Franconia, patria delle birre artigianali
Preferiti
Condividi
In un Biergarten tra un boccale di Lager, Keller e una Rauch Bier, le affumicate. Un viaggio che merita anche per i piaceri della gola. Un’antica tradizione che vede la birra scorrere dai rubinetti in ottone.
Uno dei luoghi magici, per le birre artigianali, è la Franconia, una piccola regione a nord della Baviera, in Germania, che si adagia su dolci colline, si nasconde tra boschi e foreste, si svela nella bellezza architettonica di Bamberga, città unica e originale, rimasta illesa dalle ferite della Seconda Guerra Mondiale. La passione per le birre mi ha portato qui la prima volta e ora non posso fare a meno di ritornarci più volte l’anno. In tarda primavera ed estate guardo con cupidigia le case tipiche, sognando di trascorrerci la vecchiaia, camminando tra i canali di Bamberga. Per rinfrescarmi passo il tempo nei Biergarten, i locali estivi, assaporando le birre locali all’aperto, all’ombra di qualche albero. In inverno mi convinco che non potrei sopravvivere al freddo, al buio e all’umido e mi affretto da un birrificio all’altro, per riscaldandomi con le birre invernali, il calore della stufa e una zuppa.
In Franconia sono nate vere e proprie amicizie, ci sono birrifici dove mi sento come a casa, altri dove riconosco alcuni dipendenti e molti avventori abituali. Andreas Gänsteller è un amico fraterno, per me il più grande birraio tedesco di oggi. Nel suo birrificio, il Gänstaller Bräu, Schnaid, frazione di Hallerndorf, senza locale di mescita, ogni giorno rinnova la tradizione brassicola locale, innalzandola a livelli eccelsi, rendendola attuale, moderna, quasi futurista rispetto ad altre creazioni, eppure ancora così legata al suo territorio e a un metodo produttivo ancorato al passato.
Stephan Zehendner, nell’omonimo birrificio di famiglia a Mönchsambach (frazione di Burgebrach), ripete, con rispetto e amore, le ricette dei suoi avi. Le sue birre sono sincere, fresche, piacevolissime. La sua Lager è la summa delle landbier locali. Dopo anni di frequentazione del suo locale mi fa accomodare al tavolo degli amici, lo stammtisch, e mi vizia aprendo in anteprima la birra stagionale. Già, perché in questi birrifici le birre a disposizione sono poche, a volte anche una sola, e cambiano in base alla stagione. Nella maggior parte dei casi sgorgano da botti a caduta, in cui un rubinetto in ottone è inserito a martellate. Un rituale per i franconi normali, che invece mi lascia ogni volta a bocca aperta, come un bambino. E avere il primo boccale mi riempie di gioia.
A Bamberga divido il mio tempo tra la Brauerei Spezial (Obere Königstraße 10) e Mahrs-Bräu (Wunderburg 10) dove assaporo le due declinazioni di Ungespundet, detta familiarmente U. In Spezial, che ha anche un meraviglioso locale estivo con vista panoramica (Sternwartstraße 8), anche la Lager, la loro birra delicatamente affumicata, è estremamente piacevole. Bamberga e la Franconia sono la patria delle Rauch bier, le birre affumicate.
In Mahrs Stephan Michel ha ereditato il birrificio di famiglia, attivo dal 1670 e lo sta lentamente portando nel XXI secolo, con molte idee innovative, che (per fortuna) non alterano la birra che più lo contraddistingue, la U appunto. In compenso, si mangia piuttosto bene.
E finalmente ho tra le mani un piccolo volume, che racconta tutto ciò, dal titolo Birra in Franconia, scritto da uno dei più profondi conoscitori di quelle terre e di quelle birre, Manuele Colonna (del Ma che siete venuti a fa di Roma) e… sì, sono emozionato. Non solo perché Manuele mi ha chiesto di scrivere la prefazione, in virtù dei tanti viaggi che abbiamo condiviso negli anni in quei luoghi. Non solo per le splendide foto di Micheal James, altro grande appassionato di queste birre e di fotografia, che riempiono le pagine. Sono emozionato perché Manuele conosce quelle lande meglio degli stessi abitanti, perché ogni riga, ogni parola rende giustizia a quelle birre, a quei birrifici, a quei birrai. Perché Manuele ha il mio stesso modo di intendere questo mondo: la birra è un mezzo e uno scopo, ma il fine ultimo è capire da dove arrivano i sapori e gli aromi di una birra, chi sono le persone che la producono, e anche chi la consuma. E non disdegna di guardarsi attorno e godersi i panorami, i luoghi, gli attimi. Un libro da leggere, possibilmente con una birra della Franconia, una Keller, nel suo tipico boccale di ceramica, in mano, prima di organizzare un viaggio e da usare come guida una volta là. Salute e buon viaggio!
di Andrea Camaschella
Uno dei luoghi magici, per le birre artigianali, è la Franconia, una piccola regione a nord della Baviera, in Germania, che si adagia su dolci colline, si nasconde tra boschi e foreste, si svela nella bellezza architettonica di Bamberga, città unica e originale, rimasta illesa dalle ferite della Seconda Guerra Mondiale. La passione per le birre mi ha portato qui la prima volta e ora non posso fare a meno di ritornarci più volte l’anno. In tarda primavera ed estate guardo con cupidigia le case tipiche, sognando di trascorrerci la vecchiaia, camminando tra i canali di Bamberga. Per rinfrescarmi passo il tempo nei Biergarten, i locali estivi, assaporando le birre locali all’aperto, all’ombra di qualche albero. In inverno mi convinco che non potrei sopravvivere al freddo, al buio e all’umido e mi affretto da un birrificio all’altro, per riscaldandomi con le birre invernali, il calore della stufa e una zuppa.
In Franconia sono nate vere e proprie amicizie, ci sono birrifici dove mi sento come a casa, altri dove riconosco alcuni dipendenti e molti avventori abituali. Andreas Gänsteller è un amico fraterno, per me il più grande birraio tedesco di oggi. Nel suo birrificio, il Gänstaller Bräu, Schnaid, frazione di Hallerndorf, senza locale di mescita, ogni giorno rinnova la tradizione brassicola locale, innalzandola a livelli eccelsi, rendendola attuale, moderna, quasi futurista rispetto ad altre creazioni, eppure ancora così legata al suo territorio e a un metodo produttivo ancorato al passato.
Stephan Zehendner, nell’omonimo birrificio di famiglia a Mönchsambach (frazione di Burgebrach), ripete, con rispetto e amore, le ricette dei suoi avi. Le sue birre sono sincere, fresche, piacevolissime. La sua Lager è la summa delle landbier locali. Dopo anni di frequentazione del suo locale mi fa accomodare al tavolo degli amici, lo stammtisch, e mi vizia aprendo in anteprima la birra stagionale. Già, perché in questi birrifici le birre a disposizione sono poche, a volte anche una sola, e cambiano in base alla stagione. Nella maggior parte dei casi sgorgano da botti a caduta, in cui un rubinetto in ottone è inserito a martellate. Un rituale per i franconi normali, che invece mi lascia ogni volta a bocca aperta, come un bambino. E avere il primo boccale mi riempie di gioia.
A Bamberga divido il mio tempo tra la Brauerei Spezial (Obere Königstraße 10) e Mahrs-Bräu (Wunderburg 10) dove assaporo le due declinazioni di Ungespundet, detta familiarmente U. In Spezial, che ha anche un meraviglioso locale estivo con vista panoramica (Sternwartstraße 8), anche la Lager, la loro birra delicatamente affumicata, è estremamente piacevole. Bamberga e la Franconia sono la patria delle Rauch bier, le birre affumicate.
In Mahrs Stephan Michel ha ereditato il birrificio di famiglia, attivo dal 1670 e lo sta lentamente portando nel XXI secolo, con molte idee innovative, che (per fortuna) non alterano la birra che più lo contraddistingue, la U appunto. In compenso, si mangia piuttosto bene.
E finalmente ho tra le mani un piccolo volume, che racconta tutto ciò, dal titolo Birra in Franconia, scritto da uno dei più profondi conoscitori di quelle terre e di quelle birre, Manuele Colonna (del Ma che siete venuti a fa di Roma) e… sì, sono emozionato. Non solo perché Manuele mi ha chiesto di scrivere la prefazione, in virtù dei tanti viaggi che abbiamo condiviso negli anni in quei luoghi. Non solo per le splendide foto di Micheal James, altro grande appassionato di queste birre e di fotografia, che riempiono le pagine. Sono emozionato perché Manuele conosce quelle lande meglio degli stessi abitanti, perché ogni riga, ogni parola rende giustizia a quelle birre, a quei birrifici, a quei birrai. Perché Manuele ha il mio stesso modo di intendere questo mondo: la birra è un mezzo e uno scopo, ma il fine ultimo è capire da dove arrivano i sapori e gli aromi di una birra, chi sono le persone che la producono, e anche chi la consuma. E non disdegna di guardarsi attorno e godersi i panorami, i luoghi, gli attimi. Un libro da leggere, possibilmente con una birra della Franconia, una Keller, nel suo tipico boccale di ceramica, in mano, prima di organizzare un viaggio e da usare come guida una volta là. Salute e buon viaggio!
di Andrea Camaschella