Le molteplici espressioni degli oli di oliva
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L’Organizzazione Nazionale Interprofessione Olio di Oliva propone di riscoprire le numerose espressioni degli oli di oliva, un prodotto tipico italiano tutto da rivalutare e valorizzare al massimo
Lo scorso 25 giugno presso la sede milanese dell’Ufficio del Parlamento, l’Organizzazione Nazionale Interprofessione Olio di Oliva, con il suo presidente Pina Romano, insieme a Olio Officina Food Festival, ha voluto rilanciare e riscoprire le molteplici espressioni degli oli di oliva.
Per ridare slancio a un settore che appare in sofferenza, occorre puntare a una maggiore capacità di aggregazione, creando coesione e condivisione tra i produttori, oltre che nell’ambito della filiera, senza trascurare la grande distribuzione organizzata e in particolare la ristorazione. C’è un atto di consapevolezza chiaro ed evidente a tutti: così come sta procedendo, il mercato è insostenibile. Mai più quindi l’olio come un prodotto commodity fatto di prezzi in molti casi sottocosto e qualità non all’altezza “dell’italianità” e delle nostre reali capacità.
I propositi sono chiari, e consistono nell’attivare una maggiore integrazione verticale. “Fare sistema con le imprese agricole italiane e ridurre la dipendenza dalle importazioni”: è questa la sintesi vincente che ancora non si è riusciti a concretizzare. Come sostiene Pina Romano, “facilitare gli scambi commerciali sarà d’ora in avanti possibile attraverso una piattaforma online fruibile attraverso una password. Si avranno offerte e richieste di prodotto e nel contempo vi è, a disposizione di tutti, un contratto tipo per garantire le parti, soprattutto le più deboli. Il prezzo base sarà dato dalla media delle quotazioni della borsa più vicina al luogo in cui si produce l’olio. I dati presenti nella piattaforma online saranno anonimi e riporteranno le medie delle contrattazioni convenute.
In tal modo sarà possibile recuperare efficienza, creando da un lato relazioni stabili tra le parti e, dall’altro, creando valore e restituendo dignità alle altre categorie commerciali diverse dall’olio extra vergine di oliva”. L’obiettivo è quindi quello di riprendere a fare cultura dell'olio per ridare competitività alle aziende, e soprattutto garantire una migliore concentrazione dell’offerta e una adeguata collocazione sui mercati.
Ciò che è emerso nel corso dell’incontro, come ha sottolineato Luigi Caricato, direttore di Olio Officina Food Festival, è che “spesso e volentieri non tutti, pur impiegando di frequente, e in gran quantità, gli oli da olive in cucina, sanno fruire dell’olio extra vergine con una adeguata competenza. E’ un motivo in più per comprendere che la strada da seguire non è l’uso indistinto degli oli da olive, ma l’applicazione pratica dell’olio in cucina, condotta attraverso l’acquisizione di un sapere che finora è mancato anche a livello professionale”.
Il successo di Olio Officina Food Festival, un grande happening proiettato in tale direzione, dimostra di essere la risposta giusta per ridare valore a tutta la gamma merceologica degli oli ricavati dall’oliva. L’appuntamento con la terza edizione è a Milano dal 23 al 25 gennaio 2014, presso il palazzo delle Stelline. Il tema portante del prossimo anno sarà l’anima sociale dell’olio e del cibo.
Il tema dell’olio di oliva rappresenta un punto di forte interesse anche per Saporie.com, che in compagnia dell’esperta di olio Adua Villa, ha girato in lungo e in largo l’Italia, alla scoperta delle migliori produzioni di olio extra vergine d’oliva.
A cominciare dallo storico Frantoio di Santa Tea, che si dedica con passione e meticolosità a produrre ottime qualità di olio extra vergine d’oliva. In Veneto, poi, grazie al buon clima delle colline e del lago di Garda, la coltivazione dell’ulivo si distingue per l’eccellenza dei frantoi Redoro. E poi ci sono i pregiati Olio Aprutino Pescarese Dop e l’olio extra vergine d’oliva Terra di Bari Bitonto Dop, che rappresentano alcuni dei maggiori fiori all’occhiello della preparazione di olio extra vergine di oliva italiano.
di Enzo Di Monte
Lo scorso 25 giugno presso la sede milanese dell’Ufficio del Parlamento, l’Organizzazione Nazionale Interprofessione Olio di Oliva, con il suo presidente Pina Romano, insieme a Olio Officina Food Festival, ha voluto rilanciare e riscoprire le molteplici espressioni degli oli di oliva.
Per ridare slancio a un settore che appare in sofferenza, occorre puntare a una maggiore capacità di aggregazione, creando coesione e condivisione tra i produttori, oltre che nell’ambito della filiera, senza trascurare la grande distribuzione organizzata e in particolare la ristorazione. C’è un atto di consapevolezza chiaro ed evidente a tutti: così come sta procedendo, il mercato è insostenibile. Mai più quindi l’olio come un prodotto commodity fatto di prezzi in molti casi sottocosto e qualità non all’altezza “dell’italianità” e delle nostre reali capacità.
I propositi sono chiari, e consistono nell’attivare una maggiore integrazione verticale. “Fare sistema con le imprese agricole italiane e ridurre la dipendenza dalle importazioni”: è questa la sintesi vincente che ancora non si è riusciti a concretizzare. Come sostiene Pina Romano, “facilitare gli scambi commerciali sarà d’ora in avanti possibile attraverso una piattaforma online fruibile attraverso una password. Si avranno offerte e richieste di prodotto e nel contempo vi è, a disposizione di tutti, un contratto tipo per garantire le parti, soprattutto le più deboli. Il prezzo base sarà dato dalla media delle quotazioni della borsa più vicina al luogo in cui si produce l’olio. I dati presenti nella piattaforma online saranno anonimi e riporteranno le medie delle contrattazioni convenute.
In tal modo sarà possibile recuperare efficienza, creando da un lato relazioni stabili tra le parti e, dall’altro, creando valore e restituendo dignità alle altre categorie commerciali diverse dall’olio extra vergine di oliva”. L’obiettivo è quindi quello di riprendere a fare cultura dell'olio per ridare competitività alle aziende, e soprattutto garantire una migliore concentrazione dell’offerta e una adeguata collocazione sui mercati.
Ciò che è emerso nel corso dell’incontro, come ha sottolineato Luigi Caricato, direttore di Olio Officina Food Festival, è che “spesso e volentieri non tutti, pur impiegando di frequente, e in gran quantità, gli oli da olive in cucina, sanno fruire dell’olio extra vergine con una adeguata competenza. E’ un motivo in più per comprendere che la strada da seguire non è l’uso indistinto degli oli da olive, ma l’applicazione pratica dell’olio in cucina, condotta attraverso l’acquisizione di un sapere che finora è mancato anche a livello professionale”.
Il successo di Olio Officina Food Festival, un grande happening proiettato in tale direzione, dimostra di essere la risposta giusta per ridare valore a tutta la gamma merceologica degli oli ricavati dall’oliva. L’appuntamento con la terza edizione è a Milano dal 23 al 25 gennaio 2014, presso il palazzo delle Stelline. Il tema portante del prossimo anno sarà l’anima sociale dell’olio e del cibo.
Il tema dell’olio di oliva rappresenta un punto di forte interesse anche per Saporie.com, che in compagnia dell’esperta di olio Adua Villa, ha girato in lungo e in largo l’Italia, alla scoperta delle migliori produzioni di olio extra vergine d’oliva.
A cominciare dallo storico Frantoio di Santa Tea, che si dedica con passione e meticolosità a produrre ottime qualità di olio extra vergine d’oliva. In Veneto, poi, grazie al buon clima delle colline e del lago di Garda, la coltivazione dell’ulivo si distingue per l’eccellenza dei frantoi Redoro. E poi ci sono i pregiati Olio Aprutino Pescarese Dop e l’olio extra vergine d’oliva Terra di Bari Bitonto Dop, che rappresentano alcuni dei maggiori fiori all’occhiello della preparazione di olio extra vergine di oliva italiano.
di Enzo Di Monte