Nessuna etichetta di origine obbligatoria per pasta e riso
Preferiti
Condividi
Dai recenti rapporti della Commissione europea emerge la linea della non obbligatorietà dell’etichetta di origine per molti prodotti alimentari. Tra questi anche latte, passata di pomodoro, pasta e riso
Latte, prodotti caseari, carni di cavallo e di coniglio, cacciagione, passata di pomodoro, succo d’arancia, zucchero, riso e pasta, sono alcuni degli alimenti per i quali si profila il no europeo all’obbligatorietà dell’etichetta di origine. Dai recenti rapporti pubblicati dalla Commissione europea emerge infatti una propensione verso la volontarietà dell’adozione, in modo da non imporre ulteriori carichi amministrativi alle autorità nazionali e agli operatori.
La raccomandazione delineatasi dalle due pubblicazioni, la prima inerente il latte, i prodotti a base di latte e le “carni minori” (non comprese nell’attuale legislazione) e la seconda – per la cui redazione sono state sentite tutte le parti interessate – riguardante i prodotti non trasformati, “mono-ingrediente” o con un ingrediente che rappresenta più del 50% dell'alimento (categoria che comprende anche riso e pasta), evita di imporre obblighi a livello comunitario preferendo lasciare libertà di scelta ai singoli Stati. I documenti dell’esecutivo Ue passano ora al vaglio del Parlamento europeo e del Consiglio, che potranno eventualmente approntare una discussione in materia.
di Simone Filoni
Latte, prodotti caseari, carni di cavallo e di coniglio, cacciagione, passata di pomodoro, succo d’arancia, zucchero, riso e pasta, sono alcuni degli alimenti per i quali si profila il no europeo all’obbligatorietà dell’etichetta di origine. Dai recenti rapporti pubblicati dalla Commissione europea emerge infatti una propensione verso la volontarietà dell’adozione, in modo da non imporre ulteriori carichi amministrativi alle autorità nazionali e agli operatori.
La raccomandazione delineatasi dalle due pubblicazioni, la prima inerente il latte, i prodotti a base di latte e le “carni minori” (non comprese nell’attuale legislazione) e la seconda – per la cui redazione sono state sentite tutte le parti interessate – riguardante i prodotti non trasformati, “mono-ingrediente” o con un ingrediente che rappresenta più del 50% dell'alimento (categoria che comprende anche riso e pasta), evita di imporre obblighi a livello comunitario preferendo lasciare libertà di scelta ai singoli Stati. I documenti dell’esecutivo Ue passano ora al vaglio del Parlamento europeo e del Consiglio, che potranno eventualmente approntare una discussione in materia.
di Simone Filoni