Vino e architettura. Le cantine più belle d'Italia
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Le Cantine non sono più solo luoghi dove si fa il vino. Oggi gli spazi sono pensati, oltre che per essere funzionalil, anche per essere belli da vedere. Un piccolo viaggio in quelle che, secondo me, sono tra le più belle architetture!
Vino e architettura, Già! Dimenticate quelle polverose cantine di fine anni Ottanta, luoghi accessibili e attraenti solo ai viticoltori illuminati e ai loro enologi. Oggi le Cantine sono sempre di più luoghi belli. Sì, belli da vedere. L’estetica, insomma, è arrivata fino a qui insieme alle iniziative: concerti, mostre d’arte, incontri sono ormai all’ordine del giorno. Ci sono però, almeno secondo me, una decina di Cantine in Italia che meritano una visita fosse anche solo (e non è così perché vi assicuro che i vini sono da favola), per la loro architettura. Il comun denominatore di queste wine architecture è sempre il rispetto per il territorio. Sempre di più, infatti, la cantina deve integrarsi e quasi sparire nel paesaggio. Il luogo dove si fa vino, insomma, è sacro e come tale va rispettato e per questo motivo vino e architettura si incrociano così bene fra loro. Lo hanno capito bene gli architetti che con i produttori hanno lavorato a questi progetti. Si va allora dalla Cantina interamente sotterranea della famiglia Antinori in Toscana, nel Chianti, al carapace pensato da Arnado Pomodoro in Umbria per la Tenuta Castelbuono, di proprietà della famiglia Lunelli (quelli degli spumanti Ferrari, per intenderci). Volete saperne di più? Venite con me, allora, alla scoperta delle magnifiche dieci!
1 - Antinori nel Chianti Classico
Bargino, San Casciano Val di Pesa (Firenze)
La cantina è stata inaugurata nel 2012 (ma il progetto è stato di 7 anni) e rappresenta il legame della famiglia Antinori con la propria terra. Progettata dall’architetto Marco Casamonti, è un’opera architettonica innovativa ed è tutta edificata con materiali naturali (cotto, legno, vetro), concepita per avere un basso impatto ambientale e un alto risparmio energetico. Dall’esterno è praticamente invisibile, se non per due fenditure orizzontali che attraversano la collina. All’interno colpisce la scenografica scala elicoidale che unisce i tre livelli della Cantina progettata per consentire la vinificazione per gravità.
2 – Petra
Suvereto (Livorno)
Fu Vittorio Moretti, proprietario di Petra a chiedere niente di meno che a Mario Botta di progettare la Cantina di Suvereto (Livorno). Al di là delle questioni tecniche, a Botta venne chiesto di esprimere in un edificio la passione di Vittorio Moretti. Botta ha osservato la trama geometrica della vigna che contrasta l’andamento ondulato del suolo, immaginando una struttura razionale con un solo fronte, a valle, fuori terra, posto su un pianoro allungato immerso nelle vigne. Al centro del lungo fronte si innalza un volume cilindrico rivestito di pietra di Prun che, tra le altre cose, accoglie i serbatoi per la vinificazione. Al piano terra poi scorre una lunga galleria che si arresta davanti a una parete di roccia, nel cuore della collina. Uno spazio di incontro e riflessione. Come il vino deve essere.
3 – Rocca di Frassinello
Gavorrano (Grosseto)
La cantina maremmana è nata da una joint venture tra Castellare di Castellina e Domaines de Baron de Rotschild ed è stata progetta da Renzo Piano. La costruzione ospita l’intero processo produttivo vinicolo e l’edificio di circa 8 mila metri quadrati, è in gran parte sotterraneo. Per Renzo Piano è stato fondamentale capire il contesto nel quale era inserito il progetto. Tanto che ha sorvolato diverse volte la zona (siamo vicino al piccolo borgo di Giuncarico) in elicottero. Il progetto si è ispirato all’idea di una piazza aperta con un padiglione in vetro e una cantina illuminata dall’alto dai raggi del sole trasmessi da una torre “cattura luce” e da alcuni specchi. La barricaia è sovrastata da questa grande piazza a cielo aperto, un’immensa, lucente terrazza.
4 – Terre da vino
Barolo (Cuneo)
Siamo nel cuore delle Langhe in un edificio progettato da Gianni Arnaudo. I fiori all’occhiello di questa struttura sono la sala per l’affinamento della Barbera con le sue 2 mila barrique di rovere e la sala del Nebbiolo. La cantina è il punto d’incontro dei 2.500 piccoli conferitori proprietari dei vigneti tutt’attorno che conferiscono qui le loro uve. Elegante, essenziale, la cantina si integra perfettamente con il paesaggio di Langa. Arnaudo ha dichiarato più volte come l’elemento cantina fossero un perfetto strumento di indagine per capire le Langhe e l’intento, è perfettamente riuscito.
5 –Mezzacorona
Mezzocorona (Trento)
Acciaio, legno, vetro e alluminio sono i soli materiali usati nella costruzione della Cantina Mezzacorona. Alberto Cecchetto, il progettista, ha studiato il paesaggio della Piana Rotaliana e ha immaginato il profilo della cantina come quello del paesaggio che disegna la terra. L’edificio assorbe così i caratteri del luogo e ne diventa parte fondante; in particolare, la copertura riprende proprio il saliscendi dei vigneti. Quando si dice “integrazione perfetta”!
6- Cantina Pieve Vecchia
Campagnatico (Grosseto)
La cantina è disegnata attorno al paesaggio. Siamo nel cuore della Maremma e la natura parla da sola. La voce è stata comunque ascoltata dall’architetto Enrico Sartori che ha lavorato a stretto contatto con l’agronomo e l’enologo per pensare in particolar modo agli spazi interni, nascosti nel terreno e dedicati alla vinificazione. La designer Cini Boeri ha progettato, invece, la parte fuori terra della cantina, con le grandi vetrate e le architetture a forma di vela. Straordinaria la bottaia con i suoi delicati giochi di luce che vanno dal rosso, al giallo, passando per il verde. Un luogo, insomma, dove il vino si coccola.
7- Fonterutoli
Castellina in Chianti (Siena)
Una distesa di 650 ettari, 117 a vigneto, tra i 230 e i 500 metri sul livello del mare. Qui sorge Fonterutoli, una cantina che è stata definita dalla critica “la più impressionante di tutto il Chianti”. La struttura, su tre piani e basso impatto ambientale, è stata progetta dall’architetto Agnese Mazzei e il progetto sfrutta la forza di gravità usando anche le falde d’acqua che, naturalmente sgorga da una parete. Anche in questo caso la barricaia è il punto di forza: una parete di roccia, a vista, chiude lo spazio dove si custodiscono ben 3.500 barrique.
8 – Tenuta Ammiraglia
Magliano in Toscana (Grosseto)
Siamo in una Tenuta di proprietà della famiglia Frescobaldi e in una zona della Toscana ancora incontaminata. La Cantina è un tempio del design progettata da Pietro Sartogo. La Cantina appare come una fessura di circa 130 metri che si staglia nel terreno. Basso impatto ambientale, eleganza e funzionalità ne sono i cardini.
9- Collemassari
Cirignano (Grosseto)
I fratelli Tipa, hanno scelto Edoardo Milesi come progettista della loro nuova Cantina. Il fabbricato è una scatola di legno interrata e l’unico elemento emergente è una quinta bianca che esce dalla collina, una maglia, come l’ha definita l’architetto, che trattiene quasi come una rete il paesaggio circostante. Si tratta di un’altalena tra i pieni e i vuoti in cui l’interno gioca a nascondino con l’esterno.
10 – Tenuta Castelbuono
Bevagna (Perugia)
Arnaldo Pomodoro ha pensato a un carapace, a un guscio che racchiuda arte, natura e vino in continuo dialogo fra loro. Questa à la nuova cantina umbra della famiglia Lunelli. Il carapace è un’opera unica, ai confini fra scultura e architettura. “La prima scultura al mondo in cui si lavora”, così l’ha definita Pomodoro stesso. Ci sono voluti sei anni di lavori per dare vita a quest’opera che è diventata il tempio del Sagrantino di Montefalco.
a cura di Elena Caccia
Vino e architettura, Già! Dimenticate quelle polverose cantine di fine anni Ottanta, luoghi accessibili e attraenti solo ai viticoltori illuminati e ai loro enologi. Oggi le Cantine sono sempre di più luoghi belli. Sì, belli da vedere. L’estetica, insomma, è arrivata fino a qui insieme alle iniziative: concerti, mostre d’arte, incontri sono ormai all’ordine del giorno. Ci sono però, almeno secondo me, una decina di Cantine in Italia che meritano una visita fosse anche solo (e non è così perché vi assicuro che i vini sono da favola), per la loro architettura. Il comun denominatore di queste wine architecture è sempre il rispetto per il territorio. Sempre di più, infatti, la cantina deve integrarsi e quasi sparire nel paesaggio. Il luogo dove si fa vino, insomma, è sacro e come tale va rispettato e per questo motivo vino e architettura si incrociano così bene fra loro. Lo hanno capito bene gli architetti che con i produttori hanno lavorato a questi progetti. Si va allora dalla Cantina interamente sotterranea della famiglia Antinori in Toscana, nel Chianti, al carapace pensato da Arnado Pomodoro in Umbria per la Tenuta Castelbuono, di proprietà della famiglia Lunelli (quelli degli spumanti Ferrari, per intenderci). Volete saperne di più? Venite con me, allora, alla scoperta delle magnifiche dieci!
1 - Antinori nel Chianti Classico
Bargino, San Casciano Val di Pesa (Firenze)
La cantina è stata inaugurata nel 2012 (ma il progetto è stato di 7 anni) e rappresenta il legame della famiglia Antinori con la propria terra. Progettata dall’architetto Marco Casamonti, è un’opera architettonica innovativa ed è tutta edificata con materiali naturali (cotto, legno, vetro), concepita per avere un basso impatto ambientale e un alto risparmio energetico. Dall’esterno è praticamente invisibile, se non per due fenditure orizzontali che attraversano la collina. All’interno colpisce la scenografica scala elicoidale che unisce i tre livelli della Cantina progettata per consentire la vinificazione per gravità.
2 – Petra
Suvereto (Livorno)
Fu Vittorio Moretti, proprietario di Petra a chiedere niente di meno che a Mario Botta di progettare la Cantina di Suvereto (Livorno). Al di là delle questioni tecniche, a Botta venne chiesto di esprimere in un edificio la passione di Vittorio Moretti. Botta ha osservato la trama geometrica della vigna che contrasta l’andamento ondulato del suolo, immaginando una struttura razionale con un solo fronte, a valle, fuori terra, posto su un pianoro allungato immerso nelle vigne. Al centro del lungo fronte si innalza un volume cilindrico rivestito di pietra di Prun che, tra le altre cose, accoglie i serbatoi per la vinificazione. Al piano terra poi scorre una lunga galleria che si arresta davanti a una parete di roccia, nel cuore della collina. Uno spazio di incontro e riflessione. Come il vino deve essere.
3 – Rocca di Frassinello
Gavorrano (Grosseto)
La cantina maremmana è nata da una joint venture tra Castellare di Castellina e Domaines de Baron de Rotschild ed è stata progetta da Renzo Piano. La costruzione ospita l’intero processo produttivo vinicolo e l’edificio di circa 8 mila metri quadrati, è in gran parte sotterraneo. Per Renzo Piano è stato fondamentale capire il contesto nel quale era inserito il progetto. Tanto che ha sorvolato diverse volte la zona (siamo vicino al piccolo borgo di Giuncarico) in elicottero. Il progetto si è ispirato all’idea di una piazza aperta con un padiglione in vetro e una cantina illuminata dall’alto dai raggi del sole trasmessi da una torre “cattura luce” e da alcuni specchi. La barricaia è sovrastata da questa grande piazza a cielo aperto, un’immensa, lucente terrazza.
4 – Terre da vino
Barolo (Cuneo)
Siamo nel cuore delle Langhe in un edificio progettato da Gianni Arnaudo. I fiori all’occhiello di questa struttura sono la sala per l’affinamento della Barbera con le sue 2 mila barrique di rovere e la sala del Nebbiolo. La cantina è il punto d’incontro dei 2.500 piccoli conferitori proprietari dei vigneti tutt’attorno che conferiscono qui le loro uve. Elegante, essenziale, la cantina si integra perfettamente con il paesaggio di Langa. Arnaudo ha dichiarato più volte come l’elemento cantina fossero un perfetto strumento di indagine per capire le Langhe e l’intento, è perfettamente riuscito.
5 –Mezzacorona
Mezzocorona (Trento)
Acciaio, legno, vetro e alluminio sono i soli materiali usati nella costruzione della Cantina Mezzacorona. Alberto Cecchetto, il progettista, ha studiato il paesaggio della Piana Rotaliana e ha immaginato il profilo della cantina come quello del paesaggio che disegna la terra. L’edificio assorbe così i caratteri del luogo e ne diventa parte fondante; in particolare, la copertura riprende proprio il saliscendi dei vigneti. Quando si dice “integrazione perfetta”!
6- Cantina Pieve Vecchia
Campagnatico (Grosseto)
La cantina è disegnata attorno al paesaggio. Siamo nel cuore della Maremma e la natura parla da sola. La voce è stata comunque ascoltata dall’architetto Enrico Sartori che ha lavorato a stretto contatto con l’agronomo e l’enologo per pensare in particolar modo agli spazi interni, nascosti nel terreno e dedicati alla vinificazione. La designer Cini Boeri ha progettato, invece, la parte fuori terra della cantina, con le grandi vetrate e le architetture a forma di vela. Straordinaria la bottaia con i suoi delicati giochi di luce che vanno dal rosso, al giallo, passando per il verde. Un luogo, insomma, dove il vino si coccola.
7- Fonterutoli
Castellina in Chianti (Siena)
Una distesa di 650 ettari, 117 a vigneto, tra i 230 e i 500 metri sul livello del mare. Qui sorge Fonterutoli, una cantina che è stata definita dalla critica “la più impressionante di tutto il Chianti”. La struttura, su tre piani e basso impatto ambientale, è stata progetta dall’architetto Agnese Mazzei e il progetto sfrutta la forza di gravità usando anche le falde d’acqua che, naturalmente sgorga da una parete. Anche in questo caso la barricaia è il punto di forza: una parete di roccia, a vista, chiude lo spazio dove si custodiscono ben 3.500 barrique.
8 – Tenuta Ammiraglia
Magliano in Toscana (Grosseto)
Siamo in una Tenuta di proprietà della famiglia Frescobaldi e in una zona della Toscana ancora incontaminata. La Cantina è un tempio del design progettata da Pietro Sartogo. La Cantina appare come una fessura di circa 130 metri che si staglia nel terreno. Basso impatto ambientale, eleganza e funzionalità ne sono i cardini.
9- Collemassari
Cirignano (Grosseto)
I fratelli Tipa, hanno scelto Edoardo Milesi come progettista della loro nuova Cantina. Il fabbricato è una scatola di legno interrata e l’unico elemento emergente è una quinta bianca che esce dalla collina, una maglia, come l’ha definita l’architetto, che trattiene quasi come una rete il paesaggio circostante. Si tratta di un’altalena tra i pieni e i vuoti in cui l’interno gioca a nascondino con l’esterno.
10 – Tenuta Castelbuono
Bevagna (Perugia)
Arnaldo Pomodoro ha pensato a un carapace, a un guscio che racchiuda arte, natura e vino in continuo dialogo fra loro. Questa à la nuova cantina umbra della famiglia Lunelli. Il carapace è un’opera unica, ai confini fra scultura e architettura. “La prima scultura al mondo in cui si lavora”, così l’ha definita Pomodoro stesso. Ci sono voluti sei anni di lavori per dare vita a quest’opera che è diventata il tempio del Sagrantino di Montefalco.
a cura di Elena Caccia