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Millerighe ai quattro formaggi d'autore

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Millerighe ai quattro formaggi d'autore
Quattro formaggi, quattro storie diverse si incontrano nelle millerighe ai quattro formaggi d'autore. Quattro caratteristiche differenti, quattro diverse stagionature. Insieme nello...
  • 15 min
  • 25 min
  • 4 pers.
  • Bassa

Ingredienti

  • 250 g di millerighe
  • 200 g di ricotta di bufala di Aversa
  • pepe nero
  • sale
  • 30 g di canestrato di Pienza della Val d’Orcia
  • 1 bicchiere di latte di bufala fresco
  • 50 g di castelmagno d'alpeggio
  • 30 g di pecorino nero di Sicilia
  • cerfoglio fresco
  • burro chiarificato

Procedimento

  1. Per preparare le millerighe ai quattro formaggi d'autore, montare a crema la ricotta con metà del latte di bufala di Aversa e darle sapidità con le scagliette di canestrato di Pienza della Val d’Orcia.
  2. Realizzare una fonduta con il resto del latte di bufala e il burro, far sobbollire, aggiungere il castelmagno e il pecorino tagliati finissimi, mescolare di continuo e far sciogliere i formaggi, stavolta però a bagnomaria.
  3. Scolare le millerighe al dente e saltarle nella crema di ricotta con l'aggiunta di un po' di acqua di cottura. Impiattare le millerighe disponendo la fonduta di formaggi a specchio, tenendone da parte qualche goccia per decorare il piatto.
  4. Se gradito, profumare le millerighe ai quattro formaggi d'autore con cerfoglio fresco.
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Quattro formaggi, quattro storie diverse si incontrano nelle millerighe ai quattro formaggi d'autore. Quattro caratteristiche differenti, quattro diverse stagionature. Insieme nello stesso piatto, separati da due cotture diverse, messi insieme a coppie, per unirsi in una ricetta dal grande gusto, dai sapori decisi ma piacevoli, a fare da compagni di viaggio a una pasta straordinaria trafilata al bronzo. Un primo piatto d'autore che percorre il cammino delle eccellenze italiane: abbiamo la Campania con la ricotta di bufala di Aversa, poi c'è la Toscana con il canestrato di Pienza della Val d'Orcia, il Piemonte con il Castelmagno d'Alpeggio Dop e infine la Sicilia con uno straordinario pecorino nero semistagionato.

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