Anteprima Amarone. l'annata 2012 in assaggio a Verona
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Curiosi di assaggiare per primi l'annata 2012 di Amarone della Valpolicella, prima che venga messa in commercio? Se sì, il posto giusto dove andare è Verona, nel weekend del 30 e 31 gennaio. Al Palazzo della Gran Guardia, in pieno centro città, si terrà la tredicesima edizione di Anteprima Amarone, l’evento che presenta l’Amarone, il vino che in tutto il mondo è considerato uno dei più pregiati rossi italiani. In assaggio vini targati 2012 di oltre 60 produttori, oltre ad avere l'occasione per degustare alcune annate storiche...
Curiosi di assaggiare prima di tutti gli altri l’annata 2012, la nuova, quella che sarà in commercio tra un paio di mesi di Amarone della Valpolicella? Se sì, il posto giusto dove andare è Verona, il 30 e 31 gennaio. Al palazzo della Gran Guardia, in pieno centro città, va in scena la tredicesima edizione di Anteprima Amarone, l’evento che presenta l’Amarone, il vino che in tutto il mondo è considerato uno dei più pregiati rossi italiani. Rosso rubino carico, l’Amarone tende al granato con l’invecchiamento (può superare i vent’anni); il profumo ricorda la frutta passita, il tabacco e le spezie. Il sapore ha grande intensità e il vino è asciutto, morbido e vigoroso.
Durante Anteprima Amarone si potranno assaggiare i vini targati 2012 di oltre 60 produttori, oltre che avere l’occasione anche per degustare alcune annate storiche, in un percorso che mette a confronto stili ed espressioni dei vini provenienti da microzone o vallate differenti. Da non perdere, ad esempio, gli Amaroni di Stefano Accordini o quelli di una cantina storica sul territorio: Bertani. E ancora, la degustazione non dovrebbe prescindere da una sosta da Bolla (eccezionale la Riserva Le Origini), da Cesari con il suo Amarone Classico e con il Bosan. Altra Cantina interessantissima è Corte Sant’Alda per provare un Amarone certificato biologico (Demeter) o quello del giovane Giovanni Ederle. E ancora meritano l’Amarone di Monte del Fra, la complessità dell’Amarone di Roccolo Grassi o quello di SalvaTerra e di Zonin. Ma questi sono solo alcuni dei tanti nomi che meritano
L’Amarone ha una storia molto antica. Già nel IV secolo dopo Cristo, Cassiodoro, re dei Visigoti, descriveva in una lettera un vino ottenuto dall’appassimento dell’uva che era chiamato “acinatico” e prodotto proprio in Valpolicella, un territorio collinare a Nord di Verona, tra il lago di Garda e i monti Lessini.
Di certo questo vino era l’antenato del Recioto e dell’Amarone. Ma facciamo un passo indietro. Un tempo in Valpolicella era prodotto solo il Recioto; con il cambiare del clima però e con il passare delle stagioni, durante la fermentazione le uve davano vita a un vino decisamente più secco, amaro. Nacque così, all’inizio del Novecento, l’Amarone caratterizzato proprio da questo gusto amaro. Il vino divenne una Doc nel 1968 e oggi è un Docg. Ma come si produce? Più o meno come nell’antichità. Le uve (Corvina, Corvinone e Rondinella) sono raccolte nelle prime tre settimane di settembre. Serve fare molta attenzione. Gli acini devono essere sani per resistere poi al processo di appassimento. L’uva viene poi riposte in cassette di legno (ma in un unico strato, non sovrapposte) o, meglio ancora, su graticci di bambù collocate di solito nei fruttai, dei locali areati sopra alle cantine. L’uva resta lì tre o quattro mesi, quotidianamente tenuta sotto controllo e girate in continuazione per evitare che si formino muffe dovute all’eccessiva umidità. Durante questo periodo, l’uva perde acidità, si concentrano i polifenoli, aumenta la glicerina e si sviluppa il resveratrolo. Al termine dell’appassimento l’uva viene pigiata (siamo tra gennaio e febbraio) e il vino resta per alcuni mesi a contatto con le bucce dell’uva prima di proseguire poi l’affinamento in botte e in bottiglia.
di Elena Caccia
www.anteprimaamarone.it
Curiosi di assaggiare prima di tutti gli altri l’annata 2012, la nuova, quella che sarà in commercio tra un paio di mesi di Amarone della Valpolicella? Se sì, il posto giusto dove andare è Verona, il 30 e 31 gennaio. Al palazzo della Gran Guardia, in pieno centro città, va in scena la tredicesima edizione di Anteprima Amarone, l’evento che presenta l’Amarone, il vino che in tutto il mondo è considerato uno dei più pregiati rossi italiani. Rosso rubino carico, l’Amarone tende al granato con l’invecchiamento (può superare i vent’anni); il profumo ricorda la frutta passita, il tabacco e le spezie. Il sapore ha grande intensità e il vino è asciutto, morbido e vigoroso.
Durante Anteprima Amarone si potranno assaggiare i vini targati 2012 di oltre 60 produttori, oltre che avere l’occasione anche per degustare alcune annate storiche, in un percorso che mette a confronto stili ed espressioni dei vini provenienti da microzone o vallate differenti. Da non perdere, ad esempio, gli Amaroni di Stefano Accordini o quelli di una cantina storica sul territorio: Bertani. E ancora, la degustazione non dovrebbe prescindere da una sosta da Bolla (eccezionale la Riserva Le Origini), da Cesari con il suo Amarone Classico e con il Bosan. Altra Cantina interessantissima è Corte Sant’Alda per provare un Amarone certificato biologico (Demeter) o quello del giovane Giovanni Ederle. E ancora meritano l’Amarone di Monte del Fra, la complessità dell’Amarone di Roccolo Grassi o quello di SalvaTerra e di Zonin. Ma questi sono solo alcuni dei tanti nomi che meritano
L’Amarone ha una storia molto antica. Già nel IV secolo dopo Cristo, Cassiodoro, re dei Visigoti, descriveva in una lettera un vino ottenuto dall’appassimento dell’uva che era chiamato “acinatico” e prodotto proprio in Valpolicella, un territorio collinare a Nord di Verona, tra il lago di Garda e i monti Lessini.
Di certo questo vino era l’antenato del Recioto e dell’Amarone. Ma facciamo un passo indietro. Un tempo in Valpolicella era prodotto solo il Recioto; con il cambiare del clima però e con il passare delle stagioni, durante la fermentazione le uve davano vita a un vino decisamente più secco, amaro. Nacque così, all’inizio del Novecento, l’Amarone caratterizzato proprio da questo gusto amaro. Il vino divenne una Doc nel 1968 e oggi è un Docg. Ma come si produce? Più o meno come nell’antichità. Le uve (Corvina, Corvinone e Rondinella) sono raccolte nelle prime tre settimane di settembre. Serve fare molta attenzione. Gli acini devono essere sani per resistere poi al processo di appassimento. L’uva viene poi riposte in cassette di legno (ma in un unico strato, non sovrapposte) o, meglio ancora, su graticci di bambù collocate di solito nei fruttai, dei locali areati sopra alle cantine. L’uva resta lì tre o quattro mesi, quotidianamente tenuta sotto controllo e girate in continuazione per evitare che si formino muffe dovute all’eccessiva umidità. Durante questo periodo, l’uva perde acidità, si concentrano i polifenoli, aumenta la glicerina e si sviluppa il resveratrolo. Al termine dell’appassimento l’uva viene pigiata (siamo tra gennaio e febbraio) e il vino resta per alcuni mesi a contatto con le bucce dell’uva prima di proseguire poi l’affinamento in botte e in bottiglia.
di Elena Caccia
www.anteprimaamarone.it