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Vino Aglianico del Vulture DOC: scheda tecnica e abbinamenti

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L’Aglianico è un vitigno antichissimo.Viene coltivato da secoli tra la Campania e la Basilicata, attorno a Potenza e a Matera.

Aglianico del Vulture DOC


Aglianico del Vulture DOC è una denominazione riservata a due tipologie di vino:

  • Un vino rosso fermo, che è quello di cui andremo a parlare oggi
  • Un vino spumante

Vino tipico della Basilicata, l’Aglianico del Vùlture ha ottenuto la DOC nel 1971 ed è, per più di una trentina d’anni, rimasto l’unico in Basilicata ad avere la denominazione, finché non è arrivato il riconoscimento dell’Origine Controllata per il Terre dell’Alta Val d’Agri.

Vino rosso fermo, armonico e fine il suo colore rosso rubino è una delle caratteristiche che più lo contraddistingue; ma scopriamo tutte le sue particolarità.

Aglianico del Vulture DOC, scheda tecnica

Tipologia di vino: rosso fermo

Gradazione alcolica minima: 12,5%

Temperatura di servizio: 18-20° C

DOC: Doc dal 1971

Tutela: Consorzio di tutela Aglianico del Vulture

Caratteristiche e sapore

L’Aglianico del Vulture DOC, rosso fermo, è un vino caratterizzato da un colore rosso rubino; un odore tipico, gradevole e intenso che ricorda i frutti di bosco e la viola, ma anche speziato, che ricorda il pepe nero, la cannella e i chiodi di garofano. Il sapore è secco, tannico e sapido e la sua gradazione alcolica non scende al di sotto del 12,5%.

Aglianico del Vulture, storia e zone di produzione

L’Aglianico è un vitigno antichissimo, di probabile origine greca (da ellenico). Questo vino viene coltivato da secoli tra la Campania e la Basilicata, attorno a Potenza e a Matera; predilige i terreni vulcanici, che producono infatti vini ricchi di colore e di profumo, con una notevole quantità di tannini, che devono maturare in legno e affinarsi in bottiglia.

In particolare in Basilicata, l’Aglianico ha trovato un habitat ideale sulle pendici del Vùlture, un antico gruppo vulcanico in provincia di Potenza, con sette cime ricoperte da boschi, da uliveti e da vigneti per l’appunto.

In particolare, il Disciplinare individua le seguenti zone come le uniche ammesse alla produzione di questo vino: l'intero territorio dei comuni di Rionero in Vulture, Barile, Rapolla, Ripacandida, Ginestra, Maschito, Forenza, Acerenza, Melfi, Atella, Venosa, Lavello, Palazzo San Gervasio, Banzi, Genzano di Lucania, escluse le tre isole amministrative di Sant'Ilario, Riparossa e Macchia del comune di Atella.

Le uve e il metodo di produzione

Le uve utilizzate per la produzione dell’Aglianico sono uve provenienti da vitigni autoctoni a bacca nera. Secondo il Disciplinare, i vitigni ammessi devono avere origini prevalentemente vulcaniche situati a un’altitudine compresa tra i 200 e i 700 metri sul livello del mare. Il suolo vulcanico, come del resto accade per molti altri vini di zone simili (si pensi al siciliano Etna), è ciò che caratterizza maggiormente le uve dell’Aglianico. La forte presenza di sali minerali nel terreno conferisce al vino una grande sapidità.

I grappoli di colore nero-blu sono diraspati e vinificati in rosso, con prolungata macerazione delle bucce nel mosto; dopo la svinatura (separazione del mosto dalle vinacce), la fermentazione si svolge in tini d’acciaio oppure in fusti di legno di rovere di varia capacità.

Segue poi un periodo di maturazione di almeno un anno in legno, obbligatorio per legge.

Il metodo di coltivazione deve essere ad alberello o a spalliera semplice e la resa massima non deve superare il 70%: non possono essere prodotti più di 70 litri di vino per ogni quintale di uve raccolte.

Tutte le operazioni di vinificazione (spumantizzazione per lo spumante) fino all’imbottigliamento devono avvenire nella zona di produzione indicata, altra condizione necessaria per la DOC.

Etichette e produttori

Alcune delle cantine più conosciute e apprezzate che producono Aglianico sono la Re Manfredi, la D’Angelo e la Balì. In particolare, l’Aglianico dl Vulture DOC Balì è un vino dal colore rosso granato scuro; un profumo ben pronunciato di piccoli frutti (come i ribes) e di spezie (come vaniglia e chiodi di garofano). Caratterizzato da un sapore secco, pieno, austero e vigoroso, ha un gradevole fondo di confettura piacevolmente persistente ed è perfetto da servire a circa 18 °C.

Abbinamenti a tavola

L’Aglianico del Vùlture DOC si abbina benissimo a tutta la cucina tipica della zona, caratterizzata infatti da ricette di terra, come piatti di carni rosse, selvaggina, legumi e formaggi.

Provatelo con un petto d'anatra caramellato, con una tagliata di carne Podolica o con uno stinco d’agnello al forno.

Nei primi piatti, l’Aglianico si abbina benissimo con le ricette al forno. Provatelo con delle lasagne, cn dei conchiglioni napoletani gratinati al forno o con un pasticcio di pasta, asparagi e salsiccia. L’Aglianico accompagna anche piatti di legumi, molto consumati in Basilicata, come la zuppa di legumi e cereali, la pasta con le lenticchie o la pasta e ceci.

Per l’aperitivo, potete abbinare l’Aglianico al formaggi di tutta Italia: dalla toma piemontese al Caciocavallo Silano, passando per il pecorino Fioresardo e il Gorgonzola piccante.



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