pressati a freddo
- più l'etichetta è corta e meglio è
- può essere utile l'indicazione del corrispettivo del frutto intero ( numero di frutti o fette)
di Maria Cristina Beretta