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Grandi chef per il calendario Lavazza

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Firmato da Martin Schoeller, fotografo tedesco famoso per i suoi ritratti di dive e personaggi politici, il calendario Lavazza quest'anno racconta del rapporto speciale tra sette chef stellati e il celebre caffè, rendendo in omaggio all'ispirazione in cucina

Nella splendida location La Pelota in via Palermo 10, nella zona più alla moda di Milano, si è assistito lo scorso 24 ottobre all’evento Lavazza, blindatissimo con trecento ospiti selezionati che hanno tenuto a battesimo Inspiring Chefs, il calendario già oggetto di culto per collezionisti e appassionati di fotografia. Firmato da Martin Schoeller, fotografo tedesco famoso per i suoi ritratti di dive e personaggi politici come Angelina Jolie e Barack Obama, il calendario racconta del rapporto speciale tra sette chef stellati e il caffè Lavazza e rende omaggio all'ispirazione in cucina.

I magnifici sette sono Ferran Adrià e suo fratello Albert, Michel Bras, Massimo Bottura, Antonino Cannavacciuolo, Carlo Cracco, Davide Oldani, cuochi e innovatori che da anni si lasciano conquistare dal caffè Lavazza e che lo reinterpretano attraverso le loro creazioni. E proprio gli chef ritratti hanno curato lo straordinario menu della serata.

Ogni portata, studiata da un diverso maestro, è stata servita dopo uno spettacolare red carpet. Ad accogliere i numerosi ospiti vip la famiglia Lavazza al completo. “Abbiamo voluto porre gli chef, amici innanzitutto prima che pionieri del nuovo corso del gusto, al centro del nostro mondo che si mantiene onirico, divertito e sempre ironico” così Francesca Lavazza, direttore corporate image dell’azienza, racconta questa nuova edizione.

Sette artisti del gusto che ispirando e lasciandosi ispirare, condividono da sempre principi e filosofia e che, nelle loro creazioni da anni si lasciano conquistare dal caffè Lavazza, ora interpretandolo, ora elaborandolo in nuove consistenze, ora trasformandolo da bevanda a materia.

Ferran Adrià. A lui, che guarda sempre al futuro e che ha segnato una vera rivoluzione del gusto, è dedicata l’apertura di un calendario che lo vede immerso, sorridente e ironico, in una grande bolla dell’ispirazione, nella quale fluttuano, pronti a essere interpretati, i suoi ingredienti e le sue visioni.

A Massimo Bottura, filosofo del gusto, ricercatore infaticabile di ispirazione nella storia dell’arte e della parola, spetta lo scatto all’interno della Biblioteca Ambrosiana di Milano. Come un alchimista mago, eccolo circondato da volumi e ampolle, a ricercar la pietra filosofale della perfezione del gusto e del racconto.

Che sia nata prima la gallina o l’uovo? E’ questo un quesito che non ci permettiamo di tentar di risolvere. Che l’uovo però rappresenti il centro del suo mondo è certo. Carlo Cracco, falconiere d’aia, si mostra nello scatto del calendario Lavazza con la fierezza dei pionieri, portando la gallina appollaiata su un braccio e, l’uovo perfetto sull’altro. Alle origini, con classe, giustappunto.

Origini e territorio come centro di un lavoro certosino, fatto di genio e metodo, invece, nello scatto successivo dove ritroviamo Davide Oldani colto in una risaia della sua infanzia, a parlar di km0 e di chicchi di riso che diventano la tela bianca su cui lo chef scrive le proprie creazioni.

Antonino Cannavacciuolo. A lui nulla è più vicino del mare e dell’acqua, sospeso com’è tra le origini campane e la terra d’adozione fronte lago di Villa Crespi sul lago dʼOrta. Ritratto con tutta la veracità del suo personaggio, eccolo dialogare novello Ulisse che ha superato le colonne dʼErcole, con una sirena finita sul bancone tra triglie e orate.

Michel Bras è invece circondato dalla sua natura, colto nel suo orto provenzale: il grande chef francese se ne lascia avvolgere, fino a diventare lui stesso tutt’uno con le sue creazioni, mentre scie di farfalle ne ritmano il giusto contrappunto. Contemplativo e maestro riconosciuto, Bras è in questo caso il nostro Platone da cui tutto parte per tutto ritornare.

Chiude la carrellata di gastrofilosofi, l’immagine che riassume in pieno un lavoro di veri funamboli del gusto. Ad Albert Adrià, cuoco che si muove a proprio agio tra le diverse cucine del mondo, le cui parole chiave sono contamination e fusion, il compito di giocare in equilibrio sul difficile filo del gusto mentre all’estremità opposta suo fratello Ferran sorseggia, in bilico, una tazzina di espresso Lavazza.

di Enzo Di Monte

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