SCHEDA ITINERARIO
In autunno, il Montefeltro, quell'area della provincia di Pesaro e Urbino che dalla città ducale si allarga fino a toccare e sovrapporsi alla Toscana e alla Romagna, si riempie di un fascino unico creato dai colori forti dei boschi, dalle nebbie sottili che avvolgono i borghi in collina, dagli odori della legna che brucia nei camini e dai profumi persistenti che si sprigionano dalle numerose aree agroalimentari sparse in tutto il territorio.Un interessante e golosissimo itinerario è quello dell'autunno in Montefeltro, che segue questi profumi e ha un punto di partenza obbligatorio: la Fiera Nazionale del Tartufo Bianco di Acqualagna.
Nei weekend che vanno da fine ottobre a inizio novembre, questa cittadina che sorge lungo l'antica Via Flaminia diviene capitale del tartufo, con la sua piazza centrale che si trasforma in un salotto dove ammirare, annusare e acquistare il principe di tutti i tartufi, il più famoso e costoso: il tuber magnatum pico, il tartufo bianco di Acqualagna, che per finezza e pregio può paragonarsi solo a quello d'Alba. Molto aromatico, va consumato crudo, finemente affettato su piatti che i ristoratori locali fanno a gara per rendere indimenticabili.
Nel "salotto del gusto" di Acqualagna si scopre che l'offerta enogastronomica non si limita al tartufo, ma spazia fra prodotti di altissima qualità che raramente ci capita di incontrare altrove. Frutto di una sapienza antica, essi sono fortemente radicati in questo particolare terroir.
Lasciamo Acqualagna, non senza aver ammirato poco lontano dall'abitato la maestosità della romanica Abbazia di San Vincenzo e il paesaggio, pittoresco e selvaggio del Passo e della Gola del Furlo. Teatro di numerose battaglie in tutte le epoche storiche, gode di grande fama per i lavori che Etruschi prima e Romani poi vi fecero, come la galleria aperta del 76 d.C. dall'imperatore Vespasiano, all'interno della quale passa ancora oggi la Via Flaminia.
Prosciutto, pecorino e olio
La strada dei profumi ci conduce verso nord-ovest. Dopo aver attraversato Urbania, la dimora estiva dei Duchi di Urbino con lo splendido Palazzo Ducale, si sale in direzione del Sasso Simone e Simoncello e a 748 metri s.l.m. si incontra l'abitato di Carpegna.Circondata da boschi secolari, adagiata nel cuore del Montefeltro, ma a pochi chilometri dal confine toscano, porta un nome di antica fama, legato ai Conti di Carpegna, famiglia tra le più blasonate d'Italia, dalla quale discendono anche i Malatesta e i Montefeltro. Oggi il nome di Carpegna è legato al nome di un nobile prosciutto, un Dop fra i migliori d'Italia, che ha 14 mesi di stagionatura effettuati esclusivamente nel territorio del comune, dove la limpidezza e la purezza dell'aria, insieme a una lavorazione di grande tecnica artigianale, rendono il suo sapore unico.
La strada si dirama ancora verso nord, fin oltre il confine con la Romagna. L'Appennino incombe ma si sente arrivare il profumo del mare, i boschi di castagno arrossiscono sempre più. Si arriva così a Talamello, antico borgo sulla cima di un colle rivestito da una pineta e da un castagneto secolari, una volta in provincia di Pesaro-Urbino, oggi, dopo un referendum, sotto quella di Rimini. Roccaforte malatestiana nella lotta contro i Montefeltro, il paese vanta eccellenze storico-artistiche di grande rilievo, ma chi vi arriva nella prima metà di novembre avrà un motivo in più di meraviglia. E' questo infatti il periodo della "sfossatura" dell'ambra di Talamello, la caciotta di pecora che ogni agosto scende a maturare nelle fosse scavate nell'arenaria, nelle cantine delle vecchie case locali, per riguadagnare la luce con i primi freddi novembrini e mostrare a tutti la sua superba trasformazione. Così nasce il formaggio di fossa. "Questo formaggio... va giù che è bianco e torna fuori quasi dorato… come l'ambra, che quando riemerge dalle viscere profonde ha un colore giallo luminoso, come se avesse una luce interna". Così ne parlava Tonino Guerra e dalle sue parole ispirate deriva il nome del formaggio di fossa "Ambra di Talamello".
Sempre in autunno, attraversando il Montefeltro, per giungere quasi fino al mare, ci si ferma quando il paesaggio muta e il giallo-rosso dei boschi si trasforma in verde-argento degli ulivi. Eccoci a Cartoceto, borgo disposto a ventaglio sulle pendici di un colle, con gradinate e ripide stradine affiancate da case disposte su più livelli, il tutto circondato da mura che si arrampicano lungo una scarpata. Siamo a 13 km dall'Adriatico, il clima è dolce e la terra offre da secoli un olio superbo, che dal 2004 è tutelato dalla Dop europea. Ogni anno, a inizio novembre, è esposto per la degustazione e l'acquisto nella Mostra Mercato dell'Olio Dop Cartoceto.