Stop agli sprechi alimentari: in Francia approvate nuove misure
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Negozi e supermercati avranno l’obbligo di ridurre il loro spreco alimentare. A stabilirlo è il Parlamento francese che ha approvato all’unanimità tre emendamenti sulla transizione energetica
Negozi e supermercati avranno l’obbligo di ridurre il loro spreco alimentare. A stabilirlo è il Parlamento francese che ha approvato all’unanimità tre emendamenti sulla transizione energetica.
Le misure - presentate da Guillame Garot, deputato socialista ed ex sottosegretario dell’agroalimentare – vietano in particolare ai supermercati di “rendere inutilizzabili”, attraverso il ricorso ad esempio alla candeggina, i prodotti scaduti o quelli invenduti vicini alla scadenza. I prodotti ancora adatti al consumo umano dovranno, infatti, essere donati dai punti di vendita ad associazioni caritative. Per quanto riguardo gli alimenti non più vendibili saranno destinati, invece, al consumo animale, al compostaggio o alla valorizzazione energetica. I supermercati con una superficie di oltre 400 metri quadrati avranno, inoltre, l’obbligo di sottoscrivere apposite convenzioni con enti di beneficenza.
Tali provvedimenti costituiscono un primo passo nella lunga, ma necessaria strada per la lotta agli sprechi. Tra le aziende della grande distribuzione, tuttavia, c’è già chi avanza dubbi sulla mancanza di dotazioni da parte delle associazioni per conservare e distribuire in tempi utili i prodotti donati.
E in Italia? Anche nel nostro Paese c’è qualche virtuosa iniziativa per combattere gli sprechi. È il caso di “last minute sotto casa” (Lmsc) il progetto lanciato dal comune di Narni (TR) per favorire il recupero di risorse da parte del negoziante e offrire ai clienti dei prezzi vantaggiosi. Attraverso una sorta di “live marketing” i commercianti, da pc o smarthpone, segnalano in tempo reale ai cittadini nelle vicinanze i prodotti alimentari in scadenza o in eccedenza. I clienti al contempo possono indicare a che distanza da casa o luoghi vari desiderano ricevere proposte e da quali tipologie di negozio.
E, sempre per evitare di buttare cibi in eccesso, è nato a Milano il Refettorio Ambrosiano di piazza Greco. Una mensa dove per l’intera durata di Expo i migliori chef al mondo si alternano nella preparazione di piatti cucinati con le eccedenze dell’Esposizione e destinati a giovani e bisognosi. Il Refettorio – nato dall’intuizione dello chef Massimo Bottura e del regista Davide Rampello e gestito dai volontari della Caritas Ambrosiana – rimarrà attivo anche al termine dell’Esposizione.
A livello tecnologico si segnala invece Ratatouille, la app ideata da quattro ragazzi veneti e scaricabile sull’Apple Store, che permette di scambiare, o volendo anche vendere, il cibo avanzato tra vicini di casa.
Sia privati, sia associazioni pubbliche si stanno insomma muovendo per dare, nei modi più vari, un esempio di soluzione al problema degli sprechi alimentari. Ma, in tutti i casi, si tratta d’iniziative sporadiche, di pochi e non coordinate. Ci domandiamo, ad esempio, come veda la questione la Gdo e come ci si potrebbe organizzare per evitare che l’invenduto finisca in pattumiera. Ci auspichiamo che a breve anche in Italia ci sia un intervento significativo da parte delle istituzioni.
di Alessandra Cioccarelli
Negozi e supermercati avranno l’obbligo di ridurre il loro spreco alimentare. A stabilirlo è il Parlamento francese che ha approvato all’unanimità tre emendamenti sulla transizione energetica.
Le misure - presentate da Guillame Garot, deputato socialista ed ex sottosegretario dell’agroalimentare – vietano in particolare ai supermercati di “rendere inutilizzabili”, attraverso il ricorso ad esempio alla candeggina, i prodotti scaduti o quelli invenduti vicini alla scadenza. I prodotti ancora adatti al consumo umano dovranno, infatti, essere donati dai punti di vendita ad associazioni caritative. Per quanto riguardo gli alimenti non più vendibili saranno destinati, invece, al consumo animale, al compostaggio o alla valorizzazione energetica. I supermercati con una superficie di oltre 400 metri quadrati avranno, inoltre, l’obbligo di sottoscrivere apposite convenzioni con enti di beneficenza.
Tali provvedimenti costituiscono un primo passo nella lunga, ma necessaria strada per la lotta agli sprechi. Tra le aziende della grande distribuzione, tuttavia, c’è già chi avanza dubbi sulla mancanza di dotazioni da parte delle associazioni per conservare e distribuire in tempi utili i prodotti donati.
E in Italia? Anche nel nostro Paese c’è qualche virtuosa iniziativa per combattere gli sprechi. È il caso di “last minute sotto casa” (Lmsc) il progetto lanciato dal comune di Narni (TR) per favorire il recupero di risorse da parte del negoziante e offrire ai clienti dei prezzi vantaggiosi. Attraverso una sorta di “live marketing” i commercianti, da pc o smarthpone, segnalano in tempo reale ai cittadini nelle vicinanze i prodotti alimentari in scadenza o in eccedenza. I clienti al contempo possono indicare a che distanza da casa o luoghi vari desiderano ricevere proposte e da quali tipologie di negozio.
E, sempre per evitare di buttare cibi in eccesso, è nato a Milano il Refettorio Ambrosiano di piazza Greco. Una mensa dove per l’intera durata di Expo i migliori chef al mondo si alternano nella preparazione di piatti cucinati con le eccedenze dell’Esposizione e destinati a giovani e bisognosi. Il Refettorio – nato dall’intuizione dello chef Massimo Bottura e del regista Davide Rampello e gestito dai volontari della Caritas Ambrosiana – rimarrà attivo anche al termine dell’Esposizione.
A livello tecnologico si segnala invece Ratatouille, la app ideata da quattro ragazzi veneti e scaricabile sull’Apple Store, che permette di scambiare, o volendo anche vendere, il cibo avanzato tra vicini di casa.
Sia privati, sia associazioni pubbliche si stanno insomma muovendo per dare, nei modi più vari, un esempio di soluzione al problema degli sprechi alimentari. Ma, in tutti i casi, si tratta d’iniziative sporadiche, di pochi e non coordinate. Ci domandiamo, ad esempio, come veda la questione la Gdo e come ci si potrebbe organizzare per evitare che l’invenduto finisca in pattumiera. Ci auspichiamo che a breve anche in Italia ci sia un intervento significativo da parte delle istituzioni.
di Alessandra Cioccarelli