Formaggi italiani. Segnali di ripresa ma il podio è lontano
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All’estero i formaggi italiani godono di buona popolarità ma nella classifica europea il Belpaese si trova al quarto posto - dopo Olanda, Francia e Germania - e con una distanza notevole dalla leadership. Nonostante la varietà e qualità dell'offerta nostrana di strada insomma, a livello di marketing e posizionamento, ce n'è ancora molta da fare...
All’estero i formaggi italiani godono di buona popolarità ma nella classifica europea il Belpaese si trova al quarto posto e con una distanza notevole dalla leadership. Dalle elaborazioni condotte da Assolatte risulta, infatti, che nei primi 7 mesi del 2015 l’Italia ha venduto nei mercati extra-Ue 49.100 tonnellate di formaggi, per una crescita del 2,5% rispetto all’anno precedente, ma siamo ancora lontani dalle 76.800 tonnellate di export dell'Olanda (-1,6% su base annua) - il principale esportatore di formaggi dell'intera Ue - e fanno meglio di noi anche la Francia (61.800 tonnellate, +2,4%) e la Germania (53.700, -0,9%).
I principali acquirenti di prodotti caseari made in Europe? Sono soprattutto Giappone, Stati Uniti, Russia, Messico, Cina e Algeria. Tutti questi mercati – fa eccezione la Russia – registrano trend di crescita: tra gennaio e luglio dello scorso anno, l’export Ue di formaggi verso il Giappone ha segnato +11%, negli Usa +26%, in Messico +30%, in Cina +5% e in Algeria +23%.
«In ogni caso sui mercati terzi – spiega Assolatte – i produttori europei devono affrontare agguerriti competitor, a partire dagli Stati Uniti, che da soli esportano in questi Paesi una quantità di formaggi pari al 50% di quella commercializzata dall'intera Unione europea. Altri concorrenti molto dinamici sono la Nuova Zelanda, l'Australia, la Bielorussia e l'Argentina». Per i formaggi italiani insomma, nonostante la qualità e varietà dell’offerta, di strada in termini di marketing e posizionamento di strada ce n'è ancora da fare.
di Alessandra Cioccarelli
All’estero i formaggi italiani godono di buona popolarità ma nella classifica europea il Belpaese si trova al quarto posto e con una distanza notevole dalla leadership. Dalle elaborazioni condotte da Assolatte risulta, infatti, che nei primi 7 mesi del 2015 l’Italia ha venduto nei mercati extra-Ue 49.100 tonnellate di formaggi, per una crescita del 2,5% rispetto all’anno precedente, ma siamo ancora lontani dalle 76.800 tonnellate di export dell'Olanda (-1,6% su base annua) - il principale esportatore di formaggi dell'intera Ue - e fanno meglio di noi anche la Francia (61.800 tonnellate, +2,4%) e la Germania (53.700, -0,9%).
I principali acquirenti di prodotti caseari made in Europe? Sono soprattutto Giappone, Stati Uniti, Russia, Messico, Cina e Algeria. Tutti questi mercati – fa eccezione la Russia – registrano trend di crescita: tra gennaio e luglio dello scorso anno, l’export Ue di formaggi verso il Giappone ha segnato +11%, negli Usa +26%, in Messico +30%, in Cina +5% e in Algeria +23%.
«In ogni caso sui mercati terzi – spiega Assolatte – i produttori europei devono affrontare agguerriti competitor, a partire dagli Stati Uniti, che da soli esportano in questi Paesi una quantità di formaggi pari al 50% di quella commercializzata dall'intera Unione europea. Altri concorrenti molto dinamici sono la Nuova Zelanda, l'Australia, la Bielorussia e l'Argentina». Per i formaggi italiani insomma, nonostante la qualità e varietà dell’offerta, di strada in termini di marketing e posizionamento di strada ce n'è ancora da fare.
di Alessandra Cioccarelli