Weekend a Dogliani, la patria del Dolcetto
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A sud-est delle Alpi, nella Provincia di Cuneo, prende vita un regione veramente speciale, le Langhe sud-occidentali. Un territorio poco battuto dalle grandi vie di comunicazione che ha subito, in passato, un lungo isolamento storico che oggi e divenuto la sua primaria peculiarità. La lontananza dai grandi traffici gli ha infatti permesso di preservare il proprio territorio e sviluppare prodotti di nicchia di livello assoluto, offrendo, in pochi chilometri, tra un'alternanza continua di colli dai morbidi e sinuosi profili, arricchiti da piccoli paesi, castelli e campanili, infinite sorprese per stuzzicare il gusto di qualsiasi visitatore. Zigzagando per il territorio, numerosi sono i paesi per trascorrere un weekend all'insegna dei piaceri della tavola. Abbiamo scelto per voi Dogliani, una cittadina caratteristica e densa di tradizioni e luoghi da visitare, patria dell'"antico" Dolcetto, il vino che stregò, alla metà del secolo scorso, il Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, che qui acquistò i vigneti ancora oggi di proprietà della famiglia, e con lui Pini Segna, uno dei disegnatori di Zagor, L'Uomo Mascherato, Mandrake, Kriminal.
La visita della città non può quindi che iniziare facendo conoscenza con questo vino, a ragione ritenuto una delle più interessanti denominazioni delle Langhe. Basta recarsi alla Bottega del Vino di Dogliani, uno spazio per visite, degustazioni e acquisti, nato da una cinquantina di produttori, attenti alla qualità del vino e dell'accoglienza, ospitata nelle ex cantine quattrocentesche dei frati Carmelitani, sotto il palazzo del Comune (www.ildogliani.it).
Ieri Dolcetto, oggi Dogliani
Anche se il nome potrebbe trarre in inganno, il Dolcetto è un vino secco, colore rosso rubino intenso con riflessi violacei, profumo intenso di fiori e frutti freschi come la mora e la ciliegia selvatica, sapore secco e armonico, con un piacevole retrogusto finemente ammandorlato e fragrante e un'acidità moderata che regala un tocco di singolare vivacità. Il nome deriva da quello di un vitigno, il dolcetto, o duzet, in dialetto, varietà dal carattere "capriccioso", difficile da coltivare. Ma all'ultima vendemmia il Dolcetto si è presentato ai consumatori con un fresco look: il nuovo nome, Dogliani, che ora fa riferimento solo al territorio, come già avviene per il Roero, il Barolo, il Barbaresco e l'accorpamento di due disciplinari in un unica Docg. Cos'e cambiato quindi rispetto a prima? Nel 2005, accanto alla Doc Dolcetto di Dogliani, era stata riconosciuta la Docg Dolcetto di Dogliani Superiore (o Docg Dogliani). Il vecchio disciplinare prevedeva due vini: un rosso più semplice a Doc, un Superiore a Docg. A febbraio 2011, i disciplinari sono stati accorpati in un unico sistema che prevede la Docg Dogliani sull'intera produzione. Sparisce dunque la Doc e nascono due versioni Docg: quella "normale", con rese di 80 quintali per ettaro, riferita al vino più giovane, minimo 12°, e quella "superiore", per i vigneti di maggior pregio, che prevede un anno in cantina, 13° minimi e rese di 70 quintali per ettaro. Infine, per agevolare gli amanti d'enoturismo e stata realizzata la mappa di tutte le sottozone dei vigneti, con informazioni sui produttori, le vigne e i punti culturali, integrata ai nuovi sistemi di comunicazione come l'iPhone e l'iPad.
In giro per la cittadina
Oltre alle imprese vinicole, il nucleo abitato deve la sua celebrità anche all'originalità del suo maggior artista Giovanni Battista Schellino, l'estroso e geniale architetto della seconda metà dell'Ottocento che ha regalato a Dogliani angoli insoliti assolutamente estranei ai canoni del tempo e un volto monumentale che non può passare inosservato. Così accanto alle trecentesche porte d'accesso (che schiudono un paesaggio a tratti medioevale, come la piazza Carlo Alberto e a tratti barocco, come la chiesa della Confraternita), alla parte alta del paese con il suo Castello tipicamente medioevale, al Belvedere, punto panoramico sulle Langhe e alla Torre Civica dell'orologio, "merlata" da Schellino, si possono ammirare, qua e là, cupole neoclassiche, guglie neogotiche, pinnacoli e scenografici giochi gaudiani, mentre all'orizzonte sconfinano verdi vallate, mete ideali per passeggiate a piedi, in bicicletta o a cavallo ammirando chiese e pievi immerse tra i filari.
La cucina
In questo Piemonte vero e poliedrico, lontano dai riflettori, che rifugge le mode, anche la cucina non fa eccezione. Troveremo ancora le ricette territoriali semplici, ma eseguite con raffinatezza, veri elogi ai sapori tradizionali. Potremo ancora assaporare la favolosa carne cruda battuta col coltello, la trota marinata, lo sfornatino di cipolla bianca, i favolosi tajarin al ragù, gli agnolotti al tartufo, la panna cotta, il bonet, tipico dolce al cucchaio, la torta di nocciole con zabaione, il cisrà, classico minestrone di trippa, ceci e cotenne a cui Dogliani dedica una sagra novembrina. Senza dimenticare i bolliti misti, piatto che trova il suo momento clou durante la Fiera internazionale del Bue Grasso di Carrù, una manifestazione grandiosa in cui si respira l'aria delle fiere d'antan. Qui tutto è esagerazione, a partire dalla mole degli imponenti buoi di razza piemontese per arrivare alle montagne di carni, cotte, porzionate, servite e mangiate già dalle 6.30 del mattino. Per assaggiare specialità della cucina tradizionale, si consiglia di fare un salto alla Locanda dell'Arco nel vicino paese di Cissone (Tel.0173748200) e alla Locanda nel Borgo Antico, al confine con Barolo, ristorante con una bella cantina visitabile, regno dello chef stellato Massimo Camia. (www.locandanelborgo.it). Weekend a Dogliani la suggestiva cittadina patria del Dolcetto
Piazza S. Paolo, 9
Dogliani
Cuneo
La visita della città non può quindi che iniziare facendo conoscenza con questo vino, a ragione ritenuto una delle più interessanti denominazioni delle Langhe. Basta recarsi alla Bottega del Vino di Dogliani, uno spazio per visite, degustazioni e acquisti, nato da una cinquantina di produttori, attenti alla qualità del vino e dell'accoglienza, ospitata nelle ex cantine quattrocentesche dei frati Carmelitani, sotto il palazzo del Comune (www.ildogliani.it).
Ieri Dolcetto, oggi Dogliani
Anche se il nome potrebbe trarre in inganno, il Dolcetto è un vino secco, colore rosso rubino intenso con riflessi violacei, profumo intenso di fiori e frutti freschi come la mora e la ciliegia selvatica, sapore secco e armonico, con un piacevole retrogusto finemente ammandorlato e fragrante e un'acidità moderata che regala un tocco di singolare vivacità. Il nome deriva da quello di un vitigno, il dolcetto, o duzet, in dialetto, varietà dal carattere "capriccioso", difficile da coltivare. Ma all'ultima vendemmia il Dolcetto si è presentato ai consumatori con un fresco look: il nuovo nome, Dogliani, che ora fa riferimento solo al territorio, come già avviene per il Roero, il Barolo, il Barbaresco e l'accorpamento di due disciplinari in un unica Docg. Cos'e cambiato quindi rispetto a prima? Nel 2005, accanto alla Doc Dolcetto di Dogliani, era stata riconosciuta la Docg Dolcetto di Dogliani Superiore (o Docg Dogliani). Il vecchio disciplinare prevedeva due vini: un rosso più semplice a Doc, un Superiore a Docg. A febbraio 2011, i disciplinari sono stati accorpati in un unico sistema che prevede la Docg Dogliani sull'intera produzione. Sparisce dunque la Doc e nascono due versioni Docg: quella "normale", con rese di 80 quintali per ettaro, riferita al vino più giovane, minimo 12°, e quella "superiore", per i vigneti di maggior pregio, che prevede un anno in cantina, 13° minimi e rese di 70 quintali per ettaro. Infine, per agevolare gli amanti d'enoturismo e stata realizzata la mappa di tutte le sottozone dei vigneti, con informazioni sui produttori, le vigne e i punti culturali, integrata ai nuovi sistemi di comunicazione come l'iPhone e l'iPad.
In giro per la cittadina
Oltre alle imprese vinicole, il nucleo abitato deve la sua celebrità anche all'originalità del suo maggior artista Giovanni Battista Schellino, l'estroso e geniale architetto della seconda metà dell'Ottocento che ha regalato a Dogliani angoli insoliti assolutamente estranei ai canoni del tempo e un volto monumentale che non può passare inosservato. Così accanto alle trecentesche porte d'accesso (che schiudono un paesaggio a tratti medioevale, come la piazza Carlo Alberto e a tratti barocco, come la chiesa della Confraternita), alla parte alta del paese con il suo Castello tipicamente medioevale, al Belvedere, punto panoramico sulle Langhe e alla Torre Civica dell'orologio, "merlata" da Schellino, si possono ammirare, qua e là, cupole neoclassiche, guglie neogotiche, pinnacoli e scenografici giochi gaudiani, mentre all'orizzonte sconfinano verdi vallate, mete ideali per passeggiate a piedi, in bicicletta o a cavallo ammirando chiese e pievi immerse tra i filari.
La cucina
In questo Piemonte vero e poliedrico, lontano dai riflettori, che rifugge le mode, anche la cucina non fa eccezione. Troveremo ancora le ricette territoriali semplici, ma eseguite con raffinatezza, veri elogi ai sapori tradizionali. Potremo ancora assaporare la favolosa carne cruda battuta col coltello, la trota marinata, lo sfornatino di cipolla bianca, i favolosi tajarin al ragù, gli agnolotti al tartufo, la panna cotta, il bonet, tipico dolce al cucchaio, la torta di nocciole con zabaione, il cisrà, classico minestrone di trippa, ceci e cotenne a cui Dogliani dedica una sagra novembrina. Senza dimenticare i bolliti misti, piatto che trova il suo momento clou durante la Fiera internazionale del Bue Grasso di Carrù, una manifestazione grandiosa in cui si respira l'aria delle fiere d'antan. Qui tutto è esagerazione, a partire dalla mole degli imponenti buoi di razza piemontese per arrivare alle montagne di carni, cotte, porzionate, servite e mangiate già dalle 6.30 del mattino. Per assaggiare specialità della cucina tradizionale, si consiglia di fare un salto alla Locanda dell'Arco nel vicino paese di Cissone (Tel.0173748200) e alla Locanda nel Borgo Antico, al confine con Barolo, ristorante con una bella cantina visitabile, regno dello chef stellato Massimo Camia. (www.locandanelborgo.it). Weekend a Dogliani la suggestiva cittadina patria del Dolcetto
Piazza S. Paolo, 9
Dogliani
Cuneo