No�, il primo viticoltore in Armenia
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Una scoperta archeologica dimostra che in Armenia si faceva vino già 6.100 anni fa. Il dominio russo e la nascita delle Cantine di Stato, luoghi dove si produceva un pessimo prodotto. Oggi la rinascita grazie alla natura vocata e al lavoro di alcuni produttori che si stanno facendo conoscere nel mondo
Fu Noè il primo viticoltore della storia, almeno secondo i racconti della Bibbia e del Corano. Insomma, che la viticoltura avesse una storia antichissima lo si sapeva; ma che, in realtà le prime tracce di vite piantata risalgano a 140 milioni di anni fa provoca un certo effetto. Mario Fregoni, presidente onorario dell’Oiv, già ordinario di Viticoltura alla facoltà di Agraria dell’Università Cattolica di Piacenza, sostiene da sempre che la sua vera coltivazione iniziò nel Neolitico circa 6 mila anni fa nei Paesi caucasici: Georgia, Armenia, Turchia, Azerbaijan, ma anche in Siria, Libano, Cipro, Israele, Giordania ed Egitto. Ad avvalorare la tesi c’è la notizia del ritrovamento vicino al villaggio di Areni, in Armenia, di reperti che testimonierebbero la più antica e affidabile traccia vitivinicola; l’archeologo californiano Gregory Areshian, ha ritrovato in una grotta una pressa per l’uva, recipienti per la fermentazione, graspe, semi e bucce (la ricerca è stata pubblicata sul Journal of Archeological Science).
Oggi proprio l’Armenia sta riscoprendo le sue origini legate al vino grazie alla valorizzazione dell’Areni, un’uva autoctona che ha oltre 3 mila anni di storia e che non è mai stata intaccata dalla filossera. Nel secolo scorso, il governo russo aveva aperto delle “Cantine di Stato” in Armenia producendo vino di pessima qualità, ma utile da introdurre in Russia per cercare di diminuire il consumo della vodka; poi, con l’indipendenza del Paese nel 1991, il settore crollò e gli ettari vitati scesero drasticamente.
Negli ultimi anni, invece, alcuni imprenditori illuminati stanno riscoprendo l’antichissima tradizione vinicola e qualche Cantina sta aprendo i battenti, come, ad esempio, quella di Zorik Gharibian. La cantina è circondata dalle montagne a 1.400 metri sul livello del mare e a un passo dalla grotta sede del noto ritrovamento archeologico. L’area gode di un microclima straordinario con estati lunghe, secche ed ottime escursioni termiche tra il giorno e la notte, ideali per la vite. Areni noir è il vino più conosciuto di questa cantina che si sta facendo conoscere nel mondo per la sua produzione di altissima qualità.
di Elena Caccia
Fu Noè il primo viticoltore della storia, almeno secondo i racconti della Bibbia e del Corano. Insomma, che la viticoltura avesse una storia antichissima lo si sapeva; ma che, in realtà le prime tracce di vite piantata risalgano a 140 milioni di anni fa provoca un certo effetto. Mario Fregoni, presidente onorario dell’Oiv, già ordinario di Viticoltura alla facoltà di Agraria dell’Università Cattolica di Piacenza, sostiene da sempre che la sua vera coltivazione iniziò nel Neolitico circa 6 mila anni fa nei Paesi caucasici: Georgia, Armenia, Turchia, Azerbaijan, ma anche in Siria, Libano, Cipro, Israele, Giordania ed Egitto. Ad avvalorare la tesi c’è la notizia del ritrovamento vicino al villaggio di Areni, in Armenia, di reperti che testimonierebbero la più antica e affidabile traccia vitivinicola; l’archeologo californiano Gregory Areshian, ha ritrovato in una grotta una pressa per l’uva, recipienti per la fermentazione, graspe, semi e bucce (la ricerca è stata pubblicata sul Journal of Archeological Science).
Oggi proprio l’Armenia sta riscoprendo le sue origini legate al vino grazie alla valorizzazione dell’Areni, un’uva autoctona che ha oltre 3 mila anni di storia e che non è mai stata intaccata dalla filossera. Nel secolo scorso, il governo russo aveva aperto delle “Cantine di Stato” in Armenia producendo vino di pessima qualità, ma utile da introdurre in Russia per cercare di diminuire il consumo della vodka; poi, con l’indipendenza del Paese nel 1991, il settore crollò e gli ettari vitati scesero drasticamente.
Negli ultimi anni, invece, alcuni imprenditori illuminati stanno riscoprendo l’antichissima tradizione vinicola e qualche Cantina sta aprendo i battenti, come, ad esempio, quella di Zorik Gharibian. La cantina è circondata dalle montagne a 1.400 metri sul livello del mare e a un passo dalla grotta sede del noto ritrovamento archeologico. L’area gode di un microclima straordinario con estati lunghe, secche ed ottime escursioni termiche tra il giorno e la notte, ideali per la vite. Areni noir è il vino più conosciuto di questa cantina che si sta facendo conoscere nel mondo per la sua produzione di altissima qualità.
di Elena Caccia