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Minuscole palline di semola di grano duro, profumi di spezie, miscuglio di etnie e culture diverse, uno sguardo nel Mediterraneo, un piatto unico: il
Minuscole palline di semola di grano duro, profumi di spezie, miscuglio di etnie e culture diverse, uno sguardo nel Mediterraneo, un piatto unico: il cous cous !
Le sue origini sono molto antiche, già nel VII secolo dopo Cristo era l’alimento principale del Nord Africa e alcune scoperte archeologiche, risalenti al IX secolo, ci riportano alla luce utensili da cucina adoperati per la preparazione di esso. Solo un secolo dopo, questo piatto povero, principale fonte di sostentamento delle popolazioni nomade, si diffuse dai paesi più interni dell’Africa nord Occidentale al Maghreb.
Da lì il passaggio verso altre terre che si affacciano sul Mediterraneo fu semplicissimo: grazie ai mercanti che con le loro navi salpavano le acque, arrivò rapidamente in Spagna, In Italia e in Francia. Ma come si prepara il cous cous? Secondo la tradizione, i grani di semola vengono passati più volte al vapore, tramite una particolare pentola che si chiama cuscussiera. Questa pentola di metallo ha una forma allungata e bombata e all’interno, vengono messe le verdure a bollire. Sopra di essa, viene poggiato un recipiente dal fondo forato, contenente il cous cous, utilissimo per evitare la formazione di grumi. Il cous cous cuoce lentamente e a vapore e assorbe i sapori del brodo sottostante.
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Il cous cous abbraccia il Mediterraneo ma anche il Medio Oriente, un piatto amato da tutti perché ricco di ingredienti e di usanze legate al territorio. Proviamo a capire le differenze tra il cous cous africano, quello siciliano e l’arabo. Tra le principali differenze abbiamo: la dimensione della grana, la scelta della farina, gli ingredienti che spaziano da solo verdure a carne o pesce, le spezie ma soprattutto il valore culturale che gira intorno a questo piatto. In Africa la ricetta cambia da paese a paese.
In Algeria si chiama Kesksou, viene preparato a mano e condito con pollo o agnello insieme a cipolle, ceci e spezie; in Costa d’Avorio il più diffuso è il Attiéké, preparato sia con la manioca ma anche con il miglio; In Egitto le verdure sono cotte in padella, in Tunisia esistono diverse varianti: l’ Osbane a base di interiora di agnello, il Keftas con pollo, tacchino, agnello e manzo, ma anche dolci conditi con datteri, frutta secca o melograno. In Marocco è il piatto nazionale, chiamato Kouskoussou a base di semola cotta a vapore e condita con verdure di stagione, legumi, carni prelibate e spezie corpose e tra queste la piccante Harissa.
A due passi dall’Africa troviamo il cous cous siciliano e in particolar modo quello di Trapani , piatto tradizionale, incocciato a mano, ha una grana più corposa ed è condito con la zuppa di pesce (scorfano, gallinella, triglia, capone), il pomodoro, l’alloro, lo zafferano e le immancabili mandorle. Infine in Medio Oriente abbiamo il Tabulè, un piatto tipico libanese servito come un’insalata, preparato con il grano duro integrale germogliato, il bulgur, insieme alla cipolla, pomodori, prezzemolo e menta; in Israele invece i grani sono grossi come perle, il Maftoul è il piatto del venerdì sera, il primo dello Shabbat.
Ecco le ricette di alcuni cous cous citati:
Perfetto d’inverno come piatto caldo se condito con prelibate carni, ideale d’estate con una zuppa di pesce, eccellente quello di sole verdure, per chi ama mantenersi leggero e in forma, il cous cous è un piatto che si adatta per ogni occasione. Prepararlo però, richiede del tempo, anche quando si utilizza un prodotto precotto, gustarlo invece è un piacere unico a cui non si può rinunciare. Per ottimizzare il tempo in cucina puoi scegliere di prepararlo con l’aiuto del bimby. Questo utilissimo robot da cucina, ti permetterà di avere ottimi risultati in pochissimo tempo. Come fare? Semplice!
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