più gusto e salute. A Napoli la pizza si fa con l'acqua di mare
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Al posto del sale l’acqua di mare. Dopo mesi di sperimentazioni e test di assaggio tra i clienti, arriva oggi a Napoli, nella pizzeria di Eccellenze Campane, l’impasto della pizza fatto con l’acqua di mare. Una tecnica elaborata, quella adottata dal maestro pizzaiolo Guglielmo Vuolo, che richiede una lievitazione di oltre 20 ore a temperatura ambiente
Al posto del sale l’acqua di mare. Dopo mesi di sperimentazioni e test di assaggio tra i clienti, arriva oggi a Napoli, nella pizzeria di Eccellenze Campane, l’impasto della pizza fatto con l’acqua di mare. Una tecnica elaborata, quella adottata dal maestro pizzaiolo Guglielmo Vuolo, che richiede una lievitazione di oltre 20 ore a temperatura ambiente. Il risultato? «Una pizza – spiega Vuolo – più leggera, soffice, digeribile, attenta al benessere e al piacere del palato, consentendo la scoperta dei gusti autentici degli ingredienti».
L’acqua del mare impiegata non viene raccolta naturalmente lungo la costa, ma si tratta di un prodotto microbiologicamente puro a uso alimentare, realizzato dalla Steralmar di Bisceglie, sulla base di un protocollo d'intesa siglato con il Cnr (Consiglio Nazionale delle Ricerche) il 9 maggio 2012.
«Mentre nel sale da cucina c'è quasi esclusivamente cloruro di sodio, molto dannoso per la salute - ha illustrato Vincenzo Di Donna, specialista in chirurgia vascolare e tra i protagonisti della ricerca che hanno portato alla produzione di acqua di mare - nell'acqua di mare ci sono ben 92 diversi elementi della tavola periodica».
La prossima sfida alimentare, a detta di Vincenzo Di Donna, è quella di riuscire a sostituire il sale con l’acqua di mare sia nell’alimentazione, sia nella produzione di cibo. Anche a livello industriale.
di Alessandra Cioccarelli
Al posto del sale l’acqua di mare. Dopo mesi di sperimentazioni e test di assaggio tra i clienti, arriva oggi a Napoli, nella pizzeria di Eccellenze Campane, l’impasto della pizza fatto con l’acqua di mare. Una tecnica elaborata, quella adottata dal maestro pizzaiolo Guglielmo Vuolo, che richiede una lievitazione di oltre 20 ore a temperatura ambiente. Il risultato? «Una pizza – spiega Vuolo – più leggera, soffice, digeribile, attenta al benessere e al piacere del palato, consentendo la scoperta dei gusti autentici degli ingredienti».
L’acqua del mare impiegata non viene raccolta naturalmente lungo la costa, ma si tratta di un prodotto microbiologicamente puro a uso alimentare, realizzato dalla Steralmar di Bisceglie, sulla base di un protocollo d'intesa siglato con il Cnr (Consiglio Nazionale delle Ricerche) il 9 maggio 2012.
«Mentre nel sale da cucina c'è quasi esclusivamente cloruro di sodio, molto dannoso per la salute - ha illustrato Vincenzo Di Donna, specialista in chirurgia vascolare e tra i protagonisti della ricerca che hanno portato alla produzione di acqua di mare - nell'acqua di mare ci sono ben 92 diversi elementi della tavola periodica».
La prossima sfida alimentare, a detta di Vincenzo Di Donna, è quella di riuscire a sostituire il sale con l’acqua di mare sia nell’alimentazione, sia nella produzione di cibo. Anche a livello industriale.
di Alessandra Cioccarelli