Masi Agricola quotata in Borsa
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Per la prima volta si instaura un’allenza tra il mondo del vino e quello dell’alta finanza. La cantina nota nel mondo per la valorizzazione dell’Amarone è stata ammessa nell’Olimpo del capitale italiano. La famiglia Boscaini non cede neppure un’azione e, anzi, promette rapporto e trasparenza con gli investitori
Dal 30 giugno, Masi Agricola sarà la prima Cantina italiana a essere quotata in Borsa su AIM Italia, Mercato Alternativo del Capitale, sistema multilaterale di negoziazione, organizzato e gestito da Borsa Italiana. Un successo meritato la famiglia Boscaini, titolare di una delle realtà più rappresentative della Valpolicella classica e, in generale, delle Venezie, e conosciuta per il suo Amarone.
«C’è molta emozione da parte di tutta la famiglia e dei collaboratori per un risultato di alto significato che sancisce una prima alleanza in Italia tra la produzione di vino di qualità e il mercato di capitali», ha dichiarato Sandro Boscaini, titolare di Masi Agricola. «Masi ha nel suo Dna l’innovazione. Siamo stati innovativi nell’aspetto tecnico avendo contribuito come nessun’altro al successo dell’Amarone rendendolo un “vino moderno dal cuore antico”. Cinquant’anni fa abbiamo creato il Campofiorin facendo un uso non convenzionale delle uve semi-appassite e aprendo la strada al successo di ripasso e doppia fermentazione». Va chiarito un punto: la famiglia Boscaini non cede azioni e mantiene un’ampia maggioranza promettendo di preservare il Dna e lo stile dell’azienda e di instaurare con i nuovi azionisti un rapporto di lungo termine.
L’ammissione è avvenuta a seguito del collegamento istituzionale rivolto a investitori qualificati italiani e istituzionali esteri (con l’esclusione di alcuni Stati) di 6.436.000 azioni; la società ha determinato in 4,60 euro il prezzo di ogni azione e questo ha generato una domanda di quasi 1,3 volte il quantitativo offerto che proviene per il 55% da 25 investitori italiani e per il restante 45% da 32 investitori esteri.
di Elena Caccia
Dal 30 giugno, Masi Agricola sarà la prima Cantina italiana a essere quotata in Borsa su AIM Italia, Mercato Alternativo del Capitale, sistema multilaterale di negoziazione, organizzato e gestito da Borsa Italiana. Un successo meritato la famiglia Boscaini, titolare di una delle realtà più rappresentative della Valpolicella classica e, in generale, delle Venezie, e conosciuta per il suo Amarone.
«C’è molta emozione da parte di tutta la famiglia e dei collaboratori per un risultato di alto significato che sancisce una prima alleanza in Italia tra la produzione di vino di qualità e il mercato di capitali», ha dichiarato Sandro Boscaini, titolare di Masi Agricola. «Masi ha nel suo Dna l’innovazione. Siamo stati innovativi nell’aspetto tecnico avendo contribuito come nessun’altro al successo dell’Amarone rendendolo un “vino moderno dal cuore antico”. Cinquant’anni fa abbiamo creato il Campofiorin facendo un uso non convenzionale delle uve semi-appassite e aprendo la strada al successo di ripasso e doppia fermentazione». Va chiarito un punto: la famiglia Boscaini non cede azioni e mantiene un’ampia maggioranza promettendo di preservare il Dna e lo stile dell’azienda e di instaurare con i nuovi azionisti un rapporto di lungo termine.
L’ammissione è avvenuta a seguito del collegamento istituzionale rivolto a investitori qualificati italiani e istituzionali esteri (con l’esclusione di alcuni Stati) di 6.436.000 azioni; la società ha determinato in 4,60 euro il prezzo di ogni azione e questo ha generato una domanda di quasi 1,3 volte il quantitativo offerto che proviene per il 55% da 25 investitori italiani e per il restante 45% da 32 investitori esteri.
di Elena Caccia