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Piero Antinori racconta il suo Tignanello

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"Tignanello. Una storia toscana", è il titolo dell’ultimo libro scritto da Piero Antinori. Il grande produttore toscano racconta la nascita del vino che è stato definito da Wine Spectator il miglior ambasciatore dell’Italia nel mondo

“Ho 76 anni, sono a capo dell’azienda da 49, porto un cognome che esiste almeno da sette secoli. Più o meno da allora è un cognome legato al vino, dal Medioevo all’Expo milanese del 2015 è un bel tratto di strada. E ancora oggi, mentre in vigna comincia a lavorare la ventisettesima generazione della mia famiglia e mentre in cantina è pronta l’annata 2012, ecco oggi vorrei che questa fosse insieme la storia di un luogo e di un vino, che portano lo stesso nome. E vorrei che questa potesse essere anche, in qualche modo, la storia di come nasce e matura ogni grande vino”, Piero Antinori.
 
Si legge questa frase nel prologo de Tignanello. Una storia toscana, raccontato dal suo creatore, il marchese Piero Antinori ed edito da CinqueSensi. Il volume non può mancare nella libreria di ogni appassionato di vino. Narra, infatti, la genesi e la crescita del Tignanello, il vino che ha fatto rinascere l’Italia vinicola nel mondo presentato nella sua prima versione nel 1971 e, volato nel mondo nel 1974,  definito da Wine Spectator, la bottiglia che più ha influenzato la storia vinicola d’Italia. Il libro ha un valore aggiunto enorme rispetto a qualsiasi altro volume pensabile sul Tignanello. È Piero Antinori stesso, a raccontare, ad esempio, il momento in cui sentì impellente il bisogno di dar vita a un nuovo progetto enologico in anni in cui le parole del vino erano solo francesi: barrique e terroir, perlage e sommelier. Piero Antinori aveva un mito: i rossi da château, su una strada italiana, toscana e vedeva nel paesaggio il termine chiave perché come ha sempre sostenuto Piero Antinori “un gran vino è una vigna e un’idea”.  
 
Il Tignanello, Toscana Igt, è stato il primo Sangiovese a invecchiare in barrique e il primo rosso a vivere in blend con vitigni non abituali e a mostrare il suo carattere, invece, in abbinamento a Cabernet Sauvignon (15%) e Cabernet Franc (5%) e il primo Chianti a non essere vinificando usando anche uve bianche. Le uve provengono dall’omonimo vigneto di 57 ettari presso la Tenuta di Tignanello. La bottiglia attualmente in commercio è la 2012, annata tormentata e, per questo, c’è molta attesa. Ma Piero Antinori rassicura: sarà straordinaria!
 
di Elena Caccia

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