Occhio alla spesa. Come scelgo pandoro e panettone?
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Le feste di Natale sono alle porte e panettone e pandoro non dovrebbero mai mancare. Nel tempo però questi dolci tradizionali sono stati interpretati da numerosi marchi, una volta pasticcerie artigianali trasformatesi poi in vere industrie. Le ricette poi hanno subito infinite trasformazioni con ripieni di creme, gocce di cioccolato e chi più ha ne metta. Ma come ci si orienta nella selva di prodotti disponibili! Qui vi insegnamo a leggere l'etichetta nel modo corretto!
Panettone e pandoro sono sinonimi di Natale. Il panettone è da sempre il simbolo di Milano, mentre il pandoro lo è per Verona. Teoricamente il panettone non dovrebbe mancare mai nelle festività natalizie, mentre il pandoro dovrebbe accompagnare il brindisi di fine anno. Entrambi sono dolci della tradizione che, nel tempo, sono stati interpretati al di fuori del loro luogo di nascita da numerosi marchi, una volta pasticcerie artigianali trasformatesi poi in vere industrie
Le ricette originali, inoltre, hanno subito tante di quelle trasformazioni con ripieni di creme, gocce di cioccolato e tant’altro, da aver perso il carattere che le avevano fatte apprezzare da tutti.
La differenza sostanziale tra i due è che il pandoro ha più burro del panettone, oltre a non avere canditi e uvetta. Consiglio prima degli acquisti: farsi accompagnare da chi ha un’ottima vista in grado di leggere le lettere, spesso microscopiche, delle etichette.
Le 4 regole del panettone di qualità
1) Deve essere ricco di frutta, ingrediente che dovrebbe apparire tra i primi, avere come grassi solo burro o, eventualmente, burro di cacao, latte fresco, tuorlo d’uovo fresco.
2) Meglio ancora se le materie prime vengono da una nota zona produttiva: cedro di Calabria, arance di Sicilia, nocciole del Piemonte sono tra le più apprezzate. Anche il miele è considerato ingrediente di pregio.
3) Importante è la vaniglia in bacche; la vanillina è un prodotto di sintesi e lascia una nota amara in bocca.
4) Il prezzo. Ricordate che un prodotto artigianale in pasticceria va dai 25 a 30 euro al chilo.
E per riconoscere il buon pandoro?
L’importante è avere il burro, ed eventualmente anche burro di cacao, tra i primi ingredienti.
Panettone e pandoro farciti
Più creme ci sono nel panettone e nel pandoro e più significa che ci sono conservanti. Tutti i simboli che iniziano con la lettera “E” appartengono alle categorie che devono garantire la durata nel tempo di un prodotto. Un panettone artigianale vero si conserva mediamente un mese. In alternativa per chi non ama canditi e uvette vi sono prodotti con frutta esotica disidratata
Prodotti bio
Scelta per ora limitatissima, ma interessante, anche perché al posto di utilizzare gli “emulsionanti dei mono e digliceridi degli acidi grassi”, che hanno il compito di allungare la vita del prodotto usa la più “naturale” lecitina di girasole (non di soia)
In cucina e in tavola
Una fetta di panettone si apprezza di più fuori orario e non come si usa, alla fine del pranzo di Natale. Lo stomaco ha già detto stop.
Un’idea sarebbe proporlo come antipasto. Tagliato a fettine e poi a tocchetti appena scaldati in padella, a mo' di crostini e che accompagnano patè o formaggi morbidi, anche salumi cotti.
Potrebbe essere un'idea per una prima colazione dei giorni delle festività, quando ci si può prendere un po' di tempo per sé, sedersi con tranquillità e gustarlo con una tazza di buon tè o caffè.
di Maria Cristina Beretta
Panettone e pandoro sono sinonimi di Natale. Il panettone è da sempre il simbolo di Milano, mentre il pandoro lo è per Verona. Teoricamente il panettone non dovrebbe mancare mai nelle festività natalizie, mentre il pandoro dovrebbe accompagnare il brindisi di fine anno. Entrambi sono dolci della tradizione che, nel tempo, sono stati interpretati al di fuori del loro luogo di nascita da numerosi marchi, una volta pasticcerie artigianali trasformatesi poi in vere industrie
Le ricette originali, inoltre, hanno subito tante di quelle trasformazioni con ripieni di creme, gocce di cioccolato e tant’altro, da aver perso il carattere che le avevano fatte apprezzare da tutti.
La differenza sostanziale tra i due è che il pandoro ha più burro del panettone, oltre a non avere canditi e uvetta. Consiglio prima degli acquisti: farsi accompagnare da chi ha un’ottima vista in grado di leggere le lettere, spesso microscopiche, delle etichette.
Le 4 regole del panettone di qualità
1) Deve essere ricco di frutta, ingrediente che dovrebbe apparire tra i primi, avere come grassi solo burro o, eventualmente, burro di cacao, latte fresco, tuorlo d’uovo fresco.
2) Meglio ancora se le materie prime vengono da una nota zona produttiva: cedro di Calabria, arance di Sicilia, nocciole del Piemonte sono tra le più apprezzate. Anche il miele è considerato ingrediente di pregio.
3) Importante è la vaniglia in bacche; la vanillina è un prodotto di sintesi e lascia una nota amara in bocca.
4) Il prezzo. Ricordate che un prodotto artigianale in pasticceria va dai 25 a 30 euro al chilo.
E per riconoscere il buon pandoro?
L’importante è avere il burro, ed eventualmente anche burro di cacao, tra i primi ingredienti.
Panettone e pandoro farciti
Più creme ci sono nel panettone e nel pandoro e più significa che ci sono conservanti. Tutti i simboli che iniziano con la lettera “E” appartengono alle categorie che devono garantire la durata nel tempo di un prodotto. Un panettone artigianale vero si conserva mediamente un mese. In alternativa per chi non ama canditi e uvette vi sono prodotti con frutta esotica disidratata
Prodotti bio
Scelta per ora limitatissima, ma interessante, anche perché al posto di utilizzare gli “emulsionanti dei mono e digliceridi degli acidi grassi”, che hanno il compito di allungare la vita del prodotto usa la più “naturale” lecitina di girasole (non di soia)
In cucina e in tavola
Una fetta di panettone si apprezza di più fuori orario e non come si usa, alla fine del pranzo di Natale. Lo stomaco ha già detto stop.
Un’idea sarebbe proporlo come antipasto. Tagliato a fettine e poi a tocchetti appena scaldati in padella, a mo' di crostini e che accompagnano patè o formaggi morbidi, anche salumi cotti.
Potrebbe essere un'idea per una prima colazione dei giorni delle festività, quando ci si può prendere un po' di tempo per sé, sedersi con tranquillità e gustarlo con una tazza di buon tè o caffè.
di Maria Cristina Beretta