Dal food delivery all'acai bowl. Il cibo che verr�
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Con l'anno nuovo arriva puntuale il nuovo rapporto Baum+Whiteman, azienda newyorkese leader del consultig nel campo della ristorazione, sulle novità 2016 in fatto di food&beverage. Tra conferme e news entry, scopriamo insieme gli undici trend che dovrebbero condizionare gli interessi gastronomici del 2016 a livello internazionale
Anno nuovo e immancabile il rapporto Baum+Whiteman - azienda newyorkese leader del consultig nel campo della ristorazione – sulle novità 2016 in ambito food&bevarage. Tra conferme e assolute new entry, ecco gli undici trend, che secondo la nota agenzia americana condizioneranno gli interessi gastronomici a livello internazionale.
IL TRIONFO DEL FOOD DELIVERY
Il food delivery, con l’ingresso di giganti digitali come Amazon, Uber e Google e altri grandi player (ma in crescita anche tante startup), sta diventando un fenomeno sempre più ampio e strutturato. Anche se non producono cibo direttamente, questi colossi si pongono come potenti anelli di congiunzione tra servizi di ristorazione e gli utenti/consumatori. In crescita anche le consegne delle dinner-in-box, sorta di kit di assemblaggio, completi di ingredienti predosati e istruzioni necessarie per specifiche ricette.
CIBI SOSTENIBILI E SANI
Anche il 2016 sarà un anno all’insegna dei “clean menu”, ovvero quei menu con ingredienti certificati e privi di additivi, coloranti e conservanti. Questa attenzione a “un’alimentazione più salutare” riguarderà le proposte dei ristoranti, ma anche le scelte dei maggiori fast-food. In aumento l’utilizzo di prodotti locali, biologici e di stagione per venire incontro alle esigenze di cliente più attenti al rispetto dell’ambiente, oltre che della linea.
LA RIVINCITA DELLE VERDURE
Si avrà la diffusione della dieta vegana e vegetariana, il timore di ormoni e antibiotici e la maggior attenzione alla salute, ma negli ultimi tempi gli ortaggi hanno avuto una vera e propria riscossa. Da semplice contorno, infatti, la verdura è diventata un piatto principale, realizzato preferibilmente con ingredienti stagionali. Affianco ai mercati locali crescono, anche nei ristoranti non specializzati nell’alimentazione vegetariana e vegana, le opzioni veg.
CALO NEL CONSUMO DI PASTA
Negli ultimi cinque anni il consumo di pasta, secondo gli americani, è diminuito del 6% negli Usa, dell’8% in Australia, del 13% in Europa e ben del 25% in Italia. Una tendenza, stando alle previsioni della Baum+Whiteman, in crescita. Le alternative alla pasta di semola di grano duro? Pasta a base di riso, quinoa, ceci, lenticchie, orzo, farro e perfino gli spaghetti di verdure (pare quelli di patate e zucchine siano i più richiesti).
ABBUFFATE DI SNACK, MA SALUTARI
L’era delle merendine dolci e ricche di carboidrati sembra superata. Tra i trend 2016 ci sono gli snack, sì ma quelli salati, iperproteici e possibilmente etnici ed eco-friendly. Snack a base di fagioli, soia o persino piselli, patatine al gusto di lime e pepe rosa, yogurt salati: il sapido – anche l’acido e l’amaro guadagnano terreno- surclassa lo zucchero. E, se proprio avete voglia di snack dolce, il must è un pizzico di piccante.
IL SUCCESSO DEL POLLO FRITTO
Pastellato, croccante e possibilmente anche piuttosto speziato, il pollo fritto negli USA di questi tempi è un vero must e viene consumato in tutte le versioni caloriche immaginabili. Per gli appassionati (in questo caso non troppo salutisti) c’è davvero l’imbarazzo della scelta: a New York spopola il sandwich in edizione limitata di Shake Shak, il nuovo format di David Chang mentre a Los Angeles tornano di moda le varianti “regionali” del vecchio e caro fried chicken.
PIATTI PICCANTI, MA NON TROPPO
Il piccante, quello forte forte, sembra aver fatto il suo tempo. La tendenza per il 2016, secondo il rapporto Baum+Whiteman, è quella di ridurre il piccante esasperato, che inibisce la percezione dei sapori, e preferire nuove forme di combinazioni. Quali? Il piri piri africano ad esempio, una miscela di spezie, erbe, bucce di agrumi o il gochujang coreano realizzato da malto d'orzo, farina di soia fermentata, peperoncino e farina di riso. In affermazione anche il berberè, un complesso mix di origine etiope, composto di cardamomo, peperoncino, paprika, cumino, chiodi di garofano, cannella, fieno greco, noce moscata, curcuma e zenzero.
POKE, IL “SASHIMI” HAWAIANO
Piccoli cubi di tonno crudo (non mancano anche varianti di salmone, polpo e gamberi) marinato in un mix di salsa di soia, noci macadamia, cipollotto, alghe, olio di sesamo, zenzero e chili, servito con avocado, mango e riso. Si chiama poke (la pronuncia è poh key) e arriva dalle Hawaii, il piatto popolarissimo nelle pokerie della West Coast e la nuova tendenza 2016. Leggerezza e sapore esotico i motivi del suo successo. Diventerà una moda mondiale come il sushi?
I NEGOZI CON ANNESSO RISTORANTE
I centri commerciali lo insegnano da tempo. Shopping e convivialità vanno a braccetto e, soprattutto, più tempo trascorri in un negozio più sarai indotto a spendere soldi. Continuerà a crescere la tendenza a introdurre la ristorazione nei negozi. Ikea e Feltrinelli, del resto, da tempo hanno già optato per questa formula.
A PASSEGGIO CON L’ACAI BOWL
Sono in vertiginosa crescita su Google le ricerche relative agli acai bowls. Di cosa si tratta? Smoothies di acai, ovvero bevande ricavate dal frutto di una palma brasiliana, che ha la forma di una piccola bacca scura e viene frullato con latte, banane e ghiaccio. Ricchissimo di zuccheri e personalizzabile con topping di noccioline, granella, semi vari, scaglie di cocco, l’acai da passeggio può sostituire persino un pasto completo.
RIVISITAZIONI DI CUCINA GIUDAICA
La cucina giudaica sta vivendo una stagione davvero fortunata, merito soprattutto dell’estro degli chef statunitensi che hanno dato vita ad una versione più moderna e “leggera” della cucina kosher. Qualche esempio nostrano? A Roma, affianco ai ristoranti tradizionali del ghetto ebraico, stanno avendo grande successo Fonzie, la prima burger house kosher della capitale o il ristorante Ba Ghetto che serve specialità kosher giudaico romanesce e mediorientali. Oltreoceano popolarissimo è il caso dei toast kosher di Zack the Baker a Miami o quello di Michael Solomonov (un vero impero).
E in Italia? Quanto attecchirranno nel nostro contesto alimentare i trend previsti dall’agenzia americana?
Di Alessandra Cioccarelli
Anno nuovo e immancabile il rapporto Baum+Whiteman - azienda newyorkese leader del consultig nel campo della ristorazione – sulle novità 2016 in ambito food&bevarage. Tra conferme e assolute new entry, ecco gli undici trend, che secondo la nota agenzia americana condizioneranno gli interessi gastronomici a livello internazionale.
IL TRIONFO DEL FOOD DELIVERY
Il food delivery, con l’ingresso di giganti digitali come Amazon, Uber e Google e altri grandi player (ma in crescita anche tante startup), sta diventando un fenomeno sempre più ampio e strutturato. Anche se non producono cibo direttamente, questi colossi si pongono come potenti anelli di congiunzione tra servizi di ristorazione e gli utenti/consumatori. In crescita anche le consegne delle dinner-in-box, sorta di kit di assemblaggio, completi di ingredienti predosati e istruzioni necessarie per specifiche ricette.
CIBI SOSTENIBILI E SANI
Anche il 2016 sarà un anno all’insegna dei “clean menu”, ovvero quei menu con ingredienti certificati e privi di additivi, coloranti e conservanti. Questa attenzione a “un’alimentazione più salutare” riguarderà le proposte dei ristoranti, ma anche le scelte dei maggiori fast-food. In aumento l’utilizzo di prodotti locali, biologici e di stagione per venire incontro alle esigenze di cliente più attenti al rispetto dell’ambiente, oltre che della linea.
LA RIVINCITA DELLE VERDURE
Si avrà la diffusione della dieta vegana e vegetariana, il timore di ormoni e antibiotici e la maggior attenzione alla salute, ma negli ultimi tempi gli ortaggi hanno avuto una vera e propria riscossa. Da semplice contorno, infatti, la verdura è diventata un piatto principale, realizzato preferibilmente con ingredienti stagionali. Affianco ai mercati locali crescono, anche nei ristoranti non specializzati nell’alimentazione vegetariana e vegana, le opzioni veg.
CALO NEL CONSUMO DI PASTA
Negli ultimi cinque anni il consumo di pasta, secondo gli americani, è diminuito del 6% negli Usa, dell’8% in Australia, del 13% in Europa e ben del 25% in Italia. Una tendenza, stando alle previsioni della Baum+Whiteman, in crescita. Le alternative alla pasta di semola di grano duro? Pasta a base di riso, quinoa, ceci, lenticchie, orzo, farro e perfino gli spaghetti di verdure (pare quelli di patate e zucchine siano i più richiesti).
ABBUFFATE DI SNACK, MA SALUTARI
L’era delle merendine dolci e ricche di carboidrati sembra superata. Tra i trend 2016 ci sono gli snack, sì ma quelli salati, iperproteici e possibilmente etnici ed eco-friendly. Snack a base di fagioli, soia o persino piselli, patatine al gusto di lime e pepe rosa, yogurt salati: il sapido – anche l’acido e l’amaro guadagnano terreno- surclassa lo zucchero. E, se proprio avete voglia di snack dolce, il must è un pizzico di piccante.
IL SUCCESSO DEL POLLO FRITTO
Pastellato, croccante e possibilmente anche piuttosto speziato, il pollo fritto negli USA di questi tempi è un vero must e viene consumato in tutte le versioni caloriche immaginabili. Per gli appassionati (in questo caso non troppo salutisti) c’è davvero l’imbarazzo della scelta: a New York spopola il sandwich in edizione limitata di Shake Shak, il nuovo format di David Chang mentre a Los Angeles tornano di moda le varianti “regionali” del vecchio e caro fried chicken.
PIATTI PICCANTI, MA NON TROPPO
Il piccante, quello forte forte, sembra aver fatto il suo tempo. La tendenza per il 2016, secondo il rapporto Baum+Whiteman, è quella di ridurre il piccante esasperato, che inibisce la percezione dei sapori, e preferire nuove forme di combinazioni. Quali? Il piri piri africano ad esempio, una miscela di spezie, erbe, bucce di agrumi o il gochujang coreano realizzato da malto d'orzo, farina di soia fermentata, peperoncino e farina di riso. In affermazione anche il berberè, un complesso mix di origine etiope, composto di cardamomo, peperoncino, paprika, cumino, chiodi di garofano, cannella, fieno greco, noce moscata, curcuma e zenzero.
POKE, IL “SASHIMI” HAWAIANO
Piccoli cubi di tonno crudo (non mancano anche varianti di salmone, polpo e gamberi) marinato in un mix di salsa di soia, noci macadamia, cipollotto, alghe, olio di sesamo, zenzero e chili, servito con avocado, mango e riso. Si chiama poke (la pronuncia è poh key) e arriva dalle Hawaii, il piatto popolarissimo nelle pokerie della West Coast e la nuova tendenza 2016. Leggerezza e sapore esotico i motivi del suo successo. Diventerà una moda mondiale come il sushi?
I NEGOZI CON ANNESSO RISTORANTE
I centri commerciali lo insegnano da tempo. Shopping e convivialità vanno a braccetto e, soprattutto, più tempo trascorri in un negozio più sarai indotto a spendere soldi. Continuerà a crescere la tendenza a introdurre la ristorazione nei negozi. Ikea e Feltrinelli, del resto, da tempo hanno già optato per questa formula.
A PASSEGGIO CON L’ACAI BOWL
Sono in vertiginosa crescita su Google le ricerche relative agli acai bowls. Di cosa si tratta? Smoothies di acai, ovvero bevande ricavate dal frutto di una palma brasiliana, che ha la forma di una piccola bacca scura e viene frullato con latte, banane e ghiaccio. Ricchissimo di zuccheri e personalizzabile con topping di noccioline, granella, semi vari, scaglie di cocco, l’acai da passeggio può sostituire persino un pasto completo.
RIVISITAZIONI DI CUCINA GIUDAICA
La cucina giudaica sta vivendo una stagione davvero fortunata, merito soprattutto dell’estro degli chef statunitensi che hanno dato vita ad una versione più moderna e “leggera” della cucina kosher. Qualche esempio nostrano? A Roma, affianco ai ristoranti tradizionali del ghetto ebraico, stanno avendo grande successo Fonzie, la prima burger house kosher della capitale o il ristorante Ba Ghetto che serve specialità kosher giudaico romanesce e mediorientali. Oltreoceano popolarissimo è il caso dei toast kosher di Zack the Baker a Miami o quello di Michael Solomonov (un vero impero).
E in Italia? Quanto attecchirranno nel nostro contesto alimentare i trend previsti dall’agenzia americana?
Di Alessandra Cioccarelli