Filiera pascolo certificata �Gr�n Alpe Pennar�
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Sono entrati in produzione i formaggi del caseificio Pennar ottenuti da latte crudo munto da bovine al pascolo. A fine luglio la presentazione del progetto “Green Grass Dairy”, realizzato in collaborazione con Università di Padova e Comunità Montana “Spettabile Reggenza dei 7 Comuni”
Tutelare la biodiversità attraverso le produzioni agroalimentari è non solo possibile ma anche necessario. Sull’Altopiano di Asiago l’Università di Padova, il Caseificio Pennar e la Spettabile Reggenza dei 7 Comuni hanno dato vita a un progetto per il miglioramento dei pascoli utilizzati dalle bovine di alcuni soci del Caseificio, sotto il profilo botanico e nutrizionale.
Il progetto, denominato “Green Grass Dairy”, ha portato alla produzione di una nuova linea di formaggi a latte crudo, ottenuti da bovine al pascolo, che saranno presentati ufficialmente a fine luglio. Il marchio che li contraddistinguerà sarà “Grün Alpe Pennar”. Le forme ottenute in questo modo saranno a produzione limitata e numerate, ricoperte da una pelure di colore verde vivo, in modo da rendere immediatamente distinguibile la provenienza del latte solo da pascoli controllati dell’Altopiano.
Un gruppo di lavoro coordinato dal prof. Giulio Cozzi dell’Università di Padova, responsabile scientifico del progetto, che vedeva la partecipazione del dr. Gianbattista Rigoni Stern e dei tecnici della Spettabile Reggenza dei 7 Comuni, ha messo a punto un disciplinare per la corretta gestione delle superfici a pascolo nelle aziende che intendono partecipare alla filiera “Grün Alpe”. Questo protocollo di gestione è finalizzato a promuovere la difesa della biodiversità vegetale delle superfici a pascolo attraverso interventi sul sistema di pascolamento e limiti sulle integrazioni con mangime. Lo scopo è quello di spingere le lattifere ad utilizzare attivamente l’erba spontanea dei pascoli alpini, evitando il fenomeno, in altre montagne piuttosto diffuso, del loro sottoutilizzo in quanto sostituiti da alimenti assunti in azienda, in occasione della mungitura e del ricovero notturno.
Solo in questo modo la biodiversità della vegetazione spontanea può essere tutelata. Bovine che escono al pascolo già sazie tendono infatti ad ingerire esclusivamente le erbe più appetibili, causando il loro progressivo diradamento se non addirittura la loro scomparsa e favorendo al contempo la proliferazione delle specie meno appetite, o delle infestanti, con un impoverimento del pascolo e della diversità delle specie botaniche presenti.
Tutelare la biodiversità attraverso le produzioni agroalimentari è non solo possibile ma anche necessario. Sull’Altopiano di Asiago l’Università di Padova, il Caseificio Pennar e la Spettabile Reggenza dei 7 Comuni hanno dato vita a un progetto per il miglioramento dei pascoli utilizzati dalle bovine di alcuni soci del Caseificio, sotto il profilo botanico e nutrizionale.
Il progetto, denominato “Green Grass Dairy”, ha portato alla produzione di una nuova linea di formaggi a latte crudo, ottenuti da bovine al pascolo, che saranno presentati ufficialmente a fine luglio. Il marchio che li contraddistinguerà sarà “Grün Alpe Pennar”. Le forme ottenute in questo modo saranno a produzione limitata e numerate, ricoperte da una pelure di colore verde vivo, in modo da rendere immediatamente distinguibile la provenienza del latte solo da pascoli controllati dell’Altopiano.
Un gruppo di lavoro coordinato dal prof. Giulio Cozzi dell’Università di Padova, responsabile scientifico del progetto, che vedeva la partecipazione del dr. Gianbattista Rigoni Stern e dei tecnici della Spettabile Reggenza dei 7 Comuni, ha messo a punto un disciplinare per la corretta gestione delle superfici a pascolo nelle aziende che intendono partecipare alla filiera “Grün Alpe”. Questo protocollo di gestione è finalizzato a promuovere la difesa della biodiversità vegetale delle superfici a pascolo attraverso interventi sul sistema di pascolamento e limiti sulle integrazioni con mangime. Lo scopo è quello di spingere le lattifere ad utilizzare attivamente l’erba spontanea dei pascoli alpini, evitando il fenomeno, in altre montagne piuttosto diffuso, del loro sottoutilizzo in quanto sostituiti da alimenti assunti in azienda, in occasione della mungitura e del ricovero notturno.
Solo in questo modo la biodiversità della vegetazione spontanea può essere tutelata. Bovine che escono al pascolo già sazie tendono infatti ad ingerire esclusivamente le erbe più appetibili, causando il loro progressivo diradamento se non addirittura la loro scomparsa e favorendo al contempo la proliferazione delle specie meno appetite, o delle infestanti, con un impoverimento del pascolo e della diversità delle specie botaniche presenti.