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Siete alla ricerca di una ricetta vegana veloce? Siete fortunati!
Oggi, insieme allo chef Stefano De Gregor...
1 costa di rabarbaro
50 g di tapioca
50 g di salsa ponzu
50 g di friggitelli
50 g di barbabietola
20 g di lamponi
70 g di ravanelli
Olio extravergine d'oliva
Sale
Per preparare la ricetta, iniziamo a mettere in forno i peperoni a 180° per 15 minuti. Una volta cotti, privarli della parte terminale, frullarli con olio a filo, regolare di sale, setacciare e mettere il risultato in una casseruola ad asciugare, a fiamma bassa per3-4 minuti
Lessare la tapioca in abbondante acqua, rigorosamente senza sale per una decina di minuti. Condire la tapioca raffreddata con olio e la salsa ponzu e lasciare a marinare per 10 minuti
Frullare la barbabietola insieme ai lamponi e un filo d'olio extravergine fino a ottenere una salsa omogenea e impiattare con la crema di friggitelli, il rabarbaro, la tapioca, la salsa ai lamponi e i ravanelli
Siete alla ricerca di una ricetta vegana veloce? Siete fortunati!
Oggi, insieme allo chef Stefano De Gregorio, impariamo a preparare un'antipasto vegano veloce davvero saporito e anche molto leggero. Si tratta di un piatto molto semplice da preparare ma pieno di gusto. Un sapore influenzato da tipici ingredienti orientali: tapioca e salsa ponzu. La prima è cotta in acqua bollente, la seconda insaporisce alla perfezione la crema di peperoni. Frullata insieme ai friggitelli diventa una vera esplosione di sapori. Il rabarbaro è cotto alla griglia raccogliendo così delle buonissime note affumicate. E ancora, una salsa a base di barbabietola e lamponi una nota agrodolce eccezionale, in ultimo, petali di ravanello, donano ulteriore sapore e una parte croccante. Si tratta di una ricetta perfetta per un detox invernale, sappiamo tutti che dopo i bagordi delle feste è assolutamente necessario depurarsi. E poi, da gennaio ad agosto è un batter d'occhio! Meglio prepararsi in tempo per la prova costume!
Il rabarbaro (specie Rheum) è una pianta erbacea perenne presente allo stato selvatico in Europa e in Asia con circa 60 sottospecie. È una pianta simile al sedano, dotata di un grande rizoma (fusto interrato) che arriva a essere molto grande, con un'altezza che può raggiungere anche 2 metri. Le foglie sono molto grandi e sorrette da uno stelo lungo e carnoso e i fiori, bianco-giallasti o purpurei, sono raccolti in pannocchie. Tanti sono gli utilizzi del rabarbaro in campo medicinale, in cui viene perlopiù impiegata la specie Rheum palmatum, più comunemente noto come rabarbaro cinese. Ma anche in campo alimentare il rabarbaro è protagonista. Tipicamente vengono utilizzati gli steli delle foglie, dal colore tipicamente rossastro, sono eccezionali per la preparazione marmellate e bevande digestive e tonificanti in numerose preparazioni, decotti, liquori e preparati. Le foglie non sono considerate commestibili in quanto cariche di acido ossalico e quindi considerate tossiche. Ha un gusto notoriamente amaro che non può sicuramente piacere a tutti e infatti è nei dolci che trova il suo impiego migliore, come l'inglesissima crostata di fragole e rabarbaro. Ma anche nei salati si sposa benissimo, è un sapore che ha bisogno di essere perfettamente equilibrato con gli altri componenti del piatto, mangiarlo da solo è per temerari, un po' come per il peperoncino.
Maialetto nero con salsa di rabarbaro
Baccalà con rabarbaro e arancia agrodolce
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