Uno dei vini rossi più famosi ed apprezzati ad Alessandria: Il Dolcetto d'Ovada DOC. Scopri la scheda tecnica e i migliori abbinamenti culinari!
Dolcetto di Ovada
Il Dolcetto deve il suo nome alla particolare dolcezza della sua polpa, ma non facciamoci confondere da questo. I vini che ne derivano, infatti, sono sempre secchi.
DOC dal 1972, l’origine di questo vino è incerta. Alcuni ritengono sia nato sulle colline del Monferrato, altri pensano che provenga dalla Liguria e si sia diffuso in Piemonte solo durante gli scambi commerciali avvenuti nel Medioevo.
Di sicuro c’è che le prime notizie ufficiali sul Dolcetto compaiono nel Settecento, quando trattando di zone di produzione si citano l’Acquese e l’Alessandrino, ma non le Langhe, che oggi sono considerate invece tra le più importanti per la presenza di questo vitigno.
Dolcetto di Ovada, scheda tecnica
Tipologia: vino rosso fermo
Gradazione: minimo 12,5%
Servizio: 16-18° C
Tutela: Ovada Docg
Dolcetto di Ovada DOC, caratteristiche del vino
Il Dolcetto è sempre caratterizzato da un colore rubino scuro con riflessi porpora, tavolta violacei. Il suo odore si definisce vinoso, dal profumo caratteristico; al naso si riconoscono un’intensa fragranza di uva e frutta matura e un fondo lievemente amarognolo. Al gusto, il Dolcetto di Ovada rivela una bassa acidità che lo rende morbido, stavolta fruttato e/o mandorlato.
Le zone di produzione
In Piemonte ci sono una dozzina di denominazioni di origine a tutela del Dolcetto, che assume caratteristiche differenti a seconda dei territori di provenienza.
Attualmente, il Dolcetto è coltivato soprattutto nelle Langhe in provincia di Cuneo, poi nelle province di Asti (colline del Monferrato) e di Alessandria (Ovadese, Acquese, Tortonese), oltre che nelle aree pedemontane e pre-alpine piemontesi.
Per la produzione del Dolcetto di Ovada DOC in particolare, sono ammessi dal Disciplinare: Ovada, Belforte Monferrato, Bosio, Capriata d'Orba, Carpeneto, Casaleggio Boiro, Cassinelle, Castelletto d'Orba, Cremolino, Lerma, Molare, Montaldeo, Montaldo Bormida, Mornese, Morsasco, Parodi Ligure, Prasco, Rocca Grimalda, San Cristoforo, Silvano d'Orba, Tagliolo Monferrato, Trisobbio.
Queste terre sono tutte a prevalenza collinare con forte pendenza e si snodano attorno al corso del fiume Orba. Il terreno è arido, magro e fangoso e ciò caratterizza fortemente le uve e la loro resa.
Da segnalare c’è anche un Dolcetto coltivato nella provincia di Imperia (tra Pieve di Teco e Pornassio), dove viene chiamato Ormeasco.
Dolcetto, uve e metodo di produzione
Il Dolcetto di Ovada deve essere ottenuto con uve Dolcetto al 100%, anche se per la DOC è ammessa una minuscola percentuale (fino al 3%) di altri vitigni Piemontesi a patto che non siano aromatici. La loro resa non deve superare il 70 litri per ogni quintale di raccolto e la forma di allevamento dei vitigni viene chiamata a controspalliera, con un sistema di potatura Guyot.
Le uve del Dolcetto vengono poi vinificate in rosso (macerazione delle bucce nel mosto), e il vino è pronto per il consumo già nelle primavera successiva alla vendemmia.
Dolcetto di Ovada Superiore DOCG
Nel caso in cui il Dolcetto venga vinificato in purezza (uve Dolcetto al 100%) e il periodo di affinamento non sia inferiore ai 24 mesi, il Dolcetto prende la denominazione di Superiore DOCG o Ovada Riserva. Allora i profumi si affinano ancora di più e si riescono a sentire ciliegie, frutti rossi e prugne, ma anche note speziate al pepe nero, liquirizia e cannella.
Dolcetto di Ovada :Produttori ed etichette
Una delle Cantine produttrici di questo vino più conosciute e apprezzate anche per il rapporto qualità prezzo è la Miniato. Il Dolcetto di Ovada DOC Miniato ha un colore rubino con sfumature violacee. Il suo profumo è fragrante, di uva matura e di marasca; il sapore è secco, morbido, schietto, con gradevole fondo fruttato che sfuma in amarognolo di mandorla. Da provare sono anche il Celso della Cascina Boccaccio e La Volpe di Forti del Vento.
Dolcetto di Ovada, abbinamenti
Il Dolcetto, al contrario di quello che si potrebbe suggerire il nome, non è di certo solo un vino da dessert; anche se sicuramente l’abbinamento a fine pasto con della cioccolata fondente è azzeccassimo.
Per aperitivo
Per l’aperitivo, il Dolcetto si presta particolarmente bene ad abbinamenti con il salame. Provatelo con il salame di Felino delicato e dolciastro, pregiatissimo insaccato dell’Emilia Romagna. Anche con il salame Fabriano l’abbinamento è perfetto. Il Dolcetto regge anche sapori molto speziati, come per esempio quello della finocchiona toscana.
Per quanto riguarda l’abbinamento con i formaggi, scegliete dei sapori meno forti, come quello dell’Asiago pressato, della Fontina Valdostana, del Pecorino bianco di Pienza, della Toma piemontese o del Montasio fresco.
Abbinamenti con primi piatti
Perfetto con un ragù bianco di capriolo, con degli anolini in brodo o con un piatto di pasta cardoncelli e salsiccia, il Dolcetto si abbina bene con piatti saporiti, ma non per forza di carne.
Per degli abbinamenti con piatti vegetariani provatelo con una pasta al cavolfiore, con dei pici all’aglione o una lasagna vegetariana.
Abbinare il Dolcetto con piatti di pesce? Si può eccome, provatelo con gli spaghetti al riccio, con gli spaghetti alla bottarga o con una ventresca di tonno scottata.