l'Hallertau. Il luppolo di Baviera
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L’editto sulla purezza della birra fu emanato nel 1516, benché a Monaco fosse già applicato nel 1487. Fu un atto importante, perché da quel momento, si stabilì per legge che la bionda bevanda potesse contenere solo acqua, frumento e luppolo: prima di questa data, infatti, ci si poteva mettere di tutto
L’editto sulla purezza della birra fu emanato nel 1516, benché a Monaco fosse già applicato nel 1487. Fu un atto importante, perché da quel momento, si stabilì per legge che la bionda bevanda potesse contenere solo acqua, frumento e luppolo: prima di questa data, infatti, ci si poteva mettere di tutto.
Duecento anni dopo, venne aggiunto ufficialmente il lievito, anche se la parte del leone è stata sempre giocata dal luppolo di Baviera, quello dell’Hallertau, regione a nord-est di Monaco. Un prodotto tipico a marchio Igp dal 2010 con una tradizione millenaria, divenuto famoso grazie alla sua qualità e alle competenze acquisite di generazione in generazione dai coltivatori locali: non a caso il 70 % viene esportato in oltre 100 Paesi del mondo.
Coltivato solo nei bellissimi luppoleti dei distretti municipali di Eichstätt, Freising, Kehlheim, Landshut, Nürnberger Land e Pfaffenhofen, le sue altissime piante si arrampicano su delle pertiche, dando al paesaggio un fascino particolare. Le varietà amare coltivate sono quattro, mentre quelle aromatiche sono sei.
È ingrediente della Münchener Bier Igp, che comprende varie tipologie, tra cui la celebre Weißbier, frizzante, dolce, dal gusto pieno, di colore giallo dorato o ambrato, con torbidità naturale dovuta al lievito, leggermente luppolata e dal tenue gusto amaro.
Le feste popolari del luppolo sono ricche di tradizioni: ne sono esempio la Wolnzacher Volksfest, che si tiene ad agosto, il Mainburger Gallimarkt dei primi di ottobre e l’elezione annua della regina del luppolo.
A Wolnzach, nel cuore della più grande area di coltivazione della pianta, si trova l’omonimo Museo, che ospita tra l’altro una preziosa collezione di birre di tutto il mondo.
Deutsches Hopfenmuseum
Elsenheimerstraße 2
WolnzachTel. 00 +49 8442 7574
www.hopfenmuseum.de
di Clara Ippolito
L’editto sulla purezza della birra fu emanato nel 1516, benché a Monaco fosse già applicato nel 1487. Fu un atto importante, perché da quel momento, si stabilì per legge che la bionda bevanda potesse contenere solo acqua, frumento e luppolo: prima di questa data, infatti, ci si poteva mettere di tutto.
Duecento anni dopo, venne aggiunto ufficialmente il lievito, anche se la parte del leone è stata sempre giocata dal luppolo di Baviera, quello dell’Hallertau, regione a nord-est di Monaco. Un prodotto tipico a marchio Igp dal 2010 con una tradizione millenaria, divenuto famoso grazie alla sua qualità e alle competenze acquisite di generazione in generazione dai coltivatori locali: non a caso il 70 % viene esportato in oltre 100 Paesi del mondo.
Coltivato solo nei bellissimi luppoleti dei distretti municipali di Eichstätt, Freising, Kehlheim, Landshut, Nürnberger Land e Pfaffenhofen, le sue altissime piante si arrampicano su delle pertiche, dando al paesaggio un fascino particolare. Le varietà amare coltivate sono quattro, mentre quelle aromatiche sono sei.
È ingrediente della Münchener Bier Igp, che comprende varie tipologie, tra cui la celebre Weißbier, frizzante, dolce, dal gusto pieno, di colore giallo dorato o ambrato, con torbidità naturale dovuta al lievito, leggermente luppolata e dal tenue gusto amaro.
Le feste popolari del luppolo sono ricche di tradizioni: ne sono esempio la Wolnzacher Volksfest, che si tiene ad agosto, il Mainburger Gallimarkt dei primi di ottobre e l’elezione annua della regina del luppolo.
A Wolnzach, nel cuore della più grande area di coltivazione della pianta, si trova l’omonimo Museo, che ospita tra l’altro una preziosa collezione di birre di tutto il mondo.
Deutsches Hopfenmuseum
Elsenheimerstraße 2
WolnzachTel. 00 +49 8442 7574
www.hopfenmuseum.de
di Clara Ippolito