Occhio alla spesa. Qual è la passata di pomodoro migliore?
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Pomodoro pelato, a diletti, a pezzi, al doppio e triplo concentrato. Quando si acquista una passata di pomodoro, sul mercato c'è davvero l'imbarazzo della scelta! Ma come si fa a trovare il prodotto migliore? A quali fattori bisogna prestare attenzione. Ecco una mini guida che ti aiuta a fare la spesa giusta e consapevole!
Almeno una volta nella vita si dovrebbe preparare una passata di pomodoro fatta “in casa”, magari in occasione di un bel pranzo con amici e parenti e, meglio, sotto la guida di chi ne sa qualcosa. È un lavoraccio, ma se lo si fa in compagnia chiacchierando del più e del meno è anche divertente e poi…che grande soddisfazione aprire un vasetto che profuma d’estate dicendo “questo l'ho fatto io”!
In teoria la preparazione della passata di pomodoro su larga scala dovrebbe i passaggi classici della tradizione, cambiandone le tecnologie. La scelta sul mercato è davvero vasta: si va dal pomodoro pelato intero oppure a filetti, ai pomodori a pezzi, alla passata di pomodoro e, infine, al doppio e al triplo concentrato.
Ma come si fa a scegliere il prodotto migliore? A cosa fare attenzione? Ecco i nostri sei consigli utili!
1) IL POMODORO
Più il pomodoro è intero, meno subisce lavorazioni e più è selezionato. In una passata può capitare un pomodoro imperfetto, nei pelati no, perché si vedrebbe subito. Ciò si riflette anche sul prezzo. Un chilo di passata dovrebbe costare circa 1,20 euro, mentre diventa mediamente il triplo nei pelati per salire ad almeno quattro volte nelle selezioni di pomodori Dop come il San Marzano, ma anche per il corbarino, il datterino e così via.
2) L’ORIGINE
Controllate sempre che sulla confezione sia riportata l’origine dei pomodori. Per fortuna quasi tutte indicano “da pomodoro 100 per cento italiano” oppure “da pomodori coltivati in Italia”. 3) LA FRESCHEZZA
Fate attenzione anche che sia precisato “da pomodoro fresco” perché è anche possibile iniziare una produzione da prodotto stoccato, pur se si tratta di lievi differenze a livello gustativo.
4) GLI INGREDIENTI
Nell'indicazione degli ingredienti preferite sempre la dicitura “pomodoro e sale”, o anche solo “pomodoro” (qualcuno lo fa senza sale aggiunto). Solo così si ha il termometro del valore del prodotto.
5) LA RACCOLTA
Anche l'indicazione “raccolta a mano” può rappresentare una selezione in più della materia prima.
6) IL CONTENITORE
Il vetro è ritenuto il contenitore più neutro. Un suggerimento antispreco: se non usate tutta la passata di pomodoro, versate nella bottiglietta un filo di olio a coprire la superficie esposta. Sarà comunque buono nella ricetta successiva.
IN CUCINA
Secondo alcune ricerche svolte dall'Università degli Studi di Napoli Federico II sembra che le proprietà licopene, noto antiossidante contenuto nel pomodoro, siano potenziate dalla lunga cottura assieme all'olio extravergine. Onore e gloria dunque al famoso ragù che cuoce per ore.
PELATI O A PEZZI. QUANDO USARLI?
Pomodori pelati o a pezzi vanno bene nelle preparazioni a base di pesce perché apportano sapore senza essere invadenti. Nei sughi veloci, la passata andrebbe lasciata stufare per qualche minuto in olio ed eventualmente aglio per farle diminuire la sua naturale acidità.
di Maria Cristina Beretta
Almeno una volta nella vita si dovrebbe preparare una passata di pomodoro fatta “in casa”, magari in occasione di un bel pranzo con amici e parenti e, meglio, sotto la guida di chi ne sa qualcosa. È un lavoraccio, ma se lo si fa in compagnia chiacchierando del più e del meno è anche divertente e poi…che grande soddisfazione aprire un vasetto che profuma d’estate dicendo “questo l'ho fatto io”!
In teoria la preparazione della passata di pomodoro su larga scala dovrebbe i passaggi classici della tradizione, cambiandone le tecnologie. La scelta sul mercato è davvero vasta: si va dal pomodoro pelato intero oppure a filetti, ai pomodori a pezzi, alla passata di pomodoro e, infine, al doppio e al triplo concentrato.
Ma come si fa a scegliere il prodotto migliore? A cosa fare attenzione? Ecco i nostri sei consigli utili!
1) IL POMODORO
Più il pomodoro è intero, meno subisce lavorazioni e più è selezionato. In una passata può capitare un pomodoro imperfetto, nei pelati no, perché si vedrebbe subito. Ciò si riflette anche sul prezzo. Un chilo di passata dovrebbe costare circa 1,20 euro, mentre diventa mediamente il triplo nei pelati per salire ad almeno quattro volte nelle selezioni di pomodori Dop come il San Marzano, ma anche per il corbarino, il datterino e così via.
2) L’ORIGINE
Controllate sempre che sulla confezione sia riportata l’origine dei pomodori. Per fortuna quasi tutte indicano “da pomodoro 100 per cento italiano” oppure “da pomodori coltivati in Italia”. 3) LA FRESCHEZZA
Fate attenzione anche che sia precisato “da pomodoro fresco” perché è anche possibile iniziare una produzione da prodotto stoccato, pur se si tratta di lievi differenze a livello gustativo.
4) GLI INGREDIENTI
Nell'indicazione degli ingredienti preferite sempre la dicitura “pomodoro e sale”, o anche solo “pomodoro” (qualcuno lo fa senza sale aggiunto). Solo così si ha il termometro del valore del prodotto.
5) LA RACCOLTA
Anche l'indicazione “raccolta a mano” può rappresentare una selezione in più della materia prima.
6) IL CONTENITORE
Il vetro è ritenuto il contenitore più neutro. Un suggerimento antispreco: se non usate tutta la passata di pomodoro, versate nella bottiglietta un filo di olio a coprire la superficie esposta. Sarà comunque buono nella ricetta successiva.
IN CUCINA
Secondo alcune ricerche svolte dall'Università degli Studi di Napoli Federico II sembra che le proprietà licopene, noto antiossidante contenuto nel pomodoro, siano potenziate dalla lunga cottura assieme all'olio extravergine. Onore e gloria dunque al famoso ragù che cuoce per ore.
PELATI O A PEZZI. QUANDO USARLI?
Pomodori pelati o a pezzi vanno bene nelle preparazioni a base di pesce perché apportano sapore senza essere invadenti. Nei sughi veloci, la passata andrebbe lasciata stufare per qualche minuto in olio ed eventualmente aglio per farle diminuire la sua naturale acidità.
di Maria Cristina Beretta