Identikit del consumatore d'olio italiano
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Ecco quanto emerso dall'analisi di mercato realizzata a febbraio 2013 da Swg per Olio Capitale
Il consumatore chiede etichette più chiare, compra direttamente dal produttore e sceglie sulla base dell'origine
Consumatore sempre più consapevole e intenzionato a esercitare la propria capacità di controllo. È uno degli aspetti emersi dall'identikit del consumatore d'extravergine d'oliva tratteggiato dalla ricerca di mercato eseguita da Swg per Olio Capitale, il salone degli oli di qualità di Trieste che si è concluso il 4 marzo.
Da questa indagine emerge che il consumatore chiede etichette più chiare e sceglie sempre più spesso di comprare direttamente dal produttore per avere l'assoluta garanzia sulla qualità e sull'origine dell'olio.
Lo studio, condotto con metodo CAWI, ovvero tramite questionario online, nella settimana dal 4 all’11 febbraio 2013, ha coinvolto 1.500 famiglie con l’obiettivo di comprendere le dinamiche di evoluzione del mercato, gli orientamenti dei consumatori, le strategie necessarie ad arrivare prima e meglio sulle tavole e nelle cucine degli italiani. “Anche questa indagine è un tassello significativo in questa azione di informazione e divulgazione della cultura dell'extravergine di qualità che stiamo portando avanti con questa manifestazione – spiega Antonio Paoletti, presidente della Camera di Commercio di Trieste - Vogliamo informare sempre di più su questo prodotto, che sta diventando un nuovo importante veicolo del made in Italy nel mondo e che ci auguriamo possa conquistare i mercati stranieri come il nostro vino”.
Il questionario sottoposto agli italiani, in buona parte, è un aggiornamento di un'indagine realizzata nel 2007: “E' un grande pregio, perché il confronto ci permette di vedere l'evoluzione del mercato – spiega Roberto Weber, presidente Swg – Ciò significa che se sul dato percentuale abbiamo un margine di approssimazione, la tendenza è invece chiara ed eloquente”. Si scopre, così che negli ultimi sette anni gli italiani hanno iniziato a privilegiare l'origine del prodotto come fattore determinante nella scelta d'acquisto: “E' l'origine il nuovo magnete: il 34% lo indica come primo fattore di scelta, segue il prezzo con solo il 17%. Nel 2007 la quota di popolazione per cui era determinante si fermava all'8%, mentre al 31% si trovava il prezzo – prosegue Weber - L'origine è un elemento che rassicura, non a caso ben il 35% dichiara di comprare olio direttamente dal produttore: in questo modo può avere la certezza assoluta sulla provenienza delle olive. È così che il consumatore esercita la propria capacità di controllo”.
“I dati emersi da questa ricerca sono incoraggianti, è una rappresentazione virtuosa – rileva Luigi Caricato, oleologo e scrittore - Credo a questa crescita dal 2007 a oggi: c'è più qualità e stiamo affrontando un passaggio culturale verso l'eccellenza: maggior sensibilità, maggior conoscenza del prodotto, ma su alcuni fronti anche maggior confusione”.
La maggiore attenzione del consumatore nella scelta d'acquisto, ma anche la necessità di aggrapparsi a punti fermi, si rileva anche sul fronte etichette. Il 44% degli italiani dichiara di prestare particolare attenzione alle informazioni riportate in etichetta e vorrebbe che fossero maggiormente dettagliate e chiare: “Questi dati sono reali – nota Stefano Masini, responsabile Ambiente Coldiretti - Il mercato alimentare ha bisogno di regole, a partire proprio da nuove norme sull'etichettatura e sulla tracciabilità. Dobbiamo acquisire una nuova cultura delle regole”.
Il consumatore chiede etichette più chiare, compra direttamente dal produttore e sceglie sulla base dell'origine
Consumatore sempre più consapevole e intenzionato a esercitare la propria capacità di controllo. È uno degli aspetti emersi dall'identikit del consumatore d'extravergine d'oliva tratteggiato dalla ricerca di mercato eseguita da Swg per Olio Capitale, il salone degli oli di qualità di Trieste che si è concluso il 4 marzo.
Da questa indagine emerge che il consumatore chiede etichette più chiare e sceglie sempre più spesso di comprare direttamente dal produttore per avere l'assoluta garanzia sulla qualità e sull'origine dell'olio.
Lo studio, condotto con metodo CAWI, ovvero tramite questionario online, nella settimana dal 4 all’11 febbraio 2013, ha coinvolto 1.500 famiglie con l’obiettivo di comprendere le dinamiche di evoluzione del mercato, gli orientamenti dei consumatori, le strategie necessarie ad arrivare prima e meglio sulle tavole e nelle cucine degli italiani. “Anche questa indagine è un tassello significativo in questa azione di informazione e divulgazione della cultura dell'extravergine di qualità che stiamo portando avanti con questa manifestazione – spiega Antonio Paoletti, presidente della Camera di Commercio di Trieste - Vogliamo informare sempre di più su questo prodotto, che sta diventando un nuovo importante veicolo del made in Italy nel mondo e che ci auguriamo possa conquistare i mercati stranieri come il nostro vino”.
Il questionario sottoposto agli italiani, in buona parte, è un aggiornamento di un'indagine realizzata nel 2007: “E' un grande pregio, perché il confronto ci permette di vedere l'evoluzione del mercato – spiega Roberto Weber, presidente Swg – Ciò significa che se sul dato percentuale abbiamo un margine di approssimazione, la tendenza è invece chiara ed eloquente”. Si scopre, così che negli ultimi sette anni gli italiani hanno iniziato a privilegiare l'origine del prodotto come fattore determinante nella scelta d'acquisto: “E' l'origine il nuovo magnete: il 34% lo indica come primo fattore di scelta, segue il prezzo con solo il 17%. Nel 2007 la quota di popolazione per cui era determinante si fermava all'8%, mentre al 31% si trovava il prezzo – prosegue Weber - L'origine è un elemento che rassicura, non a caso ben il 35% dichiara di comprare olio direttamente dal produttore: in questo modo può avere la certezza assoluta sulla provenienza delle olive. È così che il consumatore esercita la propria capacità di controllo”.
“I dati emersi da questa ricerca sono incoraggianti, è una rappresentazione virtuosa – rileva Luigi Caricato, oleologo e scrittore - Credo a questa crescita dal 2007 a oggi: c'è più qualità e stiamo affrontando un passaggio culturale verso l'eccellenza: maggior sensibilità, maggior conoscenza del prodotto, ma su alcuni fronti anche maggior confusione”.
La maggiore attenzione del consumatore nella scelta d'acquisto, ma anche la necessità di aggrapparsi a punti fermi, si rileva anche sul fronte etichette. Il 44% degli italiani dichiara di prestare particolare attenzione alle informazioni riportate in etichetta e vorrebbe che fossero maggiormente dettagliate e chiare: “Questi dati sono reali – nota Stefano Masini, responsabile Ambiente Coldiretti - Il mercato alimentare ha bisogno di regole, a partire proprio da nuove norme sull'etichettatura e sulla tracciabilità. Dobbiamo acquisire una nuova cultura delle regole”.