Occhio all'errore! Il bon ton e le cene a casa
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Cosa cucino per gli ospiti? Invitare, e non sbagliare, è sempre più difficile! E se hanno intolleranze o seguono diete particolari? E ancora, quando invece si è ospiti è old style presentarsi con qualcosa? Queste e molte altre sono le domande che ci assillano quando abbiamo ospiti a cena o siamo i destinatari di un invito. Abbiamo chiesto a Alessandro Scorsone, maestro di cerimonia a Palazzo Chigi, quali sono le accortezze da seguire perché la nostra cena si svolga senza inciampi
Cosa cucino per gli ospiti? Invitare, e non sbagliare, è sempre più difficile! E se hanno intolleranze o seguono diete particolari? Se sono vegani o vegetariani? E ancora, quando invece si è ospiti è old style presentarsi con qualcosa e meglio andare a mani vuote? E se non mi piace un piatto? Queste e molte altre sono le domande che ci assillano quando abbiamo ospiti a cena o siamo i destinatari di un invito. Per evitare le situazioni più spiacevoli o risolvere circostanze imbarazzanti, abbiamo chiesto a un super esperto Alessandro Scorsone, niente di meno che maestro di cerimonia a Palazzo Chigi, quali sono le accortezze da seguire perché la nostra cena si svolga senza inciampi.
L’invito. Come affrontarlo?
Nel 2015 è più che consentito dal galateo mandare un SMS per invitare a cena, ma è buona educazione da parte del destinatario, ricambiare con una telefonata di ringraziamento. In tale occasione è bene anche informare il padrone di casa di particolari intolleranze o esigenze alimentari. L’invito e l’eventuale conferma o rifiuto, devono essere fatti con il giusto anticipo. In caso d’imprevisti, da ambo le parti, avvertire l’altro il prima possibile.
Il regalo. Si porta ancora!
«A Roma si dice che si bussa con i piedi. Questo perché si hanno sempre le mani occupate da ingombri vari», spiega Scorsone commentando la diffusa abitudine di portare fiori, vino e quant’altro per ringraziare dell’invito ricevuto. Questo comportamento, in realtà, è tutt’altro che segno di buona educazione, perché può mettere in grave difficoltà il padrone di casa. Ad esempio, pensiamo al vino. La bottiglia portata in dono, per educazione deve essere stappata, ma, magari, non si adatterebbe al tipo di menu. Si consiglia, quindi, di concordare in anticipo cosa può essere più utile o gradito, o ancora meglio, fare recapitare l’indomani un mazzo di fiori come ringraziamento per la piacevole serata.
La tavola. Poche regole
Apparecchiare la tavola con un bel mazzo di fiori, o anche con solo dei petali di rosa, è simbolo di accoglienza ed eleganza. Stesso discorso per le candele. L’importante, in entrambi i casi, è evitare però profumazioni che potrebbero creare sgradite interazioni olfattive con le pietanze servite. Quanto alle posate, qualora rinunciate al loro cambio tra una portata e l’altra, il numero massimo per parte è tre. Il pane sta sempre a sinistra (attenzione a non rubare quello del vicino), così come il bicchiere.
I commenti. Le frasi da dire e non dire
Iniziare una cena augurando buon appetito è un’abitudine positiva da non trascurare. Quello che è invece da bandire è il commento sui piatti, specialmente in caso di disapprovazione. Se si hanno problemi di salute o difficoltà nel terminare qualcosa, ci si scusa in modo garbato e opportuno.
I comportamenti. Dalla scarpetta al cellulare
E se mi va la scarpetta? «Nessun problema – spiega il cerimoniere di Palazzo Chigi – l’importante è non prendere una fettona di pane, ma un piccolo boccone e aiutarsi con la forchetta». Il food porn, alias ossessione per fotografare i piatti, è da evitare salvo casi di esigenze strettamente (e realmente) professionali. Il telefono deve essere tenuto in modalità “silenzioso” e non sul tavolo. La sigaretta (sì, anche quella elettronica) non si accende per nessun motivo a tavola.
Vi sembra difficile? Non perdetevi d’animo, con un po’ di esercizio – assicura Alessandro Scorsone – ci prenderete la mano e tanto di guadagnato…la buona educazione non passa mai di moda!
di Alessandra Cioccarelli
Cosa cucino per gli ospiti? Invitare, e non sbagliare, è sempre più difficile! E se hanno intolleranze o seguono diete particolari? Se sono vegani o vegetariani? E ancora, quando invece si è ospiti è old style presentarsi con qualcosa e meglio andare a mani vuote? E se non mi piace un piatto? Queste e molte altre sono le domande che ci assillano quando abbiamo ospiti a cena o siamo i destinatari di un invito. Per evitare le situazioni più spiacevoli o risolvere circostanze imbarazzanti, abbiamo chiesto a un super esperto Alessandro Scorsone, niente di meno che maestro di cerimonia a Palazzo Chigi, quali sono le accortezze da seguire perché la nostra cena si svolga senza inciampi.
L’invito. Come affrontarlo?
Nel 2015 è più che consentito dal galateo mandare un SMS per invitare a cena, ma è buona educazione da parte del destinatario, ricambiare con una telefonata di ringraziamento. In tale occasione è bene anche informare il padrone di casa di particolari intolleranze o esigenze alimentari. L’invito e l’eventuale conferma o rifiuto, devono essere fatti con il giusto anticipo. In caso d’imprevisti, da ambo le parti, avvertire l’altro il prima possibile.
Il regalo. Si porta ancora!
«A Roma si dice che si bussa con i piedi. Questo perché si hanno sempre le mani occupate da ingombri vari», spiega Scorsone commentando la diffusa abitudine di portare fiori, vino e quant’altro per ringraziare dell’invito ricevuto. Questo comportamento, in realtà, è tutt’altro che segno di buona educazione, perché può mettere in grave difficoltà il padrone di casa. Ad esempio, pensiamo al vino. La bottiglia portata in dono, per educazione deve essere stappata, ma, magari, non si adatterebbe al tipo di menu. Si consiglia, quindi, di concordare in anticipo cosa può essere più utile o gradito, o ancora meglio, fare recapitare l’indomani un mazzo di fiori come ringraziamento per la piacevole serata.
La tavola. Poche regole
Apparecchiare la tavola con un bel mazzo di fiori, o anche con solo dei petali di rosa, è simbolo di accoglienza ed eleganza. Stesso discorso per le candele. L’importante, in entrambi i casi, è evitare però profumazioni che potrebbero creare sgradite interazioni olfattive con le pietanze servite. Quanto alle posate, qualora rinunciate al loro cambio tra una portata e l’altra, il numero massimo per parte è tre. Il pane sta sempre a sinistra (attenzione a non rubare quello del vicino), così come il bicchiere.
I commenti. Le frasi da dire e non dire
Iniziare una cena augurando buon appetito è un’abitudine positiva da non trascurare. Quello che è invece da bandire è il commento sui piatti, specialmente in caso di disapprovazione. Se si hanno problemi di salute o difficoltà nel terminare qualcosa, ci si scusa in modo garbato e opportuno.
I comportamenti. Dalla scarpetta al cellulare
E se mi va la scarpetta? «Nessun problema – spiega il cerimoniere di Palazzo Chigi – l’importante è non prendere una fettona di pane, ma un piccolo boccone e aiutarsi con la forchetta». Il food porn, alias ossessione per fotografare i piatti, è da evitare salvo casi di esigenze strettamente (e realmente) professionali. Il telefono deve essere tenuto in modalità “silenzioso” e non sul tavolo. La sigaretta (sì, anche quella elettronica) non si accende per nessun motivo a tavola.
Vi sembra difficile? Non perdetevi d’animo, con un po’ di esercizio – assicura Alessandro Scorsone – ci prenderete la mano e tanto di guadagnato…la buona educazione non passa mai di moda!
di Alessandra Cioccarelli