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Da Guttuso a Vanessa Beecroft: l'arte protagonista di Expo

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Come raccontare una storia di millenni? Come dimostrare al mondo cosa significhi essere italiani? Attraverso l’allestimento di un museo temporaneo al Padiglione Italia. In mostra alcuni dei capolavori del nostro patrimonio culturale. Un'occasione per un breve, ma intenso viaggio nella storia dell'arte
 

Il Padiglione Italia di Expo 2015, si presenta come un piccolo e prezioso museo. Accanto alle eccellenze enogastronomiche del nostro Paese, infatti, trova spazio anche l’arte. Entrando, il visitatore si troverà come catapultato in un viaggio, un Grand Tour come accadeva nel Settecento e tutte le opere esposte portano con sé dei messaggi attinenti al tema di Expo.
 
Si comincia con l’interpretazione artistica di una grande artista italiana contemporanea: la scultura, Jennifer Statuario, questo il nome dell’opera realizzata da Vanessa Beecroft appositamente per Expo, ottenuta direttamente da un calco della sorella dell’artista e composta da due parti, ma a testa in giù e in stile classico-figurativo. E per parlare di classicità, saranno presenti a Expo due capolavori dell’antichità: la Hora, I secolo d.C., in marmo di Carrara, conservata presso la Galleria degli Uffizi di Firenze e il Trapezophoros. Quest’ultimo è un sostegno di mensa in marmo dipinto della seconda metà del IV secolo a.C. L’opera è stata rinvenuta durante gli scavi dell’area archeologica di Ascoli Satriano, in Puglia. La scultura, alta 95 centimetri e lunga 148, raffigura una coppia di grifi animali fantastici con il corpo di leone e la testa di drago, mentre azzannano un cerbiatto disteso al suolo. Nella Hora si riconosce l’effige di Pomona, la dea romana dei frutti; l’uva, le pere, le melograne e le noci che traboccano dal mantello della donna non lasciano dubbi sull’identità del personaggio Ci si ritrova catapultati nel mercato di Palermo con la Vucciria di Renato Guttuso, uno tra i più famosi oli su tela del Novecento, realizzato nel 1974 quando l’artista venne catturato dai colori e dai profumi dei cibi di strada. Nel dipinto, infatti, si ritrovano lo sfincione, la pizza con caciocavallo e cipolla, la quaglie di melanzane fritte, le focacce vastedde, le panelle e cioè le frittelle di farina di ceci, le cazzille, le crochette di patate e molto altro. L’ortolano, dell’Arcimboldo, è una delle rarissime opere ad essere reversibile: se ruotato di 180° si trasforma in un’altra immagine, la Ciotola di ortaggi. A completare la raccolta del Padiglione Italia ci sarà il Genio Futurista di Giacomo Balla, un omaggio a Expo, dato che l’opera era stata presentata proprio all’Esposizione universale di Parigi nel 1925.
 
Questa temporanea raccolta d’arte rende omaggio all’Italia che è sempre stata patria di grandi maestri e per questo motivo, l’elemento artistico è imprescindibile, come ha sottolineato Diana Bracco, presidente di Expo e Commissario generale di sezione per il Padiglione Italia, durante la conferenza stampa di presentazione del Padiglione Italia. «Expo deve essere visibile al mondo come patrimonio di bellezza, cuore della nostra identità», ha aggiunto Ilaria Borletti Buitoni, sottosegretario al Ministero dei Beni, attività culturali e turismo.
 
di Elena Caccia

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