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A conversazione con Angela Nanetti. Vino bianco e poesia sono il mio relax

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Al Castello del Terriccio Saporie.com ha incontrato Angela Nanetti, vincitrice con Il Bambino di Budrio de Il Premio Vino del Terriccio. Il Romanzo nella Storia. Tra le splendide colline del pisano ci ha raccontato dei suoi gusti in fatto di vino e letteratura

Nota e pluripremiata autrice di libri per ragazzi – tra gli altri Mio nonno era un ciliegio (Einaudi Ragazzi, 1998), pubblicato in 21 Paesi, ha ricevuto il 1° premio "Migliore libro tradotto" Slovacchia 2008 – Angela Nanetti con Il Bambino di Budrio è la vincitrice della prima edizione del Premio Vino del Terriccio. Il Romanzo nella Storia indetto dal Castello del Terriccio, Cantina d’eccellenza a Castellina Marittima (Pisa). Saporie.com ha incontrato l’autrice e conversato con lei del suo ultimo romanzo. E non solo…
 
- Con Il Bambino di Budrio, il suo primo romanzo per adulti, ha vinto il Premio Terriccio. Vittoria attesa o inaspettata?
Per scaramanzia in questi giorni ho preferito immaginare gli altri due concorrenti (Pierluigi Panza e Sally O’ Reilly ndr) al mio posto. Pensavo di aver scritto un bel romanzo, ma La Dama Nera della scrittrice O’ Reilly mi sembrava avere un potenziale maggiore, soprattutto per via del periodo elisabettiano. È un’epoca che generalmente riscuote grande interesse.
 
- Quale pensa sia stato il punto di forza del suo romanzo?
Il Bambino di Budrio tratta una piccola vicenda, una storia drammatica che ci parla di un tempo lontano, ma attraverso una voce moderna. Al centro del mio romanzo è la storia di un’infanzia negata, un periodo della vita a cui generalmente non si concede troppa importanza.

- Quali sono le maggiori difficoltà che ha incontrato nella ricostruzione del periodo storico?
L’universo narrato è tutto al maschile e per giunta si tratta di uomini religiosi. La difficoltà è stata ricostruire in modo attendibile questo microcosmo, oltre naturalmente a ricreare la Roma seicentesca. Sono partita dallo studio dei luoghi e ho lavorato per sottrazione, sottrazione continua, sulle voci e sull’atmosfera generale.

- Chi è il lettore ideale de Il Bambino di Budrio?
Temevo si trattasse di un pubblico di cultura medio-alta. Confrontandomi con tante lettrici mi sono resa conto che in realtà il romanzo ha vari livelli di lettura e si presta a lettori più eterogenei. La tematica educativa sicuramente attrae più le donne. Molti hanno apprezzato però anche la trama avvicente e la plasticità delle scene.
 
- Il Premio Terriccio costituisce un felice terreno d’incontro tra vino e letteratura. Angela Nanetti, quando non scrive, ama degustare?
Non mi ritengo un’esperta, ma non mi dispiace bere del buon vino. Quello che amo di più, però, è la narrazione che sta dietro ogni calice. La storia millenaria e le tradizioni che la cultura del vino porta con sé.
 
- Vino rosso, bianco o bollicine. Cosa preferisce gustare?
Preferisco in generale i vini fermi, non amo le bollicine.  Come per i libri per ogni vicino ci vuole la giusta stagione. D’estate al mare scelgo certamente un vino bianco, possibilmente fresco. D’inverno, in una baita, non rinuncio al piacere di un rosso.
 
- Un’oretta di relax seduta in poltrona al Castello del Terriccio. Il miglior abbinamento vino-libro?
Direi proprio un libro di poesia, genere per cui ho una vera venerazione, e insieme un calice di vino bianco. L’importante soprattutto è che ci sia silenzio assoluto. Per leggere bene non servono distrazioni.
 
di Alessandra Cioccarelli

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