Il fondo del mare?insolita Cantina per le bollicine
Preferiti
Condividi
Un naufragio e la stiva di una nave piena di bottiglie di Champagne. Il ritrovamento sul fondo del Baltico e la scoperta della perfetta conservazione del prodotto grazie alla temperatura e alla scarsità di luce. L’idea di un produttore italiano, Bisson: imparare dalla storia e fare affinare il suo Abissi e largo di Portofino, in Liguria
Una nave affonda 170 anni fa a largo del Baltico, resta sommersa dalle acque, nel 2010 qualcuno ritrova il relitto a 50 metri di profondità e fa una scoperta sensazionale: la stiva conteneva bottiglie di Champagne, esattamente 168 tra le quali niente di meno che Veuve Clicquot-Ponsardin, Heidsieck e Juglar perfettamente conservate. Un gruppo di scienziati ha analizzato il contenuto delle bottiglie che poi sono state anche degustate. Il team ha dichiarato che lo Champagne era in un perfetto stato di conservazione, sia dal punto di vista della composizione chimica, che dell’aroma. L’analisi ha confermato anche come, all’epoca il grado zuccherino tipico dello Champagne fosse piuttosto elevato.
In realtà questa notizia è stata preceduta negli ultimi anni da altri ritrovamenti analoghi: cambiano leggermente le rotte, le profondità, il quantitativo di bottiglie rinvenute, ma sempre di Champagne si tratta e quasi sempre il contenuto è ancora bevibile. Certamente l’assenza di luce e le basse temperature concorrono al mantenimento della qualità del prodotto ed è quindi probabile che il mare sia, in questo caso, un alleato.
In Italia c’è chi ha preso spunto da questi accadimenti per avviare una sperimentazione. Siamo in Liguria, a Chiavari, da Bisson; qui, da Pierluigi Lugano e sua figlia Marta, è nata l’idea dello spumante sommerso. Parliamo di un Metodo Classico che riposa sul fondo del mare, a 60 metri, a una temperatura costante di 15 °C, nell’area del Parco Marino di Portofino e più precisamente, in località “Cala degli Inglesi”. Lo spumante resta sul fondo del mare per 18 mesi. Abissi, questo il nome del vino (e non poteva essere altro), è uno spumante ottenuto da uve di Bianchetta Genovese, Vermentino e Pigato in percentuali diverse a seconda delle annate. Una volta ripescato dal mare il vino viene sboccato per una parte e poi messo ad affinare ancora nella miniera di Gambatesa. A disposizione c’è anche Abissi in versione Riserva e Rosè. Costo: 45 euro
di Elena Caccia
Una nave affonda 170 anni fa a largo del Baltico, resta sommersa dalle acque, nel 2010 qualcuno ritrova il relitto a 50 metri di profondità e fa una scoperta sensazionale: la stiva conteneva bottiglie di Champagne, esattamente 168 tra le quali niente di meno che Veuve Clicquot-Ponsardin, Heidsieck e Juglar perfettamente conservate. Un gruppo di scienziati ha analizzato il contenuto delle bottiglie che poi sono state anche degustate. Il team ha dichiarato che lo Champagne era in un perfetto stato di conservazione, sia dal punto di vista della composizione chimica, che dell’aroma. L’analisi ha confermato anche come, all’epoca il grado zuccherino tipico dello Champagne fosse piuttosto elevato.
In realtà questa notizia è stata preceduta negli ultimi anni da altri ritrovamenti analoghi: cambiano leggermente le rotte, le profondità, il quantitativo di bottiglie rinvenute, ma sempre di Champagne si tratta e quasi sempre il contenuto è ancora bevibile. Certamente l’assenza di luce e le basse temperature concorrono al mantenimento della qualità del prodotto ed è quindi probabile che il mare sia, in questo caso, un alleato.
In Italia c’è chi ha preso spunto da questi accadimenti per avviare una sperimentazione. Siamo in Liguria, a Chiavari, da Bisson; qui, da Pierluigi Lugano e sua figlia Marta, è nata l’idea dello spumante sommerso. Parliamo di un Metodo Classico che riposa sul fondo del mare, a 60 metri, a una temperatura costante di 15 °C, nell’area del Parco Marino di Portofino e più precisamente, in località “Cala degli Inglesi”. Lo spumante resta sul fondo del mare per 18 mesi. Abissi, questo il nome del vino (e non poteva essere altro), è uno spumante ottenuto da uve di Bianchetta Genovese, Vermentino e Pigato in percentuali diverse a seconda delle annate. Una volta ripescato dal mare il vino viene sboccato per una parte e poi messo ad affinare ancora nella miniera di Gambatesa. A disposizione c’è anche Abissi in versione Riserva e Rosè. Costo: 45 euro
di Elena Caccia