Prodotti lattiero caseari. Tendenza negativa per il 2015
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Il mercato interno dei prodotti lattiero caseari è stagnante. Nonostante le lievissime fluttuazioni registrate dall'inizio dell'anno, il mercato interno, compresso tra l'influenza delle dinamiche internazionali e la lenta ripresa interna dei consumi delle famiglie, mostra una tendenza sostanzialmente negativa in confronto alle dinamiche osservate nel 2014
Compresso tra l’influenza delle dinamiche internazionali e la lenta ripresa interna dei consumi delle famiglie, il mercato interno dei prodotti lattiero caseari sta soffrendo una situazione stagnante. Dall’inizio dell’anno le quotazioni del settore hanno registrato solo lievissime fluttuazioni, come evidenziato dall’andamento dell’indice Ismea dei prezzi all’origine (base 2010), ma la tendenza di fondo resta di fatto negativa in confronto alle dinamiche osservate nel 2014.
Nell’intervallo compreso tra gennaio e giugno 2015 si evidenzia, infatti, una flessione di quasi 12 punti percentuali rispetto all’analogo periodo dello scorso anno, come conseguenza della contrazione dei prezzi all’origine dei formaggi duri (-8,3%) e, specialmente, del latte vaccino (indice -15,5%).
La nuova campagna di commercializzazione è stata avviata in assenza di un contratto di riferimento per la cessione del latte crudo, eppure i compensi per i ritiri al momento sono decisamente inferiori a quello del precedente anno. Le ultime rivelazioni di giugno nelle maggiori regioni produttive del Nord (Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Piemonte) in particolare fanno registrare un differenziale di oltre 16 punti percentuali, con un valore medio di circa 35,40 euro/100 litri senza premi e al netto di Iva.
di Alessandra Cioccarelli
Compresso tra l’influenza delle dinamiche internazionali e la lenta ripresa interna dei consumi delle famiglie, il mercato interno dei prodotti lattiero caseari sta soffrendo una situazione stagnante. Dall’inizio dell’anno le quotazioni del settore hanno registrato solo lievissime fluttuazioni, come evidenziato dall’andamento dell’indice Ismea dei prezzi all’origine (base 2010), ma la tendenza di fondo resta di fatto negativa in confronto alle dinamiche osservate nel 2014.
Nell’intervallo compreso tra gennaio e giugno 2015 si evidenzia, infatti, una flessione di quasi 12 punti percentuali rispetto all’analogo periodo dello scorso anno, come conseguenza della contrazione dei prezzi all’origine dei formaggi duri (-8,3%) e, specialmente, del latte vaccino (indice -15,5%).
La nuova campagna di commercializzazione è stata avviata in assenza di un contratto di riferimento per la cessione del latte crudo, eppure i compensi per i ritiri al momento sono decisamente inferiori a quello del precedente anno. Le ultime rivelazioni di giugno nelle maggiori regioni produttive del Nord (Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Piemonte) in particolare fanno registrare un differenziale di oltre 16 punti percentuali, con un valore medio di circa 35,40 euro/100 litri senza premi e al netto di Iva.
di Alessandra Cioccarelli