Valeria Piccini e Jos� Rallo. L'alta cucina e il vino omaggiano le donne
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Nel giorno della festa della donna rendiamo omaggio a due grandi donne. Una, Valeria Piccini, chef bistellata del Ristorante da Caino di Montemerano; l'altra, José Rallo, volto e voce della cantina siciliana Donnafugata. Entrambe hanno in comune la passione, unico vero motore capace di generare successo. Vi raccontiamo il loro modo essere donne, nella vita privata e lavorativa. Buon 8 marzo a tutte!
Otto marzo, festa della donna. Per l’occasione Saporie.com, ha voluto intervistare due donne speciali, una del mondo del vino e l’altra di quello dell’alta gastronomia: Josè Rallo della cantina siciliana Donnafugata e Valeria Piccini del Ristorante da Caino di Montemerano (Grosseto). Entrambe hanno in comune l’unica dote capace davvero di muovere il mondo: essere guidate dalla passione, prima di tutto e sopra ogni cosa. Josè Rallo è il volto e la voce di Donnafugata, la cantina del Ben Ryé, uno dei vini passiti più famosi del mondo. Sposata, mamma di due figli, è laureata in Economia e commercio, dal 1990 si dedica interamente all’attività vitivinicola di famiglia portando il nome della sua Cantina in tutto il mondo. A lei si deve l’invenzione, straordinaria, della degustazione cantata. Josè Rallo è infatti la voce della band Donnafugata Music&Wine live e ha cantato anche al Blue Note di New York.
Valeria Piccini, padrona di casa al Ristorante da Caino di Montemerano (Gr), è stata appena nominata Cuoca dell’Anno 2016 de L’Espresso. Dopo gli studi scientifici e un diploma da perito chimico, si è messa ai fornelli, diventando chef per passione. La formazione da autodidatta presso il ristorante di famiglia, alla fine degli anni Settanta, non le ha impedito però di guadagnarsi il prestigioso riconoscimento di due stelle Michelin. La sua cucina elegante e tradizionale - ispirata ai classici della tradizione ma ricca di guizzi gioiosi e creativi - ha reso celebre "Caino" ben oltre i confini maremmani. Festa della donna. Cosa significa per te?
Josè Rallo «È un’occasione per celebrare le donne che promuovono il cambiamento culturale attraverso il proprio impegno in famiglia, nell'impresa e nella società. Donne multitasking che fanno nascere nuove vite e se ne prendono cura, educando i propri figli alla parità di genere, alla condivisione delle responsabilità. Per questo l'8 marzo diventa celebrazione di una speranza per un futuro migliore».
Valeria Piccini «Questo giorno ricorda un evento triste per tutto il genere femminile. Oggi quella data è spesso strumentalizzata e commercializzata, a discapito di ciò che dovrebbe rappresentare veramente: il rispetto della donna tutti i giorni dell'anno».
Vino e alta cucina. Cosa significa per voi essere donne in questi mondi?
Josè Rallo «Portare un contributo di coraggio, intraprendenza e capacità di ascolto dentro e fuori l'azienda. Questo accresce la loro credibilità nel mondo del vino un tempo spesso declinato al maschile. Poi si aggiungono l'esperienza, l’appartenenza, la passione, l’abnegazione negli altri».
Valeria Piccini «Tanti sacrifici, ricerca, fatica e continuità. Devi abbandonare tanto di quello che è la vita di una donna, rischi di perderti i momenti migliori dei figli per dedicarti totalmente a questa passione, a questa vita. Ti rendi conto che sei assorbita dal lavoro quando, ormai, è troppo tardi».
Siete in qualche modo madri dei vostri vini e dei vostri piatti. Quale, più di ogni altro, rappresenta il vostro essere donna?
Josè Rallo «Dipende dai momenti. Sicuramente il Vigna di Gabri. Un bianco versatile di carattere, dal bouquet fine ed elegante, vino di rara longevità. Un vino dedicato alla passione e al lavoro di mia madre Gabriella, frutto della sua sensibilità e caparbietà, doti che spero di avere anche io».
Valeria Piccini «Sono da 40 anni in cucina, ma le ricette che più rappresentano il mio essere donna sono quelle che vengono dalla tradizione. Quelle che si facevano nelle case delle nostre nonne e delle nostre madri. Come, ad esempio, il rito della pasta, la pasta ripiena».
La più grande virtù dell'essere donna è…
Josè Rallo «La capacità di ascolto, unita alla creatività e alla determinazione»
Valeria Piccini «Poter dare alla luce un figlio. Possiamo considerarla una virtù?»
Il momento della vita in cui essere donna è stato un vantaggio?
Josè Rallo «Sempre. Essere donna per me ha significato mettere a frutto una grande voglia di riscatto, il desiderio di vincere la sfida della meritocrazia che nulla a che vedere con la differenza di genere. Un altro vantaggio è stata la capacità entrare in sintonia con gli altri, cosa che ho sperimentato anche nell'avventura del canto e dell'abbinamento della musica col vino».
Valeria Piccini «Non ne ricordo (ride dolcemente), forse, se ti fermano dei poliziotti, con un sorriso riesci a svignartela!»
La donna che hai incontrato nella tua vita e che più ti ha affascinata o emozionata?
Josè Rallo «Sicuramente Claudia Cardinale, l'indimenticabile Angelica ne Il Gattopardo di Visconti. Averla a Donnafugata, con la sua ironia ed eleganza, è stato bellissimo, un incontro magico e sorprendente, come quello con la scrittrice indiana Anita Desai, che abbiamo premiato con il Premio Letterario Tomasi di Lampedusa. In lei ho visto una cultura millenaria che vive una profonda trasformazione. Sono le storie di donne quelle che mi emozionano e, ovviamente, anche quelle delle donne del vino (oltre 400 le produttrici in Italia), a partire da Pia Berlucchi, che ha mantenuto una passione e una voglia di fare esemplare».
Valeria Piccini «Sono sostanzialmente due. Una, mia madre, l’altra mia suocera che mi ha insegnato tanto sia in cucina sia nella vita».
Il personaggio femminile che ti sarebbe piaciuto essere?
Josè Rallo «Audrey Hepburn. Grande attrice, ballerina, cantante dal sorriso affascinante. Mi piace moltissimo in Funny Face con Fred Astaire»
Valeria Piccini «Una sportiva direi. Per me è già tanto fare le scale a piedi!»
La donna che non vorresti essere?
Josè Rallo «Non vorrei essere superficiale perché vorrebbe dire perdersi il bello e la profondità della vita che amo ricercare con umiltà e curiosità».
Valeria Piccini «Un’astronauta. Avrei troppa paura».
Rinasci un'altra volta: uomo o donna?
Josè Rallo «Donna sicuramente. Per mille ragioni e una in particolare: essere mamma. Una condizione che cerco di vivere in armonia con il mio lavoro in azienda. Aver cura dei figli vuol dire presenza, ma anche esempio. A loro devo tanto per l'affetto che ricevo, ma anche per quel senso di responsabilità verso il futuro che è proprio della maternità».
Valeria Piccini «Donna. Mi è piaciuto tutto quello che ho fatto, nonostante tutte le difficoltà e fatiche».
Di Elena Caccia e Alessandra Cioccarelli
Per la foto di Josè Rallo si ringrazia Anna Pakula
Otto marzo, festa della donna. Per l’occasione Saporie.com, ha voluto intervistare due donne speciali, una del mondo del vino e l’altra di quello dell’alta gastronomia: Josè Rallo della cantina siciliana Donnafugata e Valeria Piccini del Ristorante da Caino di Montemerano (Grosseto). Entrambe hanno in comune l’unica dote capace davvero di muovere il mondo: essere guidate dalla passione, prima di tutto e sopra ogni cosa. Josè Rallo è il volto e la voce di Donnafugata, la cantina del Ben Ryé, uno dei vini passiti più famosi del mondo. Sposata, mamma di due figli, è laureata in Economia e commercio, dal 1990 si dedica interamente all’attività vitivinicola di famiglia portando il nome della sua Cantina in tutto il mondo. A lei si deve l’invenzione, straordinaria, della degustazione cantata. Josè Rallo è infatti la voce della band Donnafugata Music&Wine live e ha cantato anche al Blue Note di New York.
Valeria Piccini, padrona di casa al Ristorante da Caino di Montemerano (Gr), è stata appena nominata Cuoca dell’Anno 2016 de L’Espresso. Dopo gli studi scientifici e un diploma da perito chimico, si è messa ai fornelli, diventando chef per passione. La formazione da autodidatta presso il ristorante di famiglia, alla fine degli anni Settanta, non le ha impedito però di guadagnarsi il prestigioso riconoscimento di due stelle Michelin. La sua cucina elegante e tradizionale - ispirata ai classici della tradizione ma ricca di guizzi gioiosi e creativi - ha reso celebre "Caino" ben oltre i confini maremmani. Festa della donna. Cosa significa per te?
Josè Rallo «È un’occasione per celebrare le donne che promuovono il cambiamento culturale attraverso il proprio impegno in famiglia, nell'impresa e nella società. Donne multitasking che fanno nascere nuove vite e se ne prendono cura, educando i propri figli alla parità di genere, alla condivisione delle responsabilità. Per questo l'8 marzo diventa celebrazione di una speranza per un futuro migliore».
Valeria Piccini «Questo giorno ricorda un evento triste per tutto il genere femminile. Oggi quella data è spesso strumentalizzata e commercializzata, a discapito di ciò che dovrebbe rappresentare veramente: il rispetto della donna tutti i giorni dell'anno».
Vino e alta cucina. Cosa significa per voi essere donne in questi mondi?
Josè Rallo «Portare un contributo di coraggio, intraprendenza e capacità di ascolto dentro e fuori l'azienda. Questo accresce la loro credibilità nel mondo del vino un tempo spesso declinato al maschile. Poi si aggiungono l'esperienza, l’appartenenza, la passione, l’abnegazione negli altri».
Valeria Piccini «Tanti sacrifici, ricerca, fatica e continuità. Devi abbandonare tanto di quello che è la vita di una donna, rischi di perderti i momenti migliori dei figli per dedicarti totalmente a questa passione, a questa vita. Ti rendi conto che sei assorbita dal lavoro quando, ormai, è troppo tardi».
Siete in qualche modo madri dei vostri vini e dei vostri piatti. Quale, più di ogni altro, rappresenta il vostro essere donna?
Josè Rallo «Dipende dai momenti. Sicuramente il Vigna di Gabri. Un bianco versatile di carattere, dal bouquet fine ed elegante, vino di rara longevità. Un vino dedicato alla passione e al lavoro di mia madre Gabriella, frutto della sua sensibilità e caparbietà, doti che spero di avere anche io».
Valeria Piccini «Sono da 40 anni in cucina, ma le ricette che più rappresentano il mio essere donna sono quelle che vengono dalla tradizione. Quelle che si facevano nelle case delle nostre nonne e delle nostre madri. Come, ad esempio, il rito della pasta, la pasta ripiena».
La più grande virtù dell'essere donna è…
Josè Rallo «La capacità di ascolto, unita alla creatività e alla determinazione»
Valeria Piccini «Poter dare alla luce un figlio. Possiamo considerarla una virtù?»
Il momento della vita in cui essere donna è stato un vantaggio?
Josè Rallo «Sempre. Essere donna per me ha significato mettere a frutto una grande voglia di riscatto, il desiderio di vincere la sfida della meritocrazia che nulla a che vedere con la differenza di genere. Un altro vantaggio è stata la capacità entrare in sintonia con gli altri, cosa che ho sperimentato anche nell'avventura del canto e dell'abbinamento della musica col vino».
Valeria Piccini «Non ne ricordo (ride dolcemente), forse, se ti fermano dei poliziotti, con un sorriso riesci a svignartela!»
La donna che hai incontrato nella tua vita e che più ti ha affascinata o emozionata?
Josè Rallo «Sicuramente Claudia Cardinale, l'indimenticabile Angelica ne Il Gattopardo di Visconti. Averla a Donnafugata, con la sua ironia ed eleganza, è stato bellissimo, un incontro magico e sorprendente, come quello con la scrittrice indiana Anita Desai, che abbiamo premiato con il Premio Letterario Tomasi di Lampedusa. In lei ho visto una cultura millenaria che vive una profonda trasformazione. Sono le storie di donne quelle che mi emozionano e, ovviamente, anche quelle delle donne del vino (oltre 400 le produttrici in Italia), a partire da Pia Berlucchi, che ha mantenuto una passione e una voglia di fare esemplare».
Valeria Piccini «Sono sostanzialmente due. Una, mia madre, l’altra mia suocera che mi ha insegnato tanto sia in cucina sia nella vita».
Il personaggio femminile che ti sarebbe piaciuto essere?
Josè Rallo «Audrey Hepburn. Grande attrice, ballerina, cantante dal sorriso affascinante. Mi piace moltissimo in Funny Face con Fred Astaire»
Valeria Piccini «Una sportiva direi. Per me è già tanto fare le scale a piedi!»
La donna che non vorresti essere?
Josè Rallo «Non vorrei essere superficiale perché vorrebbe dire perdersi il bello e la profondità della vita che amo ricercare con umiltà e curiosità».
Valeria Piccini «Un’astronauta. Avrei troppa paura».
Rinasci un'altra volta: uomo o donna?
Josè Rallo «Donna sicuramente. Per mille ragioni e una in particolare: essere mamma. Una condizione che cerco di vivere in armonia con il mio lavoro in azienda. Aver cura dei figli vuol dire presenza, ma anche esempio. A loro devo tanto per l'affetto che ricevo, ma anche per quel senso di responsabilità verso il futuro che è proprio della maternità».
Valeria Piccini «Donna. Mi è piaciuto tutto quello che ho fatto, nonostante tutte le difficoltà e fatiche».
Di Elena Caccia e Alessandra Cioccarelli
Per la foto di Josè Rallo si ringrazia Anna Pakula