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Per preparare la ricetta del cotechino con pecorino e pere, iniziare a tagliare il pecorino a cubetti e tenerlo da parte
In un pentolino, scaldare la panna a 80°C e aggiungere il pecorino, lasciare in infusione 10 minuti e frullare. Poi filtrare con un colino per rimuovere eventuali grumi e tenere in caldo a bagnomaria in una pentola d'acqua bollente col fuoco spento
Ricavare degli spicchi dalle pere con tutta la buccia e rimovere la parte con i semi. In una padella, aggiungere gli spicchi di pera, lo zucchero di canna e il vino. Cuocere a fiamma viva fino a che si asciuga tutto il liquido e si ottiengono le pere glassate.
Scaldare bene una padella e cuocere le fettine di cotechino fino a ottenere una bella crosticina su entrambi i lati. Impiattare il cotechino con le pere, la fonduta e servire caldissima.
Uno dei piatti tipici della cucina italiana si veste di gourmet. Stiamo parlando del cotechino di Modena Igp, che lo chef Stefano De Gregorio propone in abbinamento a pere caramellate e una fonduta di pecorino ubriaco. L'incontro di due eccellenze italiane in un secondo di carne che profuma di festa. È un piatto che dà l'opportunità di riciclare cotechini avanzati sia cotti che crudi con gusto e semplicità.
La ricetta, infatti, è facile da realizzare e si prepara in meno di 30 minut i. Si tratta senza dubbio di una ricetta alternativa con il cotechino, in cui basta preparare una fonduta con panna e pecorino ubriaco, protagonista anche di un risotto speciale.
A parte, in una decina di minuti, le pere sono caramellate con vino rosso e zucchero di canna. Il cotechino è prima cotto tradizionalmente: sottovuoto, in acqua bollente per il tempo necessario e a seconda della dimensione. Successivamente, lo stesso cotechino è affettato e cotto in una padella rovente per ottenere una bella crosticina su ogni fettina.
Il risultato è una perfetta armonia di sapori: il cotechino sapido, la dolcezza delle pere e una fonduta molto particolare. Il pecorino ubriaco Sapori & Idee Conad, infatti, porta alla fonduta una piacevole nota di vinaccia che risulta morbida ed elegante.
Il cotechino può essere cucinato in due maniere, a seconda che sia precotto oppure fresco. Se il cotechino è precotto, andrà cotto direttamente nella busta in cui è stato confezionato sottovuoto, in acqua bollente, per circa 30 minuti.
Se il cotechino è fresco, invece, andrà messo in acqua fredda e portato a bollore, quindi cotto a fuoco basso per circa 2 ore. In questo caso, prima di essere immerso nell’acqua, il cotechino andrà bucherellato in diversi punti con uno stecchino, e avvolto in un canovaccio, in modo da evitare la fuoriuscita del composto.
Al termine della cottura, si scola, si leva il budello e si taglia a fette, pronto per essere servito.
Il cotechino può essere conservato in freezer, congelandolo ancora crudo. Potrà poi essere scongelato al momento opportuno, spostandolo nel frigorifero, per poi essere bucherellato e procedere con la cottura classica. Una volta cotto, invece, il cotechino può essere conservato in un contenitore, chiuso ermeticamente, per 2-3 giorni al massimo, sempre in frigorifero.
Le pere caramellate sono semplici e veloci da preparare: basterà mettere in una padella gli spicchi di pera con tutta la buccia, insieme allo zucchero e al vino rosso o bianco.
Cuocendo a fuoco basso, i succhi delle pere tenderanno ad asciugarsi, si formerà il caramello e, mescolando, le pere si copriranno di un sottile strato di caramello lucido e ambrato.
Con lo stesso metodo possono anche essere caramellate intere, ci vorrà solo un po’ più di tempo.
Il pecorino ubriaco è un formaggio molto rinomato, preparato con una tecnica molto particolare. Una volta stagionato, il pecorino viene lasciato in ammollo nelle vinacce fresche appena svinate, ma non spremute, da cui assorbirà colore, profumo e sapore. L’ammollo può durare da una settimana a 20-40 giorni, dopodiché verrà lasciato ad asciugare per altri giorni, a seconda del tipo di stagionatura.
Il formaggio stagionato con le vinacce, o formaggio ubriaco, assume così aromi e sapori particolari e un retrogusto acidulo, che ben si sposa con un buon vino da pasto, a seconda del territorio in cui quel formaggio è stato prodotto e del vino usato per l’affinatura.