A tavola con...Fabrizio Frizzi!
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Se non avesse fatto il conduttore televisivo, avrebbe fatto il ristoratore «perché è un lavoro in cui si sta continuamente a contatto con le persone». Fabrizio Frizzi in un'esclusiva intervista a Saporie.com racconta i suoi gusti in fatto di cibi e vini e ci svela la sua ricetta preferita...
Brillante conduttore televisivo, Fabrizio Frizzi ama così tanto il rapporto con il pubblico che, se non avesse fatto questo mestiere, avrebbe voluto essere un ristoratore, «perché è un lavoro in cui si sta continuamente a contatto con le persone».
Parole di un buongustaio che da piccolo si nutriva di spaghetti-western (film prodotti dalla Cineriz, di cui era dirigente il papà), ma anche di lasagne e tagliatelle al ragù, due pietre miliari della tavola di tradizione materna. «Mi piacevano tanto pure i maritozzi, (panini dolci romani farciti di panna), pezzi forti insieme agli gnocchi e alla trippa della mia educazione culinaria, dice il presentatore.
In effetti, la cucina ha sempre avuto una bella parte nella sua vita. «Anche il mio esordio in Tv con Tandem è legato a dei ghiotti ricordi», racconta, «specialmente agli spaghetti aglio, olio e peperoncino di nonna Adele, che abitava vicino alla Rai: veloci ed energetici, mi permettevano di tornare a lavorare presto, visto che andavo in onda dalle due alle quattro». Poi avrebbe cominciato a frequentare il ristorante Da Dante, che era lì nei dintorni: un posto accogliente, i cui tonnarelli alla casereccia sono ancora oggi un cult per lui. «È un piatto che mi ricorda le primissime volte che ci andavo con pochi soldi e mille speranze», precisa divertito.
Di lì a poco approda in fascia oraria “golosa” con il programma Pane e marmellata, format indirizzato a un pubblico di ragazzi che lo guardava all’ora della merenda; altro tassello di una lunga e fortuna carriera culminata con Scommettiamo che?
«Fu il primo grande successo (con 9 milioni di telespettatori) festeggiato a base di Champagne, benché i miei preferiti siano gli spumanti italiani e i vini bianchi che assaggio con gran curiosità. Il mio primo sorso, però, è legato a un Cesanese dolce e frizzante», ricorda Fabrizio. «Lo portava a casa un amico di papà direttamente da Olevano Romano».
Ora che ha la sua famiglia (è sposato con Carlotta Mantovan e ha una bella bimba) gli tocca spesso fare la spesa. «È compito mio riempire la dispensa, cosa che faccio sempre con un occhio al biologico, alle date di scadenza e alla provenienza dei prodotti», spiega con il suo sorriso contagioso. Lo diverte cucinare, anche se è un cuoco timido, perché lo fa per sé e al massimo per i propri cari; il suo cavallo di battaglia sono le penne alla Frizzi. «Il sottotitolo, ai 7 retrogusti, è dovuto al fatto che il primo a entrare in scena è il sapore dell’aglio, poi quello del pomodoro, quindi arriva la soia, il dolce dello zucchero (che va a contrasto), il pizzicore del peperoncino, la croccantezza del mais e il gusto della grappa». Una pietanza gustosa e creativa che ispira anche allegria, come il suo autore.
di Clara Ippolito LA RICETTA DELLE PENNE ALLA FRIZZI
Ingredienti per 4 persone
Mettere a soffriggere in un’ampia padella 4 cucchiai d’olio extravergine d’oliva, i 2 spicchi d’aglio e il peperoncino (da togliere nel momento in cui saranno ben dorati.) Nel frattempo lavare, asciugare e tagliare a pezzetti i pomodori, quindi buttarli nell’olio caldo, rimestando e abbassando il fuoco. Al posto del sale versarvi sopra 2 giri di salsa di soja, lo zucchero di canna e lasciar cuocere a fuoco lento.
Poi mettere a bollire la pentola con l’acqua per la pasta, alzare leggermente il fuoco sotto il sughetto e aggiungere il bicchierino di grappa, rimestando e lasciando insaporire. Appena bolle, salare e versarvi le penne; quindi, aprire i barattolini di mais, sgocciolandoli accuratamente. Scolare la pasta al dente e versarla nella padella del sugo ben caldo, aggiungere il mais e rimestare facendo mantecare un po’, di modo che rimanga croccante. Infine, servire e, siccome è molto buona, magari fare anche il bis.
Brillante conduttore televisivo, Fabrizio Frizzi ama così tanto il rapporto con il pubblico che, se non avesse fatto questo mestiere, avrebbe voluto essere un ristoratore, «perché è un lavoro in cui si sta continuamente a contatto con le persone».
Parole di un buongustaio che da piccolo si nutriva di spaghetti-western (film prodotti dalla Cineriz, di cui era dirigente il papà), ma anche di lasagne e tagliatelle al ragù, due pietre miliari della tavola di tradizione materna. «Mi piacevano tanto pure i maritozzi, (panini dolci romani farciti di panna), pezzi forti insieme agli gnocchi e alla trippa della mia educazione culinaria, dice il presentatore.
In effetti, la cucina ha sempre avuto una bella parte nella sua vita. «Anche il mio esordio in Tv con Tandem è legato a dei ghiotti ricordi», racconta, «specialmente agli spaghetti aglio, olio e peperoncino di nonna Adele, che abitava vicino alla Rai: veloci ed energetici, mi permettevano di tornare a lavorare presto, visto che andavo in onda dalle due alle quattro». Poi avrebbe cominciato a frequentare il ristorante Da Dante, che era lì nei dintorni: un posto accogliente, i cui tonnarelli alla casereccia sono ancora oggi un cult per lui. «È un piatto che mi ricorda le primissime volte che ci andavo con pochi soldi e mille speranze», precisa divertito.
Di lì a poco approda in fascia oraria “golosa” con il programma Pane e marmellata, format indirizzato a un pubblico di ragazzi che lo guardava all’ora della merenda; altro tassello di una lunga e fortuna carriera culminata con Scommettiamo che?
«Fu il primo grande successo (con 9 milioni di telespettatori) festeggiato a base di Champagne, benché i miei preferiti siano gli spumanti italiani e i vini bianchi che assaggio con gran curiosità. Il mio primo sorso, però, è legato a un Cesanese dolce e frizzante», ricorda Fabrizio. «Lo portava a casa un amico di papà direttamente da Olevano Romano».
Ora che ha la sua famiglia (è sposato con Carlotta Mantovan e ha una bella bimba) gli tocca spesso fare la spesa. «È compito mio riempire la dispensa, cosa che faccio sempre con un occhio al biologico, alle date di scadenza e alla provenienza dei prodotti», spiega con il suo sorriso contagioso. Lo diverte cucinare, anche se è un cuoco timido, perché lo fa per sé e al massimo per i propri cari; il suo cavallo di battaglia sono le penne alla Frizzi. «Il sottotitolo, ai 7 retrogusti, è dovuto al fatto che il primo a entrare in scena è il sapore dell’aglio, poi quello del pomodoro, quindi arriva la soia, il dolce dello zucchero (che va a contrasto), il pizzicore del peperoncino, la croccantezza del mais e il gusto della grappa». Una pietanza gustosa e creativa che ispira anche allegria, come il suo autore.
di Clara Ippolito LA RICETTA DELLE PENNE ALLA FRIZZI
Ingredienti per 4 persone
- 500 g di penne rigate (dose generosa che permette di fare il bis)
- 300 g di pomodori pachino
- 2 spicchi d’aglio
- peperoncino fresco
- 1 cucchiaino di zucchero di canna
- 1 bicchierino di grappa
- 2 barottolini di mais biologico
- olio extravergine d’oliva q.b.
- sale grosso q.b.
- salsa di soja q.b.
Mettere a soffriggere in un’ampia padella 4 cucchiai d’olio extravergine d’oliva, i 2 spicchi d’aglio e il peperoncino (da togliere nel momento in cui saranno ben dorati.) Nel frattempo lavare, asciugare e tagliare a pezzetti i pomodori, quindi buttarli nell’olio caldo, rimestando e abbassando il fuoco. Al posto del sale versarvi sopra 2 giri di salsa di soja, lo zucchero di canna e lasciar cuocere a fuoco lento.
Poi mettere a bollire la pentola con l’acqua per la pasta, alzare leggermente il fuoco sotto il sughetto e aggiungere il bicchierino di grappa, rimestando e lasciando insaporire. Appena bolle, salare e versarvi le penne; quindi, aprire i barattolini di mais, sgocciolandoli accuratamente. Scolare la pasta al dente e versarla nella padella del sugo ben caldo, aggiungere il mais e rimestare facendo mantecare un po’, di modo che rimanga croccante. Infine, servire e, siccome è molto buona, magari fare anche il bis.