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Champagne. Cinque curiosità!

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Perché si stappa una bottiglia di Champagne innaffiando il pubblico alla fine di una corsa di Formula Uno? Cosa indica l'effervescenza? Perché beveva Champagne Marlene Dietrich? Una bottiglia del 1909 può essere ancora buona? Proviamo a rispondere a queste domande!

Tutto nasce a Reims
In Francia, erano soprattutto i monaci a coltivare i vigneti per produrre un vino adatto alla celebrazione della messa. Fu Saint Rémi, vescovo di Reims, residente in una villa circondata dalle vigne a Epernay, a convertire Clodoevo re dei franchi al Cristianesimo. Quando la notte di Natale del 496 il primo re di Francia fu battezzato, la sua consacrazione avvenne con lo Champagne, nella regione della Champagne.
Reims è il cuore della Champagne; qui, tra l’898 e il 1825, tutti i re di Francia sono stati incoronati. Il vino era sempre presente ed era offerto in dono ai sovrani che visitavano la regione. Dal XII secolo lo Champagne è uscito dai confini della Francia facendosi apprezzare sempre di più anche in altri paesi. Nel 1887 il Sindacato del commercio dei vini di Champagne, ottiene dalla corte d’appello di Anger un decreto che stabilisce come la parola Champagne possa essere usata solo per indicare vini provenienti dall’omonima regione. Con la legge del 22 luglio 1927 si stabilisce la superficie della zona viticola: 34 mila ettari circa. La stessa legge è in vigore ancora oggi.
 
Come riconoscere lo Champagne buono
L’effervescenza è il primo indicatore della qualità dei vini della Champagne; una spuma ricca, persistente e delicata è l’ideale.
 
Champagne: amato dai divi
Marlene Dietrich beveva lo Champagne perché le faceva sembrare ogni giorno domenica, ma grandi appassionate erano anche Audrey Hepburn, Jeanne Moreau, Marilyn Monroe e Juliette Binoche. Il grande scrittore americano Truman Capote sosteneva che per ridere in faccia alla morte nulla sarebbe stato meglio di un bel bicchiere di Champagne e Winston Churchill scrisse che “lo Champagne dovrebbe essere un piacere quotidiano per colore che conoscono il vero significato della vita”.
 
Perché si stappa Champagne alla fine delle corse di Formula Uno?
Sapete perché al termine delle corse di Formula Uno si festeggia la vittoria stappando una bottiglia di Champagne e annaffiando la folla? Tutto iniziò il 19 luglio 1966 alla fine della 24 Ore di Le Mans quando lo svizzero Jo Siffert, per l’impazienza, scosse la bottiglia ricevuta come premio facendone esplodere il tappo. Ma l’evento-rito venne consacrato il 31 maggio 1987 quando Senna, a Monaco, bagnò appositamente la gente, tra cui il Principe Ranieri che esclamò: «Ma lo Champagne non macchia!». E da allora il gesto divenne tradizione.
 
Dopo 82 anni in fondo al mare è ancora buono!
Dopo 82 anni, a 63 metri di profondità, nelle acque del mar Baltico, nel 1998 è stato riportato in superficie il relitto di una nave di legno. A bordo c’erano migliaia di bottiglie di Champagne dell’annata 1907. Ebbene, tutte perfettamente conservate e anzi, ottime! Come è stato possibile? I fattori sono molti: prima di tutto la buona qualità dei tappi che hanno sopportato anni d’immersione in acqua marina, poi la pressione dell’acqua che, in contrapposizione alla pressione interna alle bottiglie, ha permesso al vino di conservare la sua effervescenza; infine il buio totale e la temperatura che, vicina allo zero termico ha preservato le caratteristiche dello Champagne.
 
di Elena Caccia

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