Trevi, la chiocciola di pietra
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Ricca di storia e arte ed erede di una genuina cultura gastronomica, Trevi, borgo collinare nel cuore dell'Umbria, incantò Byron, Leopardi e Carducci e rappresenta ancora oggi una meta ideale per gli amanti della natura, dello sport e della buona cucina.
Arte e leggende
Il borgo di legno e pietra dall'inconfondibile forma conica e raccolta, snoda il suo abitato attorno a piazza Mazzini e al palazzo Comunale, edificato nel XIII secolo assieme alla sua imponente torre. La chiesa principale di Trevi, risalente al 1200, è consacrata a Sant'Emiliano che fu primo vescovo e protettore del territorio trevano e si apre sul punto più alto del borgo, proprio dove secondo la tradizione, in epoca pagana sorgeva un tempio dedicato a Diana trivia. La figura di Sant'Emiliano si lega inoltre a un altro simbolo del posto, un olivo millenario sul quale, secondo la leggenda, si consumò il martirio del santo, voluto dall'imperatore Diocleziano nel 304.
Di fronte al Duomo sorge palazzo Lucarini, appartenuto a un'antica e nobile famiglia del borgo; l'edificio, quattrocentesco, venne costruito inglobando un piccolo quartiere medievale e la sua facciata presenta eleganti portali del XVI e XVII secolo. Merita una visita l'ex convento di San Francesco, edificato presso il luogo in cui il Santo predicò al popolo di Trevi nell'anno 1213 e che oggi, trasformato in museo, ospita la pinacoteca, il Museo della società dell'Ulivo, e la Raccolta d'Arte. Altrettanto interessante è il Santuario rinascimentale della Madonna delle Lagrime che accoglie una delle ultime opere del Perugino, la cinquecentesca Adorazione dei Re Magi con i Santi Pietro e Paolo; la sua costruzione, avvenuta tra il 1487 e il 1522, si lega a un episodio miracoloso avvenuto la sera del 5 agosto 1485 quando sgorgarono lacrime di sangue dagli occhi di una Madonna dipinta in un'edicola muraria, e tuttora conservata all'interno della chiesa.
Ricco di storia è anche il teatro Cllitunno, edificato da privati cittadini nel 1875 sotto la guida dell'architetto Domenico Mollajoli; il magnifico sipario, datato 1877, è opera di Domenico Bruschi e mostra l'immagine dell'imperatore Caligola che offre sacrifici al dio Clitunno. Vi è poi Santa Maria di Pietrarossa: l'edificio duecentesco, che offre al suo interno una ricca galleria di affreschi del XVI secolo, prende il nome da una pietra di colore rossastro incastonata in un pilastro del tempio, alla quale gli antichi attribuivano proprietà taumaturgiche legate alla cura dell' infertilità femminile. Meritevole di una sosta e anche Villa Fabri, costruita sul finire del 1500: le sue sale con volte dipinte ottimamente conservate, il parco adiacente e la posizione panoramica con vista sulla valle sottostante fino a Spoleto, la rendono uno dei luoghi più affascinanti di Trevi.
L'olio e gli ortaggi
Il principale prodotto del borgo è senza dubbio l'olio: ottenuto con metodi rigorosamente tradizionali dai frantoi del territorio, per le sue eccezionali qualità organolettiche, la sua bassissima acidità e la ricchezza di polifenoli, è in assoluto tra i migliori in Italia e nel mondo. A Trevi, proprio in occasione della frangitura, si svolge ogni anno Festivol, una manifestazione ricca di iniziative legate alla valorizzazione dell'olio e delle tipicità del borgo.
Le acque del fiume Clitunno, cantate dai poeti latini fino a Byron e Carducci, e considerate miracolose dagli antichi romani, nutrono i territori limitrofi garantendo la crescita di vere e proprie delizie, prima fra tutte il sedano nero, dal cuore polposo e tenero, protagonista di una mostra mercato che si svolge a Trevi nel mese di ottobre. Coltivato in un fazzoletto di terreno dalla straordinaria fertilità nei pressi del fiume Clitunno, il suo utilizzo risale medioevo. La pianta, ricca di vitamine e sali minerali ha proprietà diuretiche e digestive e secondo la tradizione va seminata il Venerdì Santo e fatta germogliare fino a quando il fusto non raggiunge i trenta centimetri di altezza. Il sedano nero è alla base di numerose ricette tipiche del borgo di Trevi, una fra tutte, la parmigiana di Trevi: la tradizione vuole che ogni ragazza vicina al matrimonio sia in grado di prepararla alla perfezione. Antiche credenze popolari attribuiscono all'ortaggio numerose proprietà benefiche: oltre a essere ottimo in cucina, il sedano veniva usato per combattere gli stati febbrili e risvegliare appetiti amorosi.
Altra tipicità del borgo sono alcune varietà di ortaggi coltivate in una zona detta "le Canapine", tra la Flaminia e il Clitunno: in autunno e inverno è possibile gustare spinaci, radicchio, cavoli, broccoli e cardi (anche detti gobbi) mentre in primavera ed estate la fanno da padrone insalate, pomodori, peperoni, melanzane, fagiolini e carote. Gli ortaggi del fiume Clitunno e il sedano nero di Trevi sono portagonisti del tradizionale mercato del borgo, che si svolge ogni quarta domenica del mese. Doveroso è poi citare il tartufo, coltivato nelle sue diverse declinazioni: il bianco, il nero che cresce da novembre a marzo ed è il più diffuso a Trevi e infine lo scorzone estivo.
Nello sperduto altopiano di Manciano sopravvivono alcuni ettari di castagneti che generano un frutto particolarmente saporito e sempre Manciano vanta un'apprezzata produzione di percorino, spesso aromatizzato con germogli di rovo, chiodi di garofano, serpillo, noce moscata e maggiorana. Tra le ghiotte tipicità spiccano infine i salami e in particolare le salsicce, protagoniste di numerose ricette, una fra tutte, la torta al testo, una focaccia schiacciata condita con olio d'oliva e cotta su una lastra di pietra; la torta ancora calda viene farcita con salsiccia e verdure cotte e spesso usata in alternativa al pane.
Quasi un incanto
Il territorio di Trevi comprende una parte pianeggiante e fertile attraversata da numerosi corsi d'acqua, il principale dei quali, il Clitunno, venne addirittura divinizzato dagli antichi romani; vi e poi una fascia collinare ricca di oliveti e infine la zona più in alto coperta da boschi. Proprio Giacomo Leopardi durante un viaggio da Recanati a Roma, rimase affascinato dal borgo, tanto da scrivere in una lettera indirizzata a suo padre, datata 20 novembre 1822 : "quasi incanto il viator l'estima". Effettivamente, accanto alle risorse artistiche e gastronomiche, Trevi rappresenta una meta ideale per gli amanti della natura. Adatta per gite in mountainbike o a cavallo e per praticare soft trekking, il borgo offre un' ampia scelta di percorsi in un ambiente naturalisticamente intatto. Merita una menzione il sentiero degli Ulivi: nato con l'intento di valorizzare la collina umbra dominata appunto dalla presenza dell'olivo, il suo tratto più suggestivo, sospeso tra Spoleto e Foligno, è quello che dalla chiesa di San Michele Arcangelo arriva a Trevi. Il percorso, che si snoda intorno a quote di 500-600 metri e offre agli escursionisti splendidi scorci panoramici, attraversa una serie di piccoli insediamenti urbani di epoca romana ben conservati.
Per informazioni:
www.comune.trevi.pg.it
www.festivol.it www.picnicatrevi.it
Trevi La chiocciola di pietra
Piazza Mazzini
Trevi
Perugia
06039
infoturismo@comune.trevi.pg.it
0742332269
Arte e leggende
Il borgo di legno e pietra dall'inconfondibile forma conica e raccolta, snoda il suo abitato attorno a piazza Mazzini e al palazzo Comunale, edificato nel XIII secolo assieme alla sua imponente torre. La chiesa principale di Trevi, risalente al 1200, è consacrata a Sant'Emiliano che fu primo vescovo e protettore del territorio trevano e si apre sul punto più alto del borgo, proprio dove secondo la tradizione, in epoca pagana sorgeva un tempio dedicato a Diana trivia. La figura di Sant'Emiliano si lega inoltre a un altro simbolo del posto, un olivo millenario sul quale, secondo la leggenda, si consumò il martirio del santo, voluto dall'imperatore Diocleziano nel 304.
Di fronte al Duomo sorge palazzo Lucarini, appartenuto a un'antica e nobile famiglia del borgo; l'edificio, quattrocentesco, venne costruito inglobando un piccolo quartiere medievale e la sua facciata presenta eleganti portali del XVI e XVII secolo. Merita una visita l'ex convento di San Francesco, edificato presso il luogo in cui il Santo predicò al popolo di Trevi nell'anno 1213 e che oggi, trasformato in museo, ospita la pinacoteca, il Museo della società dell'Ulivo, e la Raccolta d'Arte. Altrettanto interessante è il Santuario rinascimentale della Madonna delle Lagrime che accoglie una delle ultime opere del Perugino, la cinquecentesca Adorazione dei Re Magi con i Santi Pietro e Paolo; la sua costruzione, avvenuta tra il 1487 e il 1522, si lega a un episodio miracoloso avvenuto la sera del 5 agosto 1485 quando sgorgarono lacrime di sangue dagli occhi di una Madonna dipinta in un'edicola muraria, e tuttora conservata all'interno della chiesa.
Ricco di storia è anche il teatro Cllitunno, edificato da privati cittadini nel 1875 sotto la guida dell'architetto Domenico Mollajoli; il magnifico sipario, datato 1877, è opera di Domenico Bruschi e mostra l'immagine dell'imperatore Caligola che offre sacrifici al dio Clitunno. Vi è poi Santa Maria di Pietrarossa: l'edificio duecentesco, che offre al suo interno una ricca galleria di affreschi del XVI secolo, prende il nome da una pietra di colore rossastro incastonata in un pilastro del tempio, alla quale gli antichi attribuivano proprietà taumaturgiche legate alla cura dell' infertilità femminile. Meritevole di una sosta e anche Villa Fabri, costruita sul finire del 1500: le sue sale con volte dipinte ottimamente conservate, il parco adiacente e la posizione panoramica con vista sulla valle sottostante fino a Spoleto, la rendono uno dei luoghi più affascinanti di Trevi.
L'olio e gli ortaggi
Il principale prodotto del borgo è senza dubbio l'olio: ottenuto con metodi rigorosamente tradizionali dai frantoi del territorio, per le sue eccezionali qualità organolettiche, la sua bassissima acidità e la ricchezza di polifenoli, è in assoluto tra i migliori in Italia e nel mondo. A Trevi, proprio in occasione della frangitura, si svolge ogni anno Festivol, una manifestazione ricca di iniziative legate alla valorizzazione dell'olio e delle tipicità del borgo.
Le acque del fiume Clitunno, cantate dai poeti latini fino a Byron e Carducci, e considerate miracolose dagli antichi romani, nutrono i territori limitrofi garantendo la crescita di vere e proprie delizie, prima fra tutte il sedano nero, dal cuore polposo e tenero, protagonista di una mostra mercato che si svolge a Trevi nel mese di ottobre. Coltivato in un fazzoletto di terreno dalla straordinaria fertilità nei pressi del fiume Clitunno, il suo utilizzo risale medioevo. La pianta, ricca di vitamine e sali minerali ha proprietà diuretiche e digestive e secondo la tradizione va seminata il Venerdì Santo e fatta germogliare fino a quando il fusto non raggiunge i trenta centimetri di altezza. Il sedano nero è alla base di numerose ricette tipiche del borgo di Trevi, una fra tutte, la parmigiana di Trevi: la tradizione vuole che ogni ragazza vicina al matrimonio sia in grado di prepararla alla perfezione. Antiche credenze popolari attribuiscono all'ortaggio numerose proprietà benefiche: oltre a essere ottimo in cucina, il sedano veniva usato per combattere gli stati febbrili e risvegliare appetiti amorosi.
Altra tipicità del borgo sono alcune varietà di ortaggi coltivate in una zona detta "le Canapine", tra la Flaminia e il Clitunno: in autunno e inverno è possibile gustare spinaci, radicchio, cavoli, broccoli e cardi (anche detti gobbi) mentre in primavera ed estate la fanno da padrone insalate, pomodori, peperoni, melanzane, fagiolini e carote. Gli ortaggi del fiume Clitunno e il sedano nero di Trevi sono portagonisti del tradizionale mercato del borgo, che si svolge ogni quarta domenica del mese. Doveroso è poi citare il tartufo, coltivato nelle sue diverse declinazioni: il bianco, il nero che cresce da novembre a marzo ed è il più diffuso a Trevi e infine lo scorzone estivo.
Nello sperduto altopiano di Manciano sopravvivono alcuni ettari di castagneti che generano un frutto particolarmente saporito e sempre Manciano vanta un'apprezzata produzione di percorino, spesso aromatizzato con germogli di rovo, chiodi di garofano, serpillo, noce moscata e maggiorana. Tra le ghiotte tipicità spiccano infine i salami e in particolare le salsicce, protagoniste di numerose ricette, una fra tutte, la torta al testo, una focaccia schiacciata condita con olio d'oliva e cotta su una lastra di pietra; la torta ancora calda viene farcita con salsiccia e verdure cotte e spesso usata in alternativa al pane.
Quasi un incanto
Il territorio di Trevi comprende una parte pianeggiante e fertile attraversata da numerosi corsi d'acqua, il principale dei quali, il Clitunno, venne addirittura divinizzato dagli antichi romani; vi e poi una fascia collinare ricca di oliveti e infine la zona più in alto coperta da boschi. Proprio Giacomo Leopardi durante un viaggio da Recanati a Roma, rimase affascinato dal borgo, tanto da scrivere in una lettera indirizzata a suo padre, datata 20 novembre 1822 : "quasi incanto il viator l'estima". Effettivamente, accanto alle risorse artistiche e gastronomiche, Trevi rappresenta una meta ideale per gli amanti della natura. Adatta per gite in mountainbike o a cavallo e per praticare soft trekking, il borgo offre un' ampia scelta di percorsi in un ambiente naturalisticamente intatto. Merita una menzione il sentiero degli Ulivi: nato con l'intento di valorizzare la collina umbra dominata appunto dalla presenza dell'olivo, il suo tratto più suggestivo, sospeso tra Spoleto e Foligno, è quello che dalla chiesa di San Michele Arcangelo arriva a Trevi. Il percorso, che si snoda intorno a quote di 500-600 metri e offre agli escursionisti splendidi scorci panoramici, attraversa una serie di piccoli insediamenti urbani di epoca romana ben conservati.
Per informazioni:
www.comune.trevi.pg.it
www.festivol.it www.picnicatrevi.it
Trevi La chiocciola di pietra
Piazza Mazzini
Trevi
Perugia
06039
infoturismo@comune.trevi.pg.it
0742332269