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Michele Chiarlo. Il rivoluzionario della Barbera

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Da più di cinquant'anni Michele Chiarlo fa vino sulle colline di Langhe, Monferrato e Gavi. Un impegno e una passione condivise con i suoi figli Stefano e Alberto. Eleganza e longevità caratterizzano lo stile di una Cantina per la quale il vino è un'espressione artistica

Michele Chiarlo ha iniziato a produrre vino nel 1956 prima con soli con 5 ettari di Barbera e Moscato e poi, gradualmente, acquistando i vigneti più vocati di Langhe, Monferrato e Gavi. Eleganza e complessità sono le parole che caratterizzano meglio lo stile dei vini di Michele Chiarlo.

Oggi le tenute di proprietà di Chiarlo sono cinque. La Tenuta Aluffi, nel cuore del Monferrato è da sempre considerata una delle più belle cascine della zona; sulle due maestose colline, si stagliano gruppi di cipressi centenari. La Barbera trova qui il terreno d’elezione grazie a un suolo sassoso e ricco di minerali. E qui, si trova il parco artistico La Court. La Tenuta Montemareto è solo a 1 chilometro di distanza e i terreni hanno un potenziale qualitativo altissimo. Qui si coltivano Chardonnay, Sauvignon, Cabernet Sauvignon, Merlot e Syrah. Costa delle Monache è ad Agliano Terme, poco distante; nel 1600, sulla sommità del colle, si trovava un convento di monache abbandonato e demolito poi nell’Ottocento. In un suolo comunque ricco sono stati impiantati Barbera, Nebbiolo e Chardonnay. La Serra è a Montaldo Scarampi e sorge su alture che raggiungono anche i 300 metri sul livello del mare in suoli sabbiosi, limosi e ricchi di magnesio adatti ad Albarossa e Barbera. La Tenuta Ariotta è a Calamandrana. Solo 1 ettaro è coltivato a vigna, ma si tratta comunque per la famiglia di un appezzamento molto importante per le sperimentazioni sulla Barbera e su altre varietà.

Lo stile Chiarlo, voluto dagli enologi Stefano Chiarlo, figlio di Michele e di Gianni Meleni è chiaro: uso moderato del legno per quanto riguarda i vini rossi per far emergere le caratteristiche varietali. Michele Chiarlo è considerato il rivoluzionario della Barbera d’Asti grazie all’introduzione nel 1970 della pratica della fermentazione malolattica; oggi, la sua Barbera nelle tre versioni La Court Nizza, Cipressi de La Court e Le Orme, è venduta in 50 diversi mercati nel mondo. Negli anni Ottanta, Chiarlo è stato protagonista insieme ad altri produttori dell’elevazione del Barolo a vino nobile rendendolo meno austero, più morbido nei tannini, ma senza perdere nulla in longevità. In cantina le uve di Nebbiolo che danno vita al Barolo, restano a contatto con le bucce solo 15-17 giorni; il vino affina poi in legni del tortoniano e in botte grande. Nei cru si usano solo tonneaux da 700 litri, il 50% dei quali nuovi. Lo stile Chiarlo è questo dal 1988. Tra i prodotti d’eccellenza da citare ci sono anche il Gavi Docg e il Moscato Nivole.

www.michelechiarlo.it

 di Elena Caccia
 

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