Stanchezza d'autunno? Ecco il cachi, il frutto antispossatezza che grazie ai suoi valori nutrizionali e alle sue proprietà rappresenta un ottimo aiuto per affrontare al meglio l'autunno
SCHEDA PRODOTTO
Il cachi, Diospoyros kaki o Loto del Giappone, è un albero da frutto tipico dell'Asia orientale ed è una delle più antiche piante da frutto coltivate dall'uomo, conosciuta in cina da più di 2000 anni. Il nome scientifico proviene dal greco antico, significa letteralmente "grano di Zeus". Il suo frutto è tipicamente autunnale e vanta una tradizione millenaria. Grazie al suo delicato e particolare sapore, fu talmente apprezzato dai popoli antichi da essere definito "il pane degli dei". La sua patria di origine è la Cina dove venne chiamato "Mela d'Oriente". Giunto in Italia nel XVIII secolo, oggi è prodotto soprattutto nel salernitano, in Romagna e in Sicilia, dove è famosissimo il cachi di Misilmeri, esportato e conosciuto in tutto il mondo.
Questo frutto, dalla buccia liscia e sottile, ha una colorazione che varia dall'arancione al rosso scarlatto intenso, una volta maturo, il gusto è dolcissimo e la consistenza gelatinosa. I cachi non vanno consumati subito dopo la raccolta, è infatti necessario attendere che maturino ulteriormente, per eliminare il tipico effetto astringente al palato provocato dall'elevato contenuto di tannino.
Soffice, carnoso e dolcissimo, il cachi simboleggia l'autunno, stagione di passaggio responsabile spesso di spossatezza e stress psicofisico; grazie agli interessanti valori nutrizionali e alle sue proprietà, rappresenta un ottimo espediente per iniziare al meglio l'autunno. Infatti, il cachi è considerato un frutto molto energetico, grazie alla cospicua quantità di zuccheri, per questo motivo il consumo di cachi è sconsigliato per chi soffre di diabete o di obesità, ma raccomandato ai bambini, agli anziani e nei casi di inappetenza, stress psicofisico e sport.
Generalmente il caco viene consumato, mangiandone la polpa con un cucchiaino, si può gustarlo anche come crema e salsa. In Giappone è utilizzato per la produzione di un vino a bassa gradazione alcolica e il suo succo viene impiegato per chiarificare il sakè.